Poesie d'Autore migliori


in Poesie (Poesie d'Autore)
Chi sei tu, lettore che leggi
le mie parole tra un centinaio d'anni?
Non posso inviarti un solo fiore
della ricchezza di questa primavera,
una sola striatura d'oro
delle nubi lontane.
Apri le porte e guardati intorno.
Dal tuo giardino in fiore cogli
i ricordi fragranti dei fiori svaniti
un centinaio d'anno fa.
Nella gioia del tuo cuore possa tu sentire
la gioia vivente che cantò
in un mattino di primavera,
mandando la sua voce lieta
attraverso un centinaio d'anni.
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    Scritta da: Daduncolo
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Benedetto sia'l giorno e'l mese e l'anno

    Benedetto sia'l giorno e'l mese e l'anno
    e la stagione e'l tempo e l'ora e'l punto
    e'l bel paese e'l loco ov'io fui giunto
    da'duo begli occhi che legato m'ànno;

    E benedetto il primo dolce affanno
    ch'ì ebbi ad esser con Amor congiunto,
    e l'arco e le saette ond'ì fui punto,
    e le piaghe che'nfin al cor mi vanno.

    Benedette le voci tante ch'io
    chiamando il nome de mia donna ò sparte,
    e i sospiri e le lagrime e'l desio;

    e benedette sian tutte le carte
    ov'io fama l'acquisto, e'l pensier mio,
    ch'è sol di lei; si ch'altra non v'à parte.
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      Scritta da: Antonella Marotta
      in Poesie (Poesie d'Autore)
      I miei occhi implacabili che sono
      sempre limpidi pure quando piangono
      Amicizia non vale ad ingannare.
      Quando parliamo troppo forte o quando
      d'improvviso taciamo tutti e due,
      vedono essi il male che ci rode.
      Col rumor della voce noi vogliamo
      creare fra noi quel che non è;
      quando taciamo non sappiam che dirci
      ed apre degli abissi quel silenzio.
      Allacciarci non giova con le braccia
      se distinti restiamo ai nostri occhi.

      A ingannarli non vali neppur tu,
      Dolore. Quando allenti la tua stretta,
      il mio padre e le mia sorella anch'esse
      s'allontanano paurosamente.

      Certe volte vedendo una bestiola
      che lecca una bestiola e gioca seco,
      mi morde il cuore una crudele invidia.

      Con gli occhi vedo che mi sei negata,
      gioia di voler bene a quelcheduno.
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        Scritta da: Elisabetta
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Pasqua

        Le trombe argentee squillarono nella Cupola:
        La gente cadde in ginocchio a terra, emozionata:
        E recato sul collo degli uomini io vidi,
        Come un gran Dio, il Santo Signore di Roma.
        Sacerdotale, egli portava una veste più bianca della spuma,
        E, regale, si paludava in rosso maestoso,
        Tre corone d'oro gli si levavano alte sul capo:
        In splendore e in luce il Papa passò.
        Furtivamente il mio cuore ripercorse ampi deserti d'anni
        Fino a Uno che vagò presso un mare solitario,
        Ed invano cercò un luogo di riposo:
        "Le volpi han tane, e ogni uccello ha il nido.
        Io, solo, io debbo vagare stanco,
        Piagarmi i piedi, e bere vino e sale di lacrime".
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          Scritta da: Kikka Kiss
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          La quercia caduta

          Dov'era l'ombra, or sè la quercia spande
          morta, né più coi turbini tenzona.
          La gente dice: Or vedo: era pur grande!

          Pendono qua e là dalla corona
          i nidietti della primavera.
          Dice la gente: Or vedo: era pur buona!

          Ognuno loda, ognuno taglia.
          A sera ognuno col suo grave fascio va.
          Nell'aria, un pianto... d'una capinera

          che cerca il nido che non troverà.
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            Scritta da: Clocci
            in Poesie (Poesie d'Autore)
            Rosso è il fuoco nel camino,
            Sotto al tetto un letto aspetta;
            Ma non son stanchi i nostri piedi,
            Voltato l'angolo incontrar potremmo
            D'improvviso un albero oppure un grosso sasso,
            Che nessuno oltre noi ha visto.
            Alberi e fiori, foglie e fuscelli,
            Fateli passare! Fateli passare!
            Sotto al nostro cielo colli e ruscelli
            Passeranno oltre! Passeranno oltre!

            Voltato l'angolo forse ci aspetta
            Un ignoto portale o una strada stretta;
            Se purtroppo oggi tirar oltre dobbiamo,
            Può darsi che domani questa strada facciamo,
            Prendendo sentieri nascosti
            Che portano alla Luna o al Sole.
            Mela, spina, noce, prugna,
            Fateli passare! Fateli passare!
            Sabbia, pietra, stagno, dirupo,
            In bocca al lupo! In bocca al lupo!

            Dietro è la casa, davanti a noi il mondo,
            E mille son le vie che attendon, sullo sfondo
            Di ombre, vespri e notti, il brillar delle stelle.
            Davanti allor la casa, e dietro a noi il mondo,
            Tornar potremo a casa con passo infin giocondo.
            Ombre e crepuscolo, nuvole e foschia
            Sbiadiranno via! Sbiadiranno via!
            Fuoco e luce, da bere e da mangiare,
            Così tutti a letto poi potremo andare!
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              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Amai

              Amai trite parole che non uno
              osava. M'incantò la rima fiore
              amore,
              la più antica difficile del mondo.

              Amai la verità che giace al fondo,
              quasi un sogno obliato, che il dolore
              riscopre amica. Con paura il cuore
              le si accosta, che più non l'abbandona.

              Amo te che mi ascolti e la mia buona
              carta lasciata al fine del mio gioco.
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                Scritta da: Andrea De Candia
                in Poesie (Poesie d'Autore)
                Anche oggi sarà dentro la storia
                della mia vita. Ma non era l'oggi
                che io volevo quand'ero bambina:
                oggi è un oggi diverso, senza grida,
                afono e grigio come una fontana.
                Oggi è l'oggi di ieri manifesto
                solo nel mio respiro prigioniero:
                o larghe nubi come fonderei
                volentieri il mio passo
                dentro quel cielo che racchiude tutta
                tutta l'avversità del mio destino.
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                  Scritta da: mor-joy
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  La fiera dei miracoli

                  Un miracolo comune:
                  l'accadere di molti miracoli comuni.

                  Un miracolo normale:
                  l'abbaiare di cani invisibili
                  nel silenzio della notte.
                  Un miracolo fra tanti:
                  una piccola nuvola svolazzante,
                  che riesce a nascondere una grande pesante luna.
                  Più miracoli in uno:
                  un ontano riflesso sull'acqua
                  e che sia girato da destra a sinistra,
                  e che cresca con la chioma in giù,
                  e non raggiunga affatto il fondo
                  benché l'acqua sia poco profonda.
                  Un miracolo all'ordine del giorno:
                  venti abbastanza deboli e moderati,
                  impetuosi durante le tempeste.
                  Un miracolo alla buona:
                  le mucche sono mucche.
                  Un altro non peggiore:
                  proprio questo frutteto
                  proprio da questo nocciolo.
                  Un miracolo senza frac nero e cilindro:
                  bianchi colombi che si alzano in volo.
                  Un miracolo – e come chiamarlo altrimenti:
                  oggi il sole è sorto alle 3,14
                  e tramonterà alle 20.01
                  Un miracolo che non stupisce quanto dovrebbe:
                  la mano ha in verità meno di sei dita,
                  però più di quattro.
                  Un miracolo, basta guardarsi intorno:
                  il mondo onnipresente.
                  Un miracolo supplementare, come ogni cosa:
                  l'inimmaginabile
                  è immaginabile.
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                    Scritta da: circe
                    in Poesie (Poesie d'Autore)

                    Figli dell'epoca

                    Siamo figli dell'epoca,
                    l'epoca è politica.

                    Tutte le tue, nostre, vostre
                    faccende diurne, notturne
                    sono faccende politiche.

                    Che ti piaccia o no,
                    i tuoi geni hanno un passato politico,
                    la tua pelle una sfumatura politica,
                    i tuoi occhi un aspetto politico.

                    Ciò di cui parli ha una risonanza,
                    ciò di cui taci ha una valenza
                    in un modo o nell'altro politica.

                    Perfino per campi, per boschi
                    fai passi politici
                    su uno sfondo politico.

                    Anche le poesie apolitiche sono politiche,
                    e in alto brilla la luna,
                    cosa non più lunare.
                    Essere o non essere, questo è il problema.
                    Quale problema, rispondi sul tema.
                    Problema politico.

                    Non devi neppure essere una creatura umana
                    per acquistare un significato politico.
                    Basta che tu sia petrolio,
                    mangime arricchito o materiale riciclabile.
                    O anche il tavolo delle trattative, sulla cui forma
                    si è disputato per mesi:
                    se negoziare sulla vita e la morte
                    intorno a uno rotondo o quadrato.

                    Intanto la gente moriva,
                    gli animali crepavano,
                    le case bruciavano e i campi inselvatichivano
                    come nelle epoche remote
                    e meno politiche.
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