Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

I due leader

Cacciari: il fascismo è lontano
Occhetto: il fascismo è vicino
Cacciari: ma dove lo vedi?
Occhetto: là, sul falsopiano
Cacciari: ma è solo un puntino
Occhetto: ma è enorme, sciocchino
Cacciari: è una nuvola bassa
Occhetto: è una squadraccia
Scusate se interrompo la conversazione
disse il capo del plotone d'esecuzione.
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    Scritta da: Mariella Mulas
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Mi hai fatto senza fine

    Mi hai fatto senza fine
    questa è la tua volontà.
    Questo fragile vaso
    continuamente tu vuoti
    continuamente lo riempi
    di vita sempre nuova.

    Questo piccolo flauto di canna
    hai portato per valli e colline
    attraverso esso hai soffiato
    melodie eternamente nuove.

    Quando mi sfiorano le tue mani immortali
    questo piccolo cuore si perde
    in una gioia senza confini
    e canta melodie ineffabili.
    Su queste piccole mani
    scendono i tuoi doni infiniti.
    Passano le età, e tu continui a versare,
    e ancora c'è spazio da riempire.
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      Scritta da: Andrew Ricooked
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Ahi ahi ahi

      Il tizio gestisce una libreria
      ci vado e autografo i miei libri per
      lui
      e lui mi impone sempre qualche libro
      qualcosa del genere declino-e-vita
      difficile
      ma questi libri sono scritti da
      opinionisti
      di giornali
      professori, nati-nella-bambagia,
      ecc.
      E questi hanno visto tanta vita reale
      da bassifondi
      quanto un parroco di campagna;
      le loro vite
      sono state tanto avventurose quanto
      una spolverata allo scaffale della
      libreria
      e nessuno di loro ha mai saltato un
      pasto.
      Questi libri sono ben scritti,
      a volte brillanti
      un filo
      arditi
      ma c'è una sensazione dominante
      di agiatezza
      nella scrittura e nella
      vita.
      I libri mi cadono dalle
      mani.
      Questo tizio della libreria deve
      cominciare a pensare a
      qualche altro tipo di
      compenso
      per me
      che gli autografo i miei libri
      perché leggere queste cagate
      deliziosamente
      stampate
      non fa che ricordarmi
      ancora una volta
      che sto gareggiando solo
      contro
      me stesso.
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        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Uomo e donna a letto alle 10 pomeridiane

        Mi sento come una scatola di sardine, disse lei.
        Mi sento come un cerotto, dissi io.
        Mi sento come un panino al tonno, disse lei.
        Mi sento come un pomodoro a fette, dissi io.
        Mi sento come se stesse per piovere, disse lei.
        Mi sento come se l'orologio s'è fermato, dissi io.
        Mi sento come se la porta fosse aperta, disse lei.
        Mi sento come se stesse per entrare un elefante, dissi io.
        Mi sento che dovremmo pagare l'affitto, disse lei.
        Mi sento che dovresti trovare lavoro, disse lei.

        Non me la sento di lavorare, dissi.

        Mi sento che di me non te me ne importa, disse lei.
        Mi sento che dovremmo far l'amore, dissi io.
        Mi sento che l'amore l'abbiamo fatto fìn troppo, disse lei.
        Mi sento che dovremmo farlo più spesso, dissi io.
        Mi sento che dovresti trovare lavoro, disse lei.
        Mi sento che dovresti trovare lavoro, dissi io.
        Mi sento una gran voglia di bere, disse lei.
        Mi sento come una bottiglia di whisky, dissi io.
        Mi sento che finiremo come due ubriaconi, disse lei.
        Mi sento che hai ragione, dissi io.
        Mi sento di mollare tutto, disse lei.
        Mi sento che ho bisogno d'un bagno, dissi io.
        Anch'io mi sento che hai bisogno d'un bagno, disse lei.
        Mi sento che dovresti lavarmi la schiena, dissi io.
        Mi sento che tu non mi ami, disse lei.
        Mi sento che ti amo, dissi io.
        Mi sento quel coso dentro adesso, disse lei.
        Anch'io sento che adesso quel coso è dentro di te, dissi io.
        Mi sento che adesso ti amo, disse lei.
        Mi sento che ti amo più di te, dissi io.
        Mi sento benone, disse lei, ho voglia di urlare.
        Mi sento che non la smetterei più, dissi io.
        Mi sento che ne saresti capace, disse lei.
        Mi sento, dissi io.
        Mi sento, disse lei.
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          Scritta da: Luciella Karenina
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          TIMIDEZZA

          Appena seppi, solamente, che esistevo
          e che avrei potuto essere, continuare,
          ebbi paura di ciò, della vita,
          desiderai che non mi vedessero,
          che non si conoscesse la mia esistenza.
          Divenni magro, pallido, assente,
          non volli parlare perché non potessero
          riconoscere la mia voce, non volli vedere
          perché non mi vedessero,
          camminando, mi strinsi contro il muro
          come un'ombra che scivoli via.
          Mi sarei vestito
          di tegole rosse, di fumo,
          per restare lì, ma invisibile,
          essere presente in tutto, ma lungi,
          conservare la mia identità oscura,
          legata al ritmo della primavera.
          Composta mercoledì 12 settembre 2012
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            Scritta da: Andrea De Candia
            in Poesie (Poesie d'Autore)
            Vieni a rapirmi e dentro questo ardente
            panorama di sogno a rinverdirmi.
            Vieni allo spazio della vita mia,
            cambiamento di tempo: se sei uomo
            devi divaricare la mia mente,
            ma se sei donna non avrai salute
            né fame né ricordo maledetto.

            Rammento solo che son fatta eguale
            al tuo fango e resisto al tuo costato;
            chiamami nume e poi chiamami Athena
            ma soprattutto chiamami tua donna,
            o fiore di domanda doloroso.
            Composta martedì 3 maggio 2016
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              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Arte poetica

              Tra ombre e spazio, tra guarnigioni e donzelle,
              dotato di cuor singolare e di sogni funesti,
              precipitosamente pallido, appassito in fronte,
              e con lutto di vedovo furioso per ogni giorno della mia vita,
              ahi, per ogni acqua invisibile che bevo sonnolento
              e per ogni suono che accolgo tremando,
              ho la stessa sete assente, la stessa febbre fredda,
              un udito che nasce, un'angustia indiretta,
              come se arrivassero ladri o fantasmi,
              e in un guscio di estensione fissa e profonda,
              come un cameriere umiliato, come una campana un po' roca,
              come uno specchio vecchio, come un odor di casa sola
              in cui gli ospiti entrano di notte perdutamente ebbri,
              e c'è un odore di biancheria gettata al suolo, e un'assenza di fiori
              - forse un altro modo ancor meno malinconico -,
              ma, la verità d'improvviso, il vento che sferza il mio petto,
              le notti di sostanza infinita cadute nella mia camera,
              il rumore di un giorno che arde con sacrificio
              sollecitano ciò che di profetico è in me, con malinconia,
              e c'è un colpo di oggetti che chiamano senza risposta
              e un movimento senza tregua, e un nome confuso.
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