Poesie d'Autore migliori


Scritta da: R. Parisi
in Poesie (Poesie d'Autore)

Se tu mi dimenticassi

Voglio che tu sappia una cosa. Tu sai com'è questa cosa:
se guardo la luna di Cristallo, il ramo rosso del lento autunno alla mia finestra,
se tocco vicino al fuoco l'impalpabile cenere o il rugoso corpo della legna
tutto mi conduce a te, come se ciò che esiste, aromi, luce,
metalli, fossero piccole navi che vanno verso le tue isole che m'attendono.
Orbene, se a poco a poco cessi d'amarmi
cesserò d'amarti a poco a poco.
Se d'improvviso mi dimentichi, non cercarmi, che già ti avrò dimenticata.
Se consideri lungo e pazzo il vento di bandiere che passa per la mia vita e
ti decidi a lasciarmi sulla riva del cuore in cui ho le radici, pensa
che in quel giorno, in quell'ora
leverò in alto le braccia e le mie radici usciranno a cercare altra terra.
Ma se ogni giorno, ogni sera senti che a me sei destinata con dolcezza implacabile
se ogni giorno sale alle tue labbra un fiore a cercarmi
ahi, amore mio, ahi mia, in me tutto quel fuoco si ripete,
in me nulla si spegne né dimentica
il mio amore si nutre del tuo amore, amata, e finché tu vivrai starà
tra le tue braccia senza uscire dalle mie.
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    in Poesie (Poesie d'Autore)
    Non sarà che alle nozze di animi costanti
    Io ammetta impedimenti, amore non è amore
    Che muta quando scopre mutamenti,
    O a separarsi inclina quando altri si separa.
    Oh no, è un faro irremovibile
    Che mira la tempesta e mai ne viene scosso;
    Esso è la stella di ogni sperduta nave,
    Remoto il suo valore, pur se il suo luogo noto.
    Amore non soggiace al tempo, anche se labbra
    E rosee guance cadranno sotto la sua arcuata falce.
    Amore non muta in brevi ore e settimane,
    Ma impavido resiste fino al giorno del Giudizio.
    Se questo è errore, e sarà contro me provato,
    allora io non ho mai scritto, e mai nessuno ha amato.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Adolescente

      Su te, vergine adolescente,
      sta come un'ombra sacra.
      Nulla è più misterioso
      e adorabile e proprio
      della tua carne spogliata.
      Ma ti recludi nell'attenta veste
      e abiti lontano
      con la tua grazia
      dove non sai chi ti raggiungerà.
      Certo non io. Se ti veggo passare
      a tanta regale distanza,
      con la chioma sciolta
      e tutta la persona astata,
      la vertigine mi si porta via.
      Sei l'imporosa e liscia creatura
      cui preme nel suo respiro
      l'oscuro gaudio della carne che appena
      sopporta la sua pienezza.
      Nel sangue, che ha diffusioni
      di fiamma sulla tua faccia,
      il cosmo fa le sue risa
      come nell'occhio nero della rondine.
      La tua pupilla è bruciata
      dal sole che dentro vi sta.
      La tua bocca è serrata.
      Non sanno le mani tue bianche
      il sudore umiliante dei contatti.
      E penso come il tuo corpo
      difficoltoso e vago
      fa disperare l'amore
      nel cuor dell'uomo!

      Pure qualcuno ti disfiorerà,
      bocca di sorgiva.
      Qualcuno che non lo saprà,
      un pescatore di spugne,
      avrà questa perla rara.
      Gli sarà grazia e fortuna
      il non averti cercata
      e non sapere chi sei
      e non poterti godere
      con la sottile coscienza
      che offende il geloso Iddio.
      Oh sì, l'animale sarà
      abbastanza ignaro
      per non morire prima di toccarti.
      E tutto è così.
      Tu anche non sai chi sei.
      E prendere ti lascerai,
      ma per vedere come il gioco è fatto,
      per ridere un poco insieme.
      Come fiamma si perde nella luce,
      al tocco della realtà
      i misteri che tu prometti
      si disciolgono in nulla.
      Inconsumata passerà
      tanta gioia!
      Tu ti darai, tu ti perderai,
      per il capriccio che non indovina
      mai, col primo che ti piacerà.
      Ama il tempo lo scherzo
      che lo seconda,
      non il cauto volere che indugia.
      Così la fanciullezza
      fa ruzzolare il mondo
      e il saggio non è che un fanciullo
      che si duole di essere cresciuto.
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        Scritta da: Ely By
        in Poesie (Poesie d'Autore)
        "Ho voglia di te".
        Perché quando ami non c'è altro da dire.
        È inevitabile.
        Può accadere di tutto,
        possono dirti qualunque cosa,
        cercare di convincerti del contrario.
        Ma dentro, nel tuo cuore,
        nel tuo animo, nella tua testa,
        girano solo quelle parole.
        Ho voglia di te.
        Quando ridi, quando lo aspetti,
        quando lo cerchi, quando lo pensi.
        Ho voglia di te.
        Quando guardi le cose, quando mangi e sbuffi,
        quando dormi, quando sogni...
        Ho voglia di te.
        Quando hai paura, quando ti abbracci,
        quando ti arrabbi e te ne vai.
        Ho voglia di te.
        Di mattina, di sera, di notte.
        Quando fai altro.
        Ho voglia di te.
        Anche se ti fa male,
        anche se a volte non andrà come doveva.
        Ho voglia di te.
        Forse questa è la risposta.
        Perché le risposte, a volte,
        arrivano quando meno te lo aspetti.
        O forse proprio quando non le aspetti più.
        [... ]
        La vita sorprende, ti prende,
        ti cerca, ti vuole.
        Non ti molla.
        Ti riempie di suoni, colori, sguardi, tuffi al cuore.
        Quella stessa vita che tempo prima
        ti aveva sbattuto a terra.
        Senza risposte.
        Le risposte che tutti cerchiamo sempre.
        Ma a volte a dartele non sono
        le persone che ti aspettavi.
        E per qualche risposta in più
        che ora hai in tasca,
        ci sono mille nuove domande che arriveranno.
        Perché il gioco della vita non si ferma.
        E l'amore ha le sue regole,
        sempre diverse da come le avevi impostate...
        Perché l'amore non ha un suo perché...
        Perché... Ho voglia di te.
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          Scritta da: Elisabetta
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Passione d'amore

