Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Elisa Iacobellis
in Poesie (Poesie d'Autore)

L'Uomo E Il Mare

Uomo libero, tu amerai sempre il mare!
Il mare è il tuo specchio; contempli la tua anima
Nello svolgersi infinito della sua onda,
E il tuo spirito non è un abisso meno amaro.
Ti piace tuffarti nel seno della tua immagine;
L'accarezzi con gli occhi e con le braccia e il tuo cuore
Si distrae a volte dal suo battito
Al rumore di questa distesa indomita e selvaggia.
Siete entrambi tenebrosi e discreti:
Uomo, nulla ha mai sondato il fondo dei tuoi abissi,
O mare, nulla conosce le tue intime ricchezze
Tanto siete gelosi di conservare i vostri segreti!
E tuttavia ecco che da innumerevoli secoli
Vi combattete senza pietà né rimorsi,
Talmente amate la carneficina e la morte,
O eterni rivali, o fratelli implacabili!
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Alba

    Odoravano i fior di vitalba
    per via, le ginestre nel greto;
    aliavano prima dell'alba
    le rondini nell'uliveto.
    Aliavano mute con volo
    nero, agile, di pipistrello;
    e tuttora gemea l'assiolo,
    che già spincionava il fringuello.
    Tra i pinastri era l'alba che i rivi
    mirava discendere giù:
    guizzò un raggio, soffiò su gli ulivi;
    virb... disse una rondine; e fu
    giorno: un giorno di pace e lavoro,
    che l'uomo mieteva il suo grano,
    e per tutto nel cielo sonoro
    saliva un cantare lontano.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Rinascita

      L'esangue primavera già tristemente esilia
      L'inverno, tempo lucido, tempo d'arte serena,
      E in me, dove un oscuro sangue colma ogni vena,
      L'impotenza si stira ed a lungo sbadiglia.
      Crepuscoli s'imbiancano tiepidi nella mente
      Che come vecchia tomba serra un cerchio di ferro,
      Ed inseguendo un sogno vago e bello, io erro
      Pei campi ove la linfa esulta immensamente.
      Poi procombo snervato di silvestri sentori,
      E scavando al mio sogno una fossa col viso,
      Mordendo il suolo caldo dove, sbocciano i fiori,
      Attendo nell'abisso che il tedio s'alzi... Oh riso
      Intanto dell'Azzurro sulla siepe e sui voli
      Degli uccelli ridesti che cinguettano al sole!
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)
        Stasi nel buio. Poi
        l'insostanziale azzurro
        versarsi di vette e distanze.

        Leonessa di Dio,
        come in una ci evolviamo,
        perno di calcagni e ginocchi! - La ruga

        s'incide e si cancella, sorella
        al bruno arco
        del collo che non posso serrare,

        bacche
        occhiodimoro oscuri
        lanciano ami -

        Boccate di un nero dolce sangue,
        ombre.
        Qualcos'altro

        mi tira su nell'aria -
        cosce, capelli;
        dai miei calcagni si squama.

        Bianca
        godiva, mi spoglio -
        morte mani, morte stringenze.

        E adesso io
        spumeggio al grano, scintillio di mari.
        Il pianto del bambino

        nel muro si liquefà.
        E io
        sono la freccia,

        la rugiada che vola
        suicida, in una con la spinta
        dentro il rosso

        occhio cratere del mattino.
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          Scritta da: Giacomo V
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Il mio cuore

          Il mio cuore è una rossa
          macchia di sangue dove
          io bagno senza possa
          la penna, a dolci prove

          eternamente mossa.
          E la penna si muove
          e la carta s'arrossa
          sempre a passioni nove.

          Giorno verrà: lo so
          che questo sangue ardente
          a un tratto mancherà,

          che la mia penna avrà
          uno schianto stridente...
          ... e allora morirò.
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            Scritta da: Eclissi
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Casida delle colombe oscure

            Sui rami dell'alloro
            camminano due colombe oscure.
            L'una era il sole,
            l'altra la luna.
            "Casigliane mie," chiesi,
            "dove sta la mia sepoltura?"
            "Nella mia coda", disse il sole.
            "Nella mia gola", disse la luna.
            Ed io che andavo camminando
            con la terra alla cintola
            vidi due aquile di neve
            e una ragazza nuda.
            L'una era l'altra
            e la ragazza era nessuna.
            "Care aquile, " chiesi,
            "dove sta la mia sepoltura?"
            "Nella mia coda", disse il sole.
            "Nella mia gola", disse la luna.
            Sui rami dell'alloro
            vidi due colombe nude.
            L'una era l'altra
            ed entrambe nessuna.
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              Scritta da: mor-joy
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Petali sulle ceneri

              Credo d'averti visto in sogno
              prima di conoscerti,
              tali sono le precognizioni
              d'Aprile
              prima della pienezza
              primaverile.

              La visione avuta da te
              non è venuta
              quando tutto era impregnato
              dal profumo del sal fiorito,
              quando lo scintillare
              del fiume al tramonto
              aggiungeva una frangia
              al biondeggiare della sabbia,
              quando i frastuoni
              dei giorni estivi
              vagamente s'intrecciavano?

              Sì, ironica e sfuggente
              è stata la visione
              che ho avuto del tuo viso,
              in ore evase
              da ogni realtà!
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                Scritta da: Gabriella Stigliano
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                La campana della sera

                Fuggiva la barca sull'onda fuggitiva;
                la notte allungandosi in pacifica sera
                alla luna in cielo pallida, meditativa,
                fornica un dolce riparo nel suo abito nero;

                Nella brumosa lontananza una campana lamentosa
                sospira il pio suono dal campanile del maniero;
                scorre all'orecchio attento il santo rumore,
                come un'ombra che a tratti l'occhio crede d'intravedere;

                Alla devota voce la docile navicella
                sull'onda fremente s'arresta, vacilla,
                e sul flutto dormente, senza svegliarlo, s'assopisce;

                Mosso il nocchiero da una mano rude e degna
                curva la fronte rugosa, devoto si degna,
                e riprende la barca verso il porto il cammino.
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