Vento di mare
Arriva il tuo canto
Mi porta da te.
Composta giovedì 10 dicembre 2009
Vento di mare
Arriva il tuo canto
Mi porta da te.
Si disperde la cenere
tra le correnti eteree
e si dissolve in polvere
tra i venti e le maree.
Resta sulla riposta
mesta collina tacita
quella che fu la posta
di vita lunga e tragica.
Non più novene ascoltano
lobi che più non odono,
non più le membra fremono
né più si drizza il muscolo.
Nulla conserva il secolo,
neanche il nome immemore:
quando si è giunti al pascolo
si è solo morti in genere.
Persa nei miei cassetti gente che mi voleva bene
recupero
ma in direzioni che non mi appartengono
le emozioni faticose della vita:
ridere tra le lacrime in bianco e nero anni '60
si ascoltava bene
ballando in apnea
poi leccando cose che si fanno da sole
sotto la tua lingua
sotto i tuoi occhi
come creando un gelato
molto più bella così ubriaca
come viziata come una ventenne incosciente
certezze pericolose
venti nuovi libri e valere allo stesso modo
valere più di me
adesso che ne ho quarantacinque
ho letto anche la parola fine
seduzione dell'ultima frase
la sconfitta di un tuo bacio
per farti voltare con occhi di sale
[due gin tonic perché il mondo non è tondo
quarantacinque fossi sulla terra
per un solo seme].
Bevo vertigini
nel nulla rinvengo dolcezze
nel nulla sempre
sostengo il mio orgasmo
infantile
e nel tuo pugno d'estate
assenzio e tremori di neonato
il giorno che avanza
scandisce noncuranze
giù
nel tempo
succhiando dai tuoi seni
minuti e secondi
(riempio la noia di ieri
con sogni di cristallo
un esercito di vetro
a presidiare il mio sonno)
così esce la vita
il suo scandalo liquido
quando
trattieni un mio germoglio
dentro te.
Cavalli morti in alienato deserto
oscurato da asfissianti fiamme.
Occhi di uomini in esili corpi
raffiche di dolore spara al cuore
l'infanzia morta prematura.
Vividi colori su volti di pietra
come sacre maschere narrano
dimenticati olocausti alla vita.
Ma all'improvviso dal buio
topazi penetranti nell'anima
irradiano luce da angelico volto.
Come primaverile cielo
l'umile sguardo perdona
i nostri otri ricolmi.
Nuovamente sconfitto l'odio
evapora in verdi vallate.
Vociare di gente, melodie,
odori, profumi, colori è la festa.
Calca, grida di bimbi,
richiami, ambulanti, giocolieri,.
Solo, triste il suo sorriso,
piccolo viso smunto, mano tesa,
all'altrui bontà,
piccolo neo in un giorno di festa.
Guardo i suoi occhi, neri, profondi,
calamite per il mio cuore,
un attimo, stretto al mio petto,
sento il suo cuore, è festa anche per lui.
Giace il bambino nel bianco lettino,
passano i giorni, passano le notti, passano i mesi,
ma il bimbo non torna sui prati.
Gelido vento, entra la morte,
al lato del bimbo ora siede
nell'attesa dell'ultimo battito.
La vede il bambino, pallido, inizia un sorriso,
china, la morte, tra le braccia lo prende,
come una madre lenta lo culla,
dorme il bambino, dorme.
Infine l'avvolge in panno di trine,
stretto lo tiene nelle gelide braccia,
pallido, il bimbo sorride.
Pianti, singhiozzi, suon di campane,
ma pallido, il bimbo, sorride.
Carezze leggere come ali di farfalle,
sfiorano il tuo volto, timida mano,
prime esperienze, giochi d'amore.
Labbra socchiuse, timido bacio,
non più pensieri, libero, assetato di lei,
giochi d'amore prime esperienze.
Occhi socchiusi sensazioni di benessere,
sottile piacere, mani intrecciate,
lasciarsi andare al forte richiamo,
giochi d'amore, prime esperienze.
Corpi sudati, pervasi da fremiti,
uniti in una lenta danza,
piacere senza pensieri,
di un primo amore.
Corpi sudati, mani intrecciate,
ansimanti, nel riposo del dopo,
giochi d'amore prime esperienze.
Non cercarmi nell'amore prestato,
nel sentimento lasciato in un'auto
e nemmeno in storie pacate
dove abitudine abbraccia la noia.
Mi trovi dentro ad un foglio sgualcito
dove la penna lega parole:
linee parallele, a volte oblique
indecise tra sopite emozioni.
Sfiorando i tragitti dell'inchiostro
saprai delle vie del mio pensiero:
s'impigliano e improvvise si sciolgono
nell'assopimento di una virgola,
poi volano in un verso senza rima
dove scivolano come in sogno
quelle cose che parlano d'amore.
Nel foglio sosta un attimo di vita.
Lo troverai in una tasca, piegato,
nel vecchio cappotto che ti va stretto:
sarà un fermo-immagine inaspettato,
sapore di carezza e cioccolato.
Ci sono posti magici
dove si accende il cuore:
mi sembra di trovare
la sciarpa che ho perduto,
le note di una giostra,
l'odore di un balocco.
Mi pare di sentire
il pollice che scivola
la buccia dei piselli
sgranando primavera.
S'inceppano i pensieri
ma snodano gugliate
del filo del passato.
Inerme mi sorprendo,
nell'ansia dei progetti,
di aver ancor bisogno
di stringere al mio petto
un orsacchiotto sporco
di lacrime e minestra.