Sì che Tu sei terribile! Sì che in quei lini ascoso, In braccio a quella Vergine, Sovra quel sen pietoso, Come da sopra i turbini Regni, o Fanciul severo! E fato il tuo pensiero, È legge il tuo vagir.
Vedi le nostre lagrime, Intendi i nostri gridi; Il voler nostro interroghi, E a tuo voler decidi. Mentre a stornar la folgore Trepido il prego ascende Sorda la folgor scende Dove tu vuoi ferir.
Ma tu pur nasci a piangere, Ma da quel cor ferito Sorgerà pure un gemito, Un prego inesaudito: E questa tua fra gli uomini Unicamente amata, Nel guardo tuo beata, Ebra del tuo respir,
Vezzi or ti fa; ti supplica Suo pargolo, suo Dio, Ti stringe al cor, che attonito Va ripetendo: è mio! Un dì con altro palpito, Un dì con altra fronte, Ti seguirà sul monte. E ti vedrà morir.
Mi hai fatto senza fine questa è la tua volontà. Questo fragile vaso continuamente tu vuoti continuamente lo riempi di vita sempre nuova.
Questo piccolo flauto di canna hai portato per valli e colline attraverso esso hai soffiato melodie eternamente nuove.
Quando mi sfiorano le tue mani immortali questo piccolo cuore si perde in una gioia senza confini e canta melodie ineffabili. Su queste piccole mani scendono i tuoi doni infiniti. Passano le età, e tu continui a versare, e ancora c'è spazio da riempire.
Prima di tutto ce li hai i requisiti? Ce l'hai un occhio di vetro, denti finti o una gruccia, un tirante o un uncino, seni di gomma, inguine di gomma,
rattoppi a qualcosa che manca? Ah no? E allora che mai possiamo darti? Smetti di piangere. Apri la mano. Vuota? Vuota. Ma ecco una mano
che la riempie, disposta a porgere tazze di tè e sgominare emicranie, e a fare ogni cosa che gli dirai. La vorresti sposare? È garantita,
ti tapperà gli occhi alla fine della vita e del dolore. Con quel sale ci rinnoviamo le scorte. Vedo che sei nuda come un verme. Che te ne pare di questo vestito-
Un po' rigido e nero, ma niente male. Lo vorresti sposare? È impermeabile, infrantumabile, abile contro il fuoco e imbombardabile. Credi a me, ti ci farai sotterrare.
E adesso, scusa, hai vuota la testa. Ho la cosa che fa per te. Su, su, carina, esci fuori dal guscio. Ecco ti piace questa? Nuda per cominciare come una pagina bianca
ma in venticinqu'anni d'argento, d'oro in cinquanta, potrà diventare. Una bambola viva, sotto ogni aspetto. Sa cucire, sa cucinare, sa parlare, parlare, parlare.
E funziona, non ha una magagna. Qua c'è un buco, che è una manna. Qua un occhio, una vera visione. Ragazzo mio, è l'ultima occasione. La vorresti sposare, sposare, sposare?
La cipolla è un'altra cosa. Interiora non ne ha. Completamente cipolla Fino alla cipollità. Cipolluta di fuori, cipollosa fino al cuore, potrebbe guardarsi dentro senza provare timore. In noi ignoto e selve di pelle appena coperti, interni d'inferno, violenta anatomia, ma nella cipolla - cipolla, non visceri ritorti. Lei più e più volte nuda, fin nel fondo e così via. Coerente è la cipolla, riuscita è la cipolla. Nell'una ecco sta l'altra, nella maggiore la minore, nella seguente la successiva, cioè la terza e la quarta. Una centripeta fuga. Un'eco in coro composta. La cipolla, d'accordo: il più bel ventre del mondo. A propria lode di aureole da sé si avvolge in tondo. In noi - grasso, nervi, vene, muchi e secrezione. E a noi resta negata l'idiozia della perfezione.
E nella notte nera come il nulla, a un tratto, col fragor d'arduo dirupo che frana, il tuono rimbombò di schianto: rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo, e tacque, e poi rimareggiò rinfranto, e poi vanì. Soave allora un anto s'udì di madre, e il moto di una culla.
Dove gli alberi ancora abbandonata più fanno la sera, come indolente è svanito l'ultimo tuo passo che appare appena il fiore sui tigli e insiste alla sua sorte.
Una ragione cerchi agli affetti, provi il silenzio nella tua vita.
Altra ventura a me rivela il tempo specchiato. Addolora come la morte, bellezza ormai in altri volti fulminea. Perduto ho ogni cosa innocente, anche in questa voce, superstite a imitare la gioia.
Marty, ascoltami, tutte le star saranno lì! So che non ci guadagnerai nemmeno un soldo! Ma sono ottime pubbliche relazioni! Il pubblico ama queste serate di beneficenza per i malati di aids, marty! Così capiscono che hai cuore, così capiscono che hai anima! Chiedi a qualsiasi p. R.! tutti i loro clienti lo fanno! Prendi sammy d.! è tuo amico, che cosa pensi che gliene freghi se qualcuno muore di aids? Sa che il guadagno arriverà dopo quando farà la prossima parte importante! Svegliati, marty! Lo fanno tutti! Stai attento o il pubblico presto si chiederà: "come mai marty mellon non partecipa a nessuna serata di beneficenza per i malati di aids?" Quella è la fine, marty! Per te! Hai capito? Eh? Forza ragazzo! Mi hai appena fatto cagare sotto dalla paura! Allora, la prossima è fissata per il 20 giugno, ti metterò nella lista, tutti i paraculi della città saranno lì.