Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte Il primo per vederti tutto il viso Il secondo per vederti gli occhi L'ultimo per vedere la tua bocca E tutto il buio per ricordarmi queste cose Mentre ti stringo fra le braccia.
Camminavo sulla sabbia. Bassa marea. E giù, oltre, la curva, scrissi un verso sulla sabbia. E in quel verso scrissi quel che la mia mente pensava e ciò che la mia anima desiderava. E quando la marea fu alta, ritornai, ancora, su quel lido, e di ciò che avevo scritto nulla trovai. trovai solo i segni del bastone di uno che aveva lì camminato da cieco
Veramente, vivo in tempi bui! La parola disinvolta è folle. Una fronte liscia indica insensibilità. Colui che ride probabilmente non ha ancora ricevuto la terribile notizia.
Che tempi sono questi in cui un discorso sugli alberi è quasi un reato perché comprende il tacere su così tanti crimini! Quello lì che sta tranquillamente attraversando la strada forse non è più raggiungibile per i suoi amici che soffrono?
È vero: mi guadagno ancora da vivere ma credetemi: è un puro caso. Niente di ciò che faccio mi da il diritto di saziarmi. Per caso sono stato risparmiato. (Quando cessa la mia fortuna sono perso)
Mi dicono: mangia e bevi! Accontentati perché hai! Ma come posso mangiare e bere se ciò che mangio lo strappo a chi ha fame, e il mio bicchiere di acqua manca a chi muore di sete? Eppure mangio e bevo.
Mi piacerebbe anche essere saggio. Nei vecchi libri scrivono cosa vuol dire saggio: tenersi fuori dai guai del mondo e passare il breve periodo senza paura.
Anche fare a meno della violenza ripagare il male con il bene non esaudire i propri desideri, ma dimenticare questo è ritenuto saggio. Tutto questo non mi riesce: veramente, vivo in tempi bui!
Voi, che emergerete dalla marea nella quale noi siamo annegati ricordate quando parlate delle nostre debolezze anche i tempi bui ai quali voi siete scampati.
Camminavamo, cambiando più spesso i paesi delle scarpe, attraverso le guerre delle classi, disperati quando c'era solo ingiustizia e nessuna rivolta.
Eppure sappiamo: anche l'odio verso la bassezza distorce i tratti del viso. Anche l'ira per le ingiustizie rende la voce rauca. Ah, noi che volevamo preparare il terreno per la gentilezza noi non potevamo essere gentili.
Ma voi, quando sarà venuto il momento in cui l'uomo è amico dell'uomo ricordate noi Con indulgenza.
Voglio che tu sappia una cosa. Tu sai com'è questa cosa: se guardo la luna di Cristallo, il ramo rosso del lento autunno alla mia finestra, se tocco vicino al fuoco l'impalpabile cenere o il rugoso corpo della legna tutto mi conduce a te, come se ciò che esiste, aromi, luce, metalli, fossero piccole navi che vanno verso le tue isole che m'attendono. Orbene, se a poco a poco cessi d'amarmi cesserò d'amarti a poco a poco. Se d'improvviso mi dimentichi, non cercarmi, che già ti avrò dimenticata. Se consideri lungo e pazzo il vento di bandiere che passa per la mia vita e ti decidi a lasciarmi sulla riva del cuore in cui ho le radici, pensa che in quel giorno, in quell'ora leverò in alto le braccia e le mie radici usciranno a cercare altra terra. Ma se ogni giorno, ogni sera senti che a me sei destinata con dolcezza implacabile se ogni giorno sale alle tue labbra un fiore a cercarmi ahi, amore mio, ahi mia, in me tutto quel fuoco si ripete, in me nulla si spegne né dimentica il mio amore si nutre del tuo amore, amata, e finché tu vivrai starà tra le tue braccia senza uscire dalle mie.
Non sarà che alle nozze di animi costanti Io ammetta impedimenti, amore non è amore Che muta quando scopre mutamenti, O a separarsi inclina quando altri si separa. Oh no, è un faro irremovibile Che mira la tempesta e mai ne viene scosso; Esso è la stella di ogni sperduta nave, Remoto il suo valore, pur se il suo luogo noto. Amore non soggiace al tempo, anche se labbra E rosee guance cadranno sotto la sua arcuata falce. Amore non muta in brevi ore e settimane, Ma impavido resiste fino al giorno del Giudizio. Se questo è errore, e sarà contro me provato, allora io non ho mai scritto, e mai nessuno ha amato.
