Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

Julia Miller

Bisticciammo quella mattina,
perché lui aveva sessantacinque anni, e io trenta,
ed ero nervosa e greve del bimbo
la cui nascita mi atterriva.
Io pensavo all'ultima lettera scrittami
da quella giovane anima straniata
il cui abbandono nascosi
sposando quel vecchio.
Poi presi la morfina e sedetti a leggere.
Attraverso l'oscurità che mi scese sugli occhi
io vedo ancora la luce vacillante di queste parole:
"E Gesù gli disse: In verità
io ti dico, Oggi tu
sarai con me in paradiso"
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)
    Vive e muore molte volte l'uomo,
    fra le sue due eternità,
    della stirpe l'una, dell'anima l'altra,
    ben lo sapeva l'antica Irlanda.
    Sia che nel suo letto muoia,
    o che lo atterri un colpo di fucile,
    il peggio che ha da temere
    è una breve dipartita da quei cari.
    Benché la fatica dei becchini
    sia lunga, affilati sono i loro badili,
    forti i loro muscoli nell'opera.
    Non fanno che ricacciar i loro morti
    nella mente umana ancora.
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      in Poesie (Poesie d'Autore)
      Ricordo com'eri l'autunno scorso.
      Eri il basco grigio e il cuore quieto.
      Nei tuoi occhi lottavano i bagliori del crepuscolo.
      E le foglie cadevano sull'acqua della tua anima.

      Aggrappata alle mie braccia come un rampicante,
      le foglie raccoglievano la tua voce lenta e calma.
      Falò di stupore in cui la mia sete bruciava.
      Dolce giacinto azzurro curvato sulla mia anima.

      Sento vagare il tuo sguardo e l'autunno è lontano:
      basco grigio, voce d'uccello e cuore famigliare
      dove migravano i miei desideri profondi
      e cadevano i miei baci allegri come braci.

      Cielo dalla nave. Campo dai colli.
      Il tuo ricordo è di luce, di fumo e di stagno quieto!
      Oltre i tuoi occhi ardevano i tramonti.
      Foglie secche d'autunno giravano nella tua anima.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Pietra di sole (frammenti)

        un salice di cristallo, un pioppo d'acqua,
        un alto getto che il vento inarca,
        un albero ben piantato ma danzante,
        un camminar di fiume che si curva,
        avanza, retrocede, fa un giro
        e sempre arriva:
        un camminar tranquillo
        di stella o primavera senza fretta,
        acqua che con le palpebre chiuse
        emette tutta notte profezie,
        unanime presenza in ondata,
        onda su onda fino a coprir tutto,
        verde sovranità senza tramonto
        come l'abbacinante effetto delle ali
        quando s'aprono nel mezzo del cielo, (... )
        vado per il tuo corpo come per il mondo,
        il tuo ventre è una spiaggia soleggiata,
        i tuoi seni due chiese dove il sangue
        celebra i suoi misteri paralleli,
        i miei sguardi ti coprono come edera,
        sei una città che il mare assedia,
        una muraglia che la luce divide
        in due metà color di pesca,
        un luogo di sale, roccia e uccelli
        sotto la legge del meriggio assorto,

        vestita del colore dei miei desideri
        vai nuda come il mio pensiero,
        vado pei tuoi occhi come per l'acqua,
        le tigri bevono sogno nei tuoi occhi,
        il colibrí si brucia in quelle fiamme,
        vado per la tua fronte come per la luna,
        come la nube per il tuo pensiero,
        vado per il tuo ventre come pei tuoi sogni,
        la tua gonna di mais ondeggia e canta,

        la tua gonna di cristallo, la tua gonna d'acqua,
        le tue labbra, i capelli, i tuoi sguardi,
        tutta la notte piovi, tutto il giorno
        apri il mio petto con le tue dita d'acqua,
        chiudi i miei occhi con la tua bocca d'acqua,
        sulle mie ossa piovi, nel mio petto
        affonda radici d'acqua un albero liquido,

        vado per la tua strada come per un fuime,
        vado per il tuo corpo come per un bosco,
        come per un sentiero nel monte
        che in un brusco abisso finisce,
        vado pei tuoi pensieri assottigliati
        e all'uscita dalla tua bianca fronte
        la mia ombra abbattuta si strazia,
        raccolgo i miei frammenti uno a uno
        e proseguo senza corpo, cerco tentoni, (... )

