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in Poesie (Poesie d'Autore)

Cento Sonetti D'amore (XVII)

Non t'amo come se fossi rosa di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t'amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, tra l'ombra e l'anima.

T'amo come la pianta che non fiorisce e reca
dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;
grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
il concentrato aroma che ascese dalla terra.

T'amo senza sapere come, né quando, né da dove,
t'amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché non so amare altrimenti

che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.
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    Scritta da: MARINA PADOVAN
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Istanti

    Se io potessi vivere un'altra volta la mia vita
    nella prossima cercherei di fare più errori
    non cercherei di essere tanto perfetto,
    mi negherei di più,
    sarei meno serio di quanto sono stato,
    difatti prenderei pochissime cose sul serio.
    Sarei meno igienico,
    correrei più rischi,
    farei più viaggi,
    guarderei più tramonti,
    salirei più montagne,
    nuoterei più fiumi,
    andrei in posti dove mai sono andato,
    mangerei più gelati e meno fave,
    avrei più problemi reali e meno immaginari.
    Io sono stato una di quelle persone che ha vissuto sensatamente
    e precisamente ogni minuto della sua vita;
    certo che ho avuto momenti di gioia
    ma se potessi tornare indietro cercherei di avere soltanto buoni momenti.
    Nel caso non lo sappiate, di quello è fatta la vita,
    solo di momenti, non ti perdere l'oggi.
    Io ero uno di quelli che mai andava in nessun posto senza un termometro,
    una borsa d'acqua calda, un ombrello e un paracadute;
    se potessi vivere di nuovo comincerei ad andare scalzo all'inizio della primavera
    e continuerei così fino alla fine dell'autunno.
    Farei più giri nella carrozzella,
    guarderei più albe e giocherei di più con i bambini,
    se avessi un'altra volta la vita davanti.
    Ma guardate, ho 85 anni e so che sto morendo.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Al mare (o quasi)

      L'ultima cicala stride
      sulla scorza gialla dell'eucalipto
      i bambini raccolgono pinòli
      indispensabili per la galantina
      un cane alano urla dall'inferriata
      di una villa ormai disabitata
      le ville furono costruite dai padri
      ma i figli non le hanno volute
      ci sarebbe spazio per centomila terremotati
      di qui non si vede nemmeno la proda
      se può chiamarsi cosí quell'ottanta per cento
      ceduta in uso ai bagnini
      e sarebbe eccessivo pretendervi
      una pace alcionica
      il mare è d'altronde infestato
      mentre i rifiuti in totale
      formano ondulate collinette plastiche
      esaurite le siepi hanno avuto lo sfratto
      i deliziosi figli della ruggine
      gli scriccioli o reatini come spesso
      li citano i poeti. E c'è anche qualche boccio
      di magnolia l'etichetta di un pediatra
      ma qui i bambini volano in bicicletta
      e non hanno bisogno delle sue cure
      Chi vuole respirare a grandi zaffate
      la musa del nostro tempo la precarietà
      può passare di qui senza affrettarsi
      è il colpo secco quello che fa orrore
      non già l'evanescenza il dolce afflato del nulla
      Hic manebimus se vi piace non proprio
      ottimamente ma il meglio sarebbe troppo simile
      alla morte ( e questa piace solo ai giovani)
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Senza di te tornavo, come ebbro...

        Senza di te tornavo, come ebbro,
        non più capace d'esser solo, a sera
        quando le stanche nuvole dileguano
        nel buio incerto.
        Mille volte son stato così solo
        dacché son vivo, e mille uguali sere
        m'hanno oscurato agli occhi l'erba, i monti
        le campagne, le nuvole.
        Solo nel giorno, e poi dentro il silenzio
        della fatale sera. Ed ora, ebbro,
        torno senza di te, e al mio fianco
        c'è solo l'ombra.

        E mi sarai lontano mille volte,
        e poi, per sempre. Io non so frenare
        quest'angoscia che monta dentro al seno;
        essere solo.
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          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Solitudine

          La solitudine è come la pioggia.
          Si alza dal mare verso sera;
          dalle pianure lontane, distanti,
          sale verso il cielo a cui da sempre appartiene.
          E proprio dal cielo ricade sulla città.

          Piove quaggiù nelle ore crepuscolari,
          allorché tutti i vicoli si volgono verso il mattino
          e i corpi, che nulla hanno trovato,
          delusi e affranti si lasciano l'un l'altro;
          e persone che si odiano a vicenda
          sono costrette a dormire insieme in un letto unico:

          è allora che la solitudine scorre insieme ai fiumi.
          Composta domenica 21 settembre 1902
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            Scritta da: Marianna Mansueto
            in Poesie (Poesie d'Autore)
            Amici, se disertando la guerra a noi prossima
            voi e io fossimo destinati a vivere per sempre
            senza conoscere alcun decadimento, lo faremmo,
            non sarei fra i primi a combattere, non vi manderei
            nella battaglia che porta la gloria.
            Ma ora, stando così le cose, con i ministri della morte
            pronti attorno a noi a migliaia, che nessun uomo
            nato per morire può sfuggire e nemmeno evadere,
            andiamo.
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              Scritta da: Gabriella Stigliano
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Passa radiosa, come la notte tersa

              Passa radiosa, come la notte tersa
              dai cieli stellati;
              il meglio del buio e del fulgore
              si incontra nei suoi occhi
              addolciti a quella tenera luce
              che il cielo nega allo sforzo del giorno.
              Un'ombra in più, un raggio in meno, avrebbero
              in parte guastato la grazia senza nome
              che si posa sui capelli neri
              o illumina il volto con dolcezza,
              dove pensieri limpidi
              svelano pura e preziosa dimora.
              Su quella guancia, sopra quella fronte serena
              sorrisi e colori parlano di pacifici giorni,
              di un intelletto in armonia con tutto,
              di un cuore che ama innocente.
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                Scritta da: Andrea De Candia
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Paura dei tuoi occhi

                Paura dei tuoi occhi,
                di quel vertice puro
                entro cui batte il pensiero,
                paura del tuo sguardo
                nascosto velluto d'algebra
                col quale mi percorri,
                paura delle tue mani
                calamite leggere
                che chiedono linfa,
                paura dei tuoi ginocchi
                che premono il mio grembo
                e poi ancora paura
                sempre sempre paura,
                finché il mare sommerge
                questa mia debole carne
                e io giaccio sfinita
                su te che diventi spiaggia
                e io che divento onda
                che tu percuoti e percuoti
                con il tuo remo d'Amore.
                Composta martedì 4 agosto 2015
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