Vi è un piacere nei boschi inesplorati e un'estasi nelle spiagge deserte, vi è una compagnia che nessuno può turbare presso il mare profondo, e una musica nel suo ruggito; non amo meno l'uomo ma di più la natura dopo questi colloqui dove fuggo da quel che sono o prima sono stato per confondermi con l'universo e lì sentire ciò che mai posso esprimere né del tutto celare.
"Ho voglia di te". Perché quando ami non c'è altro da dire. È inevitabile. Può accadere di tutto, possono dirti qualunque cosa, cercare di convincerti del contrario. Ma dentro, nel tuo cuore, nel tuo animo, nella tua testa, girano solo quelle parole. Ho voglia di te. Quando ridi, quando lo aspetti, quando lo cerchi, quando lo pensi. Ho voglia di te. Quando guardi le cose, quando mangi e sbuffi, quando dormi, quando sogni... Ho voglia di te. Quando hai paura, quando ti abbracci, quando ti arrabbi e te ne vai. Ho voglia di te. Di mattina, di sera, di notte. Quando fai altro. Ho voglia di te. Anche se ti fa male, anche se a volte non andrà come doveva. Ho voglia di te. Forse questa è la risposta. Perché le risposte, a volte, arrivano quando meno te lo aspetti. O forse proprio quando non le aspetti più. [... ] La vita sorprende, ti prende, ti cerca, ti vuole. Non ti molla. Ti riempie di suoni, colori, sguardi, tuffi al cuore. Quella stessa vita che tempo prima ti aveva sbattuto a terra. Senza risposte. Le risposte che tutti cerchiamo sempre. Ma a volte a dartele non sono le persone che ti aspettavi. E per qualche risposta in più che ora hai in tasca, ci sono mille nuove domande che arriveranno. Perché il gioco della vita non si ferma. E l'amore ha le sue regole, sempre diverse da come le avevi impostate... Perché l'amore non ha un suo perché... Perché... Ho voglia di te.
Vieni, mia Donna, vieni mio vigore sfida di ogni riposo, finché mi affanno resterò in affanno. Spesso il nemico avendo il suo nemico in vista dalla sola presenza vien fiaccato, anche se non combatte. Getta pur quel cinto che splende simile allo Zodiaco, ma che nasconde al mio sguardo un mondo assai più bello. Togli gli spilli dal pettorale cosparso di lustrini, così che gli occhi dei maliziosi vi si possono fermare. Slacciati, perché quell'accordo armonioso mi dice di esser già l'ora di recarsi a letto. Via quel busto felice, che invidio, perché può starti così stretto. E via la gonna che svela una tanto bella condizione, come quando dai campi fioriti l'ombra dei colli si fugge. Via il diadema tenace, ed esso mostri il diadema fluente dei capelli che da te si leva: e ora via quelle scarpe, posa il tuo piede libero in questo sacro tempio dell'amore, su questo soffice letto. In vesti così bianche che gli Angeli del cielo erano soliti essere accolti dagli uomini; Angelo, conduci insieme a te un cielo simile al Paradiso di Maometto; e sebbene cattivi spiriti biancovestiti passino, noi facilmente riconosciamo questi Angeli da uno spirito malvagio, quelli rizzano i nostri capelli, ma questi ci rizzano la carne.
Dona licenza alle mie mani erranti, lasciale andare avanti e indietro, in mezzo, sopra e sotto. Oh mia America! Mia nuova terra scoperta, mio regno, più sicuro se solo un uomo lo domina, miniera di pietre preziose, mio Impero, come sono benedetto in questo mio scoprirti! Entrare in questi ceppi significa essere liberi; dove metto la mia mano sarà il mio suggello.
Completa nudità! Tutte le gioie a te sono dovute, come le anime si separano dal corpo, così i corpi si devono spogliare per gustare la gioia interamente. Le gemme che voi donne usate sono come i miei dorati pomi d'Atlanta, davanti allo sguardo degli uomini, tali che quando l'occhio di uno stupido s'illumina a una gemma la sua anima terrena non vuole la donna, ma vuole i suoi beni. Come dipinti, o come gaie rilegature di libri fatte per i profani, così sono le vesti delle donne; in sè le donne sono libri mistici che solo noi, fatti degni della loro grazia, vediamo rivelati. E poiché io sono chiamato a conoscere tanto, liberamente mostrati come a una levatrice; getta via tutto, si, getta i tuoi bianchi lini: all'innocenza nessuna penitenza è mai dovuta.
