Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Marianna Mansueto
in Poesie (Poesie d'Autore)
"Addormentarsi adesso
svegliarsi tra cento anni, amor mio..."

"No,
non sono un disertore.
Del resto, il mio secolo non mi fa paura
il mio secolo pieno di miserie e di scandali
il mio secolo coraggioso grande ed eroico.
Non ho mai rimpianto d'esser venuto al mondo troppo presto
sono del ventesimo secolo e ne son fiero.
Mi basta esser là dove sono, tra i nostri,
e battermi per un mondo nuovo..."
"Tra cento anni, amor mio..."
"No,
prima e malgrado tutto.
Il mio secolo che muore e rinasce
il mio secolo
i cui ultimi giorni saranno belli
la mia terribile notte lacerata dai gridi dell'alba
il mio secolo splenderà di sole, amor mio
come i tuoi occhi..."
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    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Pioggia

    Un'orchestra sinfonica.
    Scoppia un temporale,
    stanno suonando un'ouverture di Wagner
    la gente lascia i posti sotto gli alberi
    e si precipita nel padiglione
    le donne ridendo, gli uomini ostentatamente calmi,
    sigarette bagnate che si buttano via,
    Wagner continua a suonare, e poi sono tutti
    al coperto. Vengono persino gli uccelli dagli alberi
    ed entrano nel padiglione e poi c'è la Rapsodia
    Ungherese n. 2 di Lizst, e piove ancora, ma guarda,
    un uomo seduto sotto la pioggia
    in ascolto. Il pubblico lo nota. Si voltano
    a guardare. L'orchestra bada agli affari
    suoi. L'uomo siede nella notte nella pioggia,
    in ascolto. Deve avere qualcosa che non va,
    no?
    È venuto a sentire
    la musica.
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      Scritta da: Elisa Iacobellis
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Giochi ogni giorno...

      Giochi ogni giorno con la luce dell'universo.
      Sottile visitstrice, giungi nel fiore e nell'acqua.
      Sei più di questa bianca testina che stringo
      come un grapolo tra le mie mani ogni giorno.

      A nessuno rassomigli da che ti amo.
      Lasciami stenderti tra le ghirlande gialle.
      Chi scrive il tuo nome a lettere di fumo tra le stelle del sud?
      Ah lascia che ricordi come eri allora, quando ancora non esistevi.

      Improvvisamente il vento ulula e sbatte la mia finestra chiusa.
      Il cielo è una rete colma di pesci cupi.
      Qui vengono a finire i venti, tutti.
      La pioggia si denuda.

      Passano fuggendo gli uccelli.
      Il vento. Il vento.
      Io posso lottare solamente contro la forza degli uomini.
      Il temporale solleva in turbine foglie oscure
      e scioglie tutte le barche che iersera s'ancorarono al cielo.

      Tu sei qui. Ah tu non fuggi.
      Tu mi risponderai fino all'ulitmo grido.
      Raggomitolati al mio fianco come se avessi paura.
      Tuttavia qualche volta corse un'ombra strana nei tuoi occhi.

      Ora, anche ora, piccola mi rechi caprifogli,
      ed hai persino i seni profumati.
      Mentre il vento triste galoppa uccidendo farfalle
      io ti amo, e la mia gioia morde la tua bocca di susina.

      Quanto ti sarà costato abituarti a me,
      alla mia anima sola e selvaggia, al mio nome che tutti allontanano.
      Abbiamo visto ardere tante volte l'astro baciandoci gli occhi
      e sulle nostre teste ergersi i crepuscoli in ventagli giranti.

      Le mie parole piovvero su di te accarezzandoti.
      Ho amato da tempo il tuo corpo di madreperla soleggiata.
      Ti credo persino padrona dell'universo.
      Ti porterò dalle montagne fiori allegri, copihues,
      nocciole oscure, e ceste silvestri di baci.
      Voglio fare con te
      ciò che la primavera fa con i ciliegi.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        La Guazza

        Laggiù, nella notte, tra scosse
        d'un lento sonaglio, uno scalpito
        è fermo. Non anco son rosse
        le cime dell'Alpi.
        Nel cielo d'un languido azzurro,
        le stelle si sbiancano appena:
        si sente un confuso sussurro
        nell'aria serena.
        Chi passa per tacite strade?
        Chi parla da tacite soglie?
        Nessuno. È la guazza che cade
        sopr'aride foglie.
        Si parte, ch'è ora, né giorno,
        sbarrando le vane pupille;
        si parte tra un murmure intorno
        di piccole stille.
        In mezzo alle tenebre sole,
        qualcuna riluce un minuto;
        riflette il tuo Sole, o mio Sole;
        poi cade: ha veduto.
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Ninnananna

          Posa il capo assopito, amore mio,
          umano sul mio braccio senza fede;
          tempo e febbri avvampino e cancelliano
          ogni bellezza individuale, via
          dai bambini pensosi, e poi la tomba
          attesta che effimero è il bambino:
          ma finch'è spunti il giorno mi rimanga
          tra le braccia la viva creatura,
          mortale sì, colpevole, eppure
          per me il bello nella sua interezza.

          Anima e corpo non hanno confini:
          agli amanti che giacciono sul suo
          tollerante declivio incantato
          in preda al deliquio ricorrente,
          solenne la visione manda Venere
          di soprannaturale armonia,
          di universale amore e speranza;
          mentre un'astratta intuizione accende,
          in mezzo ai ghiacciai e fra le rupi,
          dell'eremita l'estasi carnale.

          Passano sicurezze e fedeltà
          allo scoccare della mezzanotte
          come le vibrazioni di campana,
          e forsennati alla moda lanciano
          il loro pedantesco, uggioso grido:
          il costo fino all'ultimo centesimo
          - sta scritto in tutte le temute carte -
          andrà pagato, ma da questa notte
          non un solo bisbiglio, nè un pensiero,
          non un bacio o uno sguardo sia perduto.

          Bellezza muore, e mezzanotte, ed estasi:
          che i venti dell'alba, mentre lievi
          spirano intorno al tuo capo sognante,
          mostrino un giorno di accoglienza tale
          che occhio e cuore pulsino e gioiscano,
          paghi di un mondo, il nostro, che è mortale;
          meriggi di arsura ti ritrovino
          nutrito dei poteri involontari,
          notti di oltraggio ti lascino andare
          sorvegliato da ogni umano amore.
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