          Quei parmi in cielo fra gli Dei, se accanto
          ti siede, e vede il tuo bel riso, e sente
          i dolci detti e l'amoroso canto!

          A me repente,
          con più tumulto il core urta nel petto:
          more la voce, mentre ch'io ti miro,
          su la mia lingua nelle fauci stretto
          geme il sorriso.

          Serpe la fiamma entro il mio sangue, ed ardo:
          un indistinto tintinnio m'ingombra
          gli orecchi, e sogno: mi s'innalza al gaurdo
          torbida l'ombra.

          E tutta molle d'un sudor di gelo,
          e smorta in viso come erba che langue,
          tremo e fremo di brividi, ed anelo
          tacito, esangue.
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            Scritta da: Gabriella Stigliano
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Vi è un piacere nei boschi inesplorati

            Vi è un piacere nei boschi inesplorati
            e un'estasi nelle spiagge deserte,
            vi è una compagnia che nessuno può turbare
            presso il mare profondo,
            e una musica nel suo ruggito;
            non amo meno l'uomo ma di più la natura
            dopo questi colloqui dove fuggo
            da quel che sono o prima sono stato
            per confondermi con l'universo e lì sentire
            ciò che mai posso esprimere
            né del tutto celare.
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              Scritta da: Andrea De Candia
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Amami

              Amami
              e nel ricordo prendi la fionda antica
              e battimi i capelli. Mi vedrai crescere
              nera come la foresta dell'Amazzonia,
              ma se scosti i miei rami vedrai nella mia lingua
              uccelli variopinti e paradisi terrestri.
              Allora non pregare il Signore,
              perché la dovizia del mio canto
              io l'ho rubata a lui in un giorno di distrazione.
              Composta domenica 12 aprile 2015
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                Scritta da: Cheope
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Elegia XIX: andando a letto

                Vieni, mia Donna, vieni mio vigore sfida di ogni riposo,
                finché mi affanno resterò in affanno.
                Spesso il nemico avendo il suo nemico in vista
                dalla sola presenza vien fiaccato, anche se non combatte.
                Getta pur quel cinto che splende simile allo Zodiaco,
                ma che nasconde al mio sguardo un mondo assai più bello.
                Togli gli spilli dal pettorale cosparso di lustrini,
                così che gli occhi dei maliziosi vi si possono fermare.
                Slacciati, perché quell'accordo armonioso
                mi dice di esser già l'ora di recarsi a letto.
                Via quel busto felice, che invidio,
                perché può starti così stretto.
                E via la gonna che svela una tanto bella condizione,
                come quando dai campi fioriti l'ombra dei colli si fugge.
                Via il diadema tenace, ed esso mostri
                il diadema fluente dei capelli che da te si leva:
                e ora via quelle scarpe, posa il tuo piede libero
                in questo sacro tempio dell'amore, su questo soffice letto.
                In vesti così bianche che gli Angeli del cielo erano soliti
                essere accolti dagli uomini; Angelo, conduci insieme a te
                un cielo simile al Paradiso di Maometto; e sebbene
                cattivi spiriti biancovestiti passino, noi facilmente riconosciamo
                questi Angeli da uno spirito malvagio,
                quelli rizzano i nostri capelli, ma questi ci rizzano la carne.

