Non verremo alla meta ad uno ad uno, ma a due a due. Se ci conosceremo a due a due, noi ci conosceremo tutti, noi ci ameremo tutti e i figli un giorno rideranno della leggenda nera dove un uomo lacrima in solitudine.
Uomo libero, tu amerai sempre il mare! Il mare è il tuo specchio; contempli la tua anima Nello svolgersi infinito della sua onda, E il tuo spirito non è un abisso meno amaro. Ti piace tuffarti nel seno della tua immagine; L'accarezzi con gli occhi e con le braccia e il tuo cuore Si distrae a volte dal suo battito Al rumore di questa distesa indomita e selvaggia. Siete entrambi tenebrosi e discreti: Uomo, nulla ha mai sondato il fondo dei tuoi abissi, O mare, nulla conosce le tue intime ricchezze Tanto siete gelosi di conservare i vostri segreti! E tuttavia ecco che da innumerevoli secoli Vi combattete senza pietà né rimorsi, Talmente amate la carneficina e la morte, O eterni rivali, o fratelli implacabili!
Tacciono i boschi e i fiumi, e'l mar senza onda giace, ne le spelonche i venti han tregua e pace, e ne la notte bruna alto silenzio fa la bianca luna; e noi tegnamo ascose le dolcezze morose. Amor non parli o spiri, sien muti i baci e muti i miei sospiri. Qual rugiada o qual pianto, quai lagrime eran quelle che sparger vidi dal notturno manto e dal candido volto de le stelle? E perché seminò la bianca luna di cristalline stelle un puro nembo a l'erba fresca in grembo? Perché ne l'aria bruna s'udian, quasi dolendo, intorno intorno gir l'aure insino al giorno? Fur segni forse de la tua partita, vita de la mia vita?
Se il mondo va alla malora non è solo colpa degli uomini. Così diceva una svampita pipando una granita col chalumeau al Cafè de Paris. Non so chi fosse. A volte il Genio è quasi una cosa da nulla, un colpo di tosse.
Sui rami dell'alloro camminano due colombe oscure. L'una era il sole, l'altra la luna. "Casigliane mie," chiesi, "dove sta la mia sepoltura?" "Nella mia coda", disse il sole. "Nella mia gola", disse la luna. Ed io che andavo camminando con la terra alla cintola vidi due aquile di neve e una ragazza nuda. L'una era l'altra e la ragazza era nessuna. "Care aquile, " chiesi, "dove sta la mia sepoltura?" "Nella mia coda", disse il sole. "Nella mia gola", disse la luna. Sui rami dell'alloro vidi due colombe nude. L'una era l'altra ed entrambe nessuna.
"Addormentarsi adesso svegliarsi tra cento anni, amor mio..."
"No, non sono un disertore. Del resto, il mio secolo non mi fa paura il mio secolo pieno di miserie e di scandali il mio secolo coraggioso grande ed eroico. Non ho mai rimpianto d'esser venuto al mondo troppo presto sono del ventesimo secolo e ne son fiero. Mi basta esser là dove sono, tra i nostri, e battermi per un mondo nuovo..." "Tra cento anni, amor mio..." "No, prima e malgrado tutto. Il mio secolo che muore e rinasce il mio secolo i cui ultimi giorni saranno belli la mia terribile notte lacerata dai gridi dell'alba il mio secolo splenderà di sole, amor mio come i tuoi occhi..."
Fuggiva la barca sull'onda fuggitiva; la notte allungandosi in pacifica sera alla luna in cielo pallida, meditativa, fornica un dolce riparo nel suo abito nero;
Nella brumosa lontananza una campana lamentosa sospira il pio suono dal campanile del maniero; scorre all'orecchio attento il santo rumore, come un'ombra che a tratti l'occhio crede d'intravedere;
Alla devota voce la docile navicella sull'onda fremente s'arresta, vacilla, e sul flutto dormente, senza svegliarlo, s'assopisce;
Mosso il nocchiero da una mano rude e degna curva la fronte rugosa, devoto si degna, e riprende la barca verso il porto il cammino.
Un'orchestra sinfonica. Scoppia un temporale, stanno suonando un'ouverture di Wagner la gente lascia i posti sotto gli alberi e si precipita nel padiglione le donne ridendo, gli uomini ostentatamente calmi, sigarette bagnate che si buttano via, Wagner continua a suonare, e poi sono tutti al coperto. Vengono persino gli uccelli dagli alberi ed entrano nel padiglione e poi c'è la Rapsodia Ungherese n. 2 di Lizst, e piove ancora, ma guarda, un uomo seduto sotto la pioggia in ascolto. Il pubblico lo nota. Si voltano a guardare. L'orchestra bada agli affari suoi. L'uomo siede nella notte nella pioggia, in ascolto. Deve avere qualcosa che non va, no? È venuto a sentire la musica.