Per insegnarti, per primo ecco son nudo; allora dunque, per coprirti che altro ti occorre più di un uomo?
Accade che le affinità d'anima non giungano ai gesti e alle parole ma rimangano effuse come un magnetismo. É raro ma accade. Può darsi che sia vera soltanto la lontananza, vero l'oblio, vera la foglia secca più del fresco germoglio. Tanto e altro può darsi o dirsi. Comprendo la tua caparbia volontà di essere sempre assente perché solo così si manifesta la tua magia. Innumeri le astuzie che intendo. Insisto nel ricercarti nel fuscello e mai nell'albero spiegato, mai nel pieno, sempre nel vuoto: in quello che anche al trapano resiste. Era o non era la volontà dei numi che presidiano il tuo lontano focolare, strani multiformi multanimi animali domestici; fors'era così come mi pareva o non era. Ignoro se la mia inesistenza appaga il tuo destino, se la tua colma il mio che ne trabocca, se l'innocenza é una colpa oppure si coglie sulla soglia dei tuoi lari. Di me, di te tutto conosco, tutto ignoro.
Non ascoltare le voci delle sfere dell'aldilà, né intrecciare nella trama delle righe, "poesie ermetiche" né cercare con pazienza di orafo rime graziose e fini espressioni, stasera, grazie al cielo, io sto più su. di tutto ciò.
Stasera io sono un cantastorie di strada. La mia voce è semplice, senza artifici, e tu non puoi udire la mia canzone...
È notte. Nevica. Tu sei alle porte di Madrid. Davanti a te hai l'armata dei nemici, che è venuta per uccidere tutto ciò che c'è di più bello: la libertà, il sogno, la speranza e i ragazzi.
E nevica. E forse, i tuoi piedi nudi gelano.
Nevica... Ed ecco, in quest'istante che io penso a te con tutto il mio cuore, forse una pallottola spezzerà la tua vita e per te non ci sarà più neve né vento né notte né giorno...
E nevica. So che anche prima di gridare "No pasaran" e di montare la guardia alle porte di Madrid, tu esistevi!
Chi eri, di dove sei venuto? Forse dalle miniere delle Asturie? Forse una benda insanguinata sulla tua fronte ha coperto una ferita che ti sei presa al Nord? Forse sei tu quello che per ultimo sparò nella notte che gli junker bombardavano Bilbao? O servivi come bracciante nelle tenute di un qualche conte Pernando Valesquero di Cortolon? O avevi una botteguccia alla Porta del Sole e vendevi le frutta dai colori spagnoli? Forse, non avevi alcun talento, o forse avevi una bella voce? O eri uno studente, un futuro giurista, e i tuoi libri sotto i cingoli d'un carro armato italiano son rimasti nella città universitaria? Forse non credevi in Dio, e forse invece portavi una piccola croce di rame a un cordino di seta?
Chi sei, come ti chiami, quanti anni hai? Non ho visto la tua faccia, e non la vedrò.
Forse essa ricorda le facce di quelli che batterono le bande di Kolciak in Siberia? O, in qualche tratto, tu ricordi coloro che sono caduti a Domlupinar?
O somigli a Robespierre? Non hai udito il mio nome, e non l'udrai.
Tra noi due, fratello, ci sono i mari e i monti, e le mie maledette catene, e le prescrizioni del comitato di non intervento... Non posso venire da te, non posso mandarti di qui né una cassa di cartucce né uova né un paio di calze di lana...
So che in questo gelo i tuoi piedi nudi, là, alle porte di Madrid, come due bimbi gelano al vento...
E so che tutto ciò che in questo mondo c'è di grande e di bello, tutto ciò che sarà fatto dagli uomini, tutta la Verità futura e la Grandezza, che io aspetto con tanta ansia nel cuore, tutto questo riluce nei tuoi occhi, sentinella mia, stanotte alle porte di Madrid...
E so che oggi non posso, come non potei ieri e non potrò domani, fare nient'altro che pensare a te e amarti.