                Dona licenza alle mie mani erranti, lasciale andare
                avanti e indietro, in mezzo, sopra e sotto.
                Oh mia America! Mia nuova terra scoperta,
                mio regno, più sicuro se solo un uomo lo domina,
                miniera di pietre preziose, mio Impero,
                come sono benedetto in questo mio scoprirti!
                Entrare in questi ceppi significa essere liberi;
                dove metto la mia mano sarà il mio suggello.

                Completa nudità! Tutte le gioie a te sono dovute,
                come le anime si separano dal corpo, così i corpi si devono spogliare
                per gustare la gioia interamente. Le gemme che voi donne usate
                sono come i miei dorati pomi d'Atlanta, davanti allo sguardo degli uomini,
                tali che quando l'occhio di uno stupido s'illumina a una gemma
                la sua anima terrena non vuole la donna, ma vuole i suoi beni.
                Come dipinti, o come gaie rilegature di libri
                fatte per i profani, così sono le vesti delle donne;
                in sè le donne sono libri mistici che solo noi,
                fatti degni della loro grazia, vediamo rivelati.
                E poiché io sono chiamato a conoscere tanto,
                liberamente mostrati come a una levatrice;
                getta via tutto, si, getta i tuoi bianchi lini:
                all'innocenza nessuna penitenza è mai dovuta.

                Per insegnarti, per primo ecco son nudo; allora dunque,
                per coprirti che altro ti occorre più di un uomo?
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                  in Poesie (Poesie d'Autore)
                  Accade che le affinità d'anima
                  non giungano ai gesti e alle parole ma
                  rimangano effuse come un magnetismo.
                  É raro ma accade. Può darsi
                  che sia vera soltanto la lontananza,
                  vero l'oblio, vera la foglia secca
                  più del fresco germoglio.
                  Tanto e altro può darsi o dirsi.
                  Comprendo la tua caparbia volontà di
                  essere sempre assente perché
                  solo così si manifesta la tua magia.
                  Innumeri le astuzie che intendo.
                  Insisto nel ricercarti nel fuscello
                  e mai nell'albero spiegato, mai nel pieno,
                  sempre nel vuoto: in quello che
                  anche al trapano resiste.
                  Era o non era la volontà dei numi
                  che presidiano il tuo lontano focolare,
                  strani multiformi multanimi animali domestici;
                  fors'era così come mi pareva
                  o non era. Ignoro se
                  la mia inesistenza appaga il tuo destino,
                  se la tua colma il mio che ne trabocca,
                  se l'innocenza é una colpa oppure
                  si coglie sulla soglia dei tuoi lari.
                  Di me, di te tutto conosco,
                  tutto ignoro.
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                    Scritta da: Davide Bidin
                    in Poesie (Poesie d'Autore)

                    Alle porte di Madrid

                    Non ascoltare le voci delle sfere dell'aldilà,
                    né intrecciare nella trama delle righe,
                    "poesie ermetiche"
                    né cercare
                    con pazienza di orafo
                    rime graziose
                    e fini espressioni,
                    stasera, grazie al cielo, io sto più su.
                    di tutto ciò.

                    Stasera io
                    sono un cantastorie di strada.
                    La mia voce è semplice, senza artifici,
                    e tu
                    non puoi udire la mia canzone...

                    È notte.
                    Nevica.
                    Tu sei alle porte di Madrid.
                    Davanti a te hai l'armata dei nemici,
                    che è venuta per uccidere
                    tutto ciò che c'è di più bello:
                    la libertà,
                    il sogno,
                    la speranza
                    e i ragazzi.

                    E nevica.
                    E forse,
                    i tuoi piedi nudi gelano.

                    Nevica...
                    Ed ecco,
                    in quest'istante
                    che io penso a te con tutto il mio cuore,
                    forse
                    una pallottola spezzerà la tua vita
                    e per te non ci sarà più
                    neve
                    né vento
                    né notte
                    né giorno...

                    E nevica.
                    So
                    che anche prima di gridare
                    "No pasaran"
                    e di montare la guardia
                    alle porte di Madrid,
                    tu esistevi!

                    Chi eri,
                    di dove sei venuto?
                    Forse
                    dalle miniere delle Asturie?
                    Forse
                    una benda insanguinata sulla tua fronte
                    ha coperto
                    una ferita che ti sei presa al Nord?
                    Forse
                    sei tu quello che per ultimo
                    sparò nella notte che gli junker
                    bombardavano Bilbao?
                    O servivi come bracciante
                    nelle tenute di un qualche
                    conte Pernando Valesquero di Cortolon?
                    O avevi una botteguccia
                    alla Porta del Sole
                    e vendevi le frutta dai colori spagnoli?
                    Forse, non avevi alcun talento,
                    o forse avevi una bella voce?
                    O eri uno studente,
                    un futuro giurista,
                    e i tuoi libri
                    sotto i cingoli d'un carro armato italiano
                    son rimasti
                    nella città universitaria?
                    Forse non credevi in Dio,
                    e forse invece portavi una piccola croce di rame
                    a un cordino di seta?

                    Chi sei,