Non verremo alla meta ad uno ad uno, ma a due a due. Se ci conosceremo a due a due, noi ci conosceremo tutti, noi ci ameremo tutti e i figli un giorno rideranno della leggenda nera dove un uomo lacrima in solitudine.
Uomo libero, tu amerai sempre il mare! Il mare è il tuo specchio; contempli la tua anima Nello svolgersi infinito della sua onda, E il tuo spirito non è un abisso meno amaro. Ti piace tuffarti nel seno della tua immagine; L'accarezzi con gli occhi e con le braccia e il tuo cuore Si distrae a volte dal suo battito Al rumore di questa distesa indomita e selvaggia. Siete entrambi tenebrosi e discreti: Uomo, nulla ha mai sondato il fondo dei tuoi abissi, O mare, nulla conosce le tue intime ricchezze Tanto siete gelosi di conservare i vostri segreti! E tuttavia ecco che da innumerevoli secoli Vi combattete senza pietà né rimorsi, Talmente amate la carneficina e la morte, O eterni rivali, o fratelli implacabili!
Odoravano i fior di vitalba per via, le ginestre nel greto; aliavano prima dell'alba le rondini nell'uliveto. Aliavano mute con volo nero, agile, di pipistrello; e tuttora gemea l'assiolo, che già spincionava il fringuello. Tra i pinastri era l'alba che i rivi mirava discendere giù: guizzò un raggio, soffiò su gli ulivi; virb... disse una rondine; e fu giorno: un giorno di pace e lavoro, che l'uomo mieteva il suo grano, e per tutto nel cielo sonoro saliva un cantare lontano.
Tacciono i boschi e i fiumi, e'l mar senza onda giace, ne le spelonche i venti han tregua e pace, e ne la notte bruna alto silenzio fa la bianca luna; e noi tegnamo ascose le dolcezze morose. Amor non parli o spiri, sien muti i baci e muti i miei sospiri. Qual rugiada o qual pianto, quai lagrime eran quelle che sparger vidi dal notturno manto e dal candido volto de le stelle? E perché seminò la bianca luna di cristalline stelle un puro nembo a l'erba fresca in grembo? Perché ne l'aria bruna s'udian, quasi dolendo, intorno intorno gir l'aure insino al giorno? Fur segni forse de la tua partita, vita de la mia vita?
Sui rami dell'alloro camminano due colombe oscure. L'una era il sole, l'altra la luna. "Casigliane mie," chiesi, "dove sta la mia sepoltura?" "Nella mia coda", disse il sole. "Nella mia gola", disse la luna. Ed io che andavo camminando con la terra alla cintola vidi due aquile di neve e una ragazza nuda. L'una era l'altra e la ragazza era nessuna. "Care aquile, " chiesi, "dove sta la mia sepoltura?" "Nella mia coda", disse il sole. "Nella mia gola", disse la luna. Sui rami dell'alloro vidi due colombe nude. L'una era l'altra ed entrambe nessuna.
Credo d'averti visto in sogno prima di conoscerti, tali sono le precognizioni d'Aprile prima della pienezza primaverile.
La visione avuta da te non è venuta quando tutto era impregnato dal profumo del sal fiorito, quando lo scintillare del fiume al tramonto aggiungeva una frangia al biondeggiare della sabbia, quando i frastuoni dei giorni estivi vagamente s'intrecciavano?
Sì, ironica e sfuggente è stata la visione che ho avuto del tuo viso, in ore evase da ogni realtà!
Fuggiva la barca sull'onda fuggitiva; la notte allungandosi in pacifica sera alla luna in cielo pallida, meditativa, fornica un dolce riparo nel suo abito nero;
Nella brumosa lontananza una campana lamentosa sospira il pio suono dal campanile del maniero; scorre all'orecchio attento il santo rumore, come un'ombra che a tratti l'occhio crede d'intravedere;
Alla devota voce la docile navicella sull'onda fremente s'arresta, vacilla, e sul flutto dormente, senza svegliarlo, s'assopisce;
Mosso il nocchiero da una mano rude e degna curva la fronte rugosa, devoto si degna, e riprende la barca verso il porto il cammino.