        —la vita, quando fu davvero nostra?
        quando siamo davvero ciò che siamo?
        ben guardato non siamo, mai siamo
        da soli se non vertigine e vuoto,
        smorfie nello specchio, orrore e vomito,
        mai la vita è nostra, è degli altri,
        la vita non è di nessuno, tutti siamo
        la vita —pane di sole per gli altri,
        tutti gli altri che siam noi—,
        son altro quando sono, i miei atti
        son piú miei se sono anche di tutti

        perché io possa essere devo esser altro,
        uscire da me, cercarmi tra gli altri,
        gli altri che non sono s'io non esisto,
        gli altri che mi dan piena esistenza,
        non sono, non v'è io, siam sempre noi,
        la vita è un'altra, sempre là, piú lungi,
        fuori di te, di me, sempre orizzonte,
        vita che ci svive e ci fa estranei
        che ci inventa un volto e lo sciupa,
        fame d'essere, oh morte, pane di tutti.
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          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Venere Anadiomene

          Come da un verde feretro di latta, una testa
          Dai bruni capelli esageratamente impomatati
          Da una vecchia tinozza emerge, lenta e ottusa,
          Con qualche deficienza piuttosto malmessa;

          e il collo grasso e grigio, le scapole larghe
          Sporgenti; il dorso corto che rientra ed esce;
          e i fianchi tondi che sembrano spiccar il volo;
          Il grasso sotto la pelle appare in piatte falde;

          La schiena è un po' rossa; e tutto ha un odore
          Stranamente orrendo; si notano soprattutto
          Cose singolari da osservare con la lente...

          Le reni hanno incise due parole: Clara Venus;
          e tutto questo corpo si muove e porge l'ampia groppa
          Schifosamente bella per un'ulcera all'ano.
          Composta martedì 13 ottobre 2009
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            Scritta da: Silvana Stremiz
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Lasciando alcuni amici di prima mattina

            D'oro una penna datemi, e lasciate
            che in limpidi e lontane regioni
            sopra mucchi di fiori io mi distenda;
            portatemi più bianca di una stella
            o di una mano d'angelo inneggiante
            quando fra corde argentee la vedi
            di arpe celesti, un'asse per scrittoio;
            e lasciate lì accanto correr molti
            carri color di perla, vesti rosa,
            e chiome a onda, e vasi di diamante,
            e ali intraviste, e sguardi penetranti.
            Lasciate intanto che la musica erri
            ai miei orecchi d'intorno; e come quella
            ogni cadenza deliziosa tocca,
            lasciate che io scriva un verso pieno
            di molte meraviglie delle sfere,
            splendido al suono: con che altezze in gara
            il mio spirito venne! Nè contento
            è di restare così presto solo.
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              Scritta da: Andrea De Candia
              in Poesie (Poesie d'Autore)
              E ancora a te io prego con le braccia
              tese al tuo sangue. In me l'antica data
              della dimestichezza della donna
              vive ancora terribile. Se schiava
              mi facessi di un sordo desiderio
              ti amerei rassegnata;
              se penetrassi nell'anima pura
              che ho sortita nascendo
              ti amerei d'un amore disperato.
              Ma se tu contemplassi nel mio viso
              tutta la rotazione di un pensiero
              anche senza comprenderlo, io forse
              impazzirei di tesa meraviglia
              a riguardare l'occhio del mio sposo.
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