Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

Costance Hately

Tu lodi il mio sacrificio, Spoon River,
perché allevai Irene e Mary,
orfane di mia sorella!
E biasimi Irene e Mary
perché mi disprezzarono!
Ma non lodare il mio sacrificio,
e non censurare il loro disprezzo;
io le allevai, ebbi cura di loro, è vero! —
ma avvelenai questi benefici
col costante rinfaccio della loro dipendenza.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    La strada nel bosco

    Chiusero la strada lì nel bosco
    già una settantina d'anni fa,
    maltempo e piogge l'hanno cassata,
    ed ora non potresti mai dire
    che c'era un tempo una strada lì nel bosco
    prima ancora che piantassero gli alberi.
    Starà sotto la macchia e sotto l'erica,
    o sotto gli esili anemoni.
    Solo il custode riesce a vedere
    che dove cova la palombella
    e i tassi ruzzolano a loro agio
    c'era un tempo una strada lì nel bosco.

    Pure, se nel bosco ti inoltri
    in una tarda sera d'estate, quando fa
    la brezza freschi i laghetti guizzanti di trote,
    dove la lontra fischia al compagno
    (non temono gli uomini nel bosco
    poiché ne vedono ben pochi),
    udrai lo scalpitio di un cavallo
    e il frusciar di una gonna sulla rugiada,
    un galoppo fermo e persistente
    attraverso quelle nebbiose solitudini:
    quasi che perfettamente conoscessero
    l'antica perduta strada lì nel bosco...
    Ma non c'è nessuna strada lì nel bosco!
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Senza nessuna ragione qualcosa si rompe in me

      Senza nessuna ragione qualcosa si rompe in me
      e mi chiude la gola
      Senza nessuna ragione sobbalzo ad un tratto
      lasciando a mezzo lo scritto
      senza nessuna ragione nella hall di un albergo
      sogno in piedi
      senza nessuna ragione l'albero sul marciapiede
      mi batte in fronte

      senza nessuna ragione un lupo urla alla luna
      iroso infelice affamato
      senza nessuna ragione le stelle scendono a dondolarsi
      sull'altalena del giardino
      senza nessuna ragione vedo come sarò nella tomba
      senza nessuna ragione nebbia e sole nella mia testa
      senza nessuna ragione mi attacco al giorno che inizia
      come se non dovesse finire mai più
      e ogni volta sei tu
      che sali dalle acque.
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        Scritta da: Cheope
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Teatro degli Artigianelli

        Falce martello e la stella d'Italia
        ornano nuovi la sala. Ma quanto
        dolore per quel segno su quel muro!

        Esce, sorretto dalle grucce, il Prologo.
        Saluta al pugno; dice sue parole
        perché le donne ridano e i fanciulli
        che affollano la povera platea.
        Dice, timido ancora, dell'idea
        che gli animi affratella; chiude: "E adesso
        faccio come i tedeschi: mi ritiro".
        Tra un atto e l'altro, alla Cantina, in giro
        rosseggia parco ai bicchieri l'amico
        dell'uomo, cui rimargina ferite,
        gli chiude solchi dolorosi; alcuno
        venuto qui da spaventosi esigli,
        si scalda a lui come chi ha freddo al sole.

        Questo è il Teatro degli Artigianelli,
        quale lo vide il poeta nel mille
        novecentoquarantaquattro, un giorno
        di Settembre, che a tratti
        rombava ancora il canone, e Firenze
        taceva, assorta nelle sue rovine.
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          Scritta da: Daduncolo
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Erano i capei d'oro a l'aura sparsi

          Erano i capei d'oro a l'aura sparsi
          che'n mille dolci nodi gli avolgea,
          e'l vago lume oltra misura ardea
          di quei begli occhi, ch'or ne son si scarsi;

          e il viso di pietosi color'farsi,
          non so se vero o falso, mi parea:
          i'che l'esca amorosa al petto avea,
          qual meraviglia se di subito arsi?

          Non era l'andar suo cosa mortale,
          ma d'angelica forma, e le parole
          sonavan altro, che pur voce umana.

          Uno spirito celeste, un viso sole
          fu quel ch'i'vidi; e se non fosse or tale,
          piaga per allentar d'arco non sana.
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            Scritta da: Marco
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Versi di Congedo, a vietarle il lamento...

            Siano pur due, lo sono come i rigidi
            gemelli del compasso sono due:
            la tua anima il piede fisso che all'apparenza
            immoto muove al moto del compagno.

            E, se pure dimori nel suo centro,
            quando l'altro si spinge lontano,
            piega e lo segue intento,
            tornando eretto quando torna al centro.

            Così tu sei per me che debbo, simile
            all'altro piede, obliquamente correre:
            con la tua fermezza chiude giustamente il mio cerchio
            e al mio principio mi riporta sempre.
            Composta domenica 11 ottobre 2009
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              Scritta da: Andrea De Candia
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Saluto ai supersonici

              Oggi più veloci del suono,
              dopodomani della luce,
              muteremo il suono in tartaruga
              e la luce in lepre.

              Di antica parabola
              onorati animali,
              nobile coppia in gara
              da sempre.

              Correvate, correvano
              per questa bassa terra,
              provate a galleggiare
              in alto nel cielo.

              Via libera. Non vi saremo
              d'intralcio nella corsa:
              per inseguire noi stessi
              primi ci alzeremo in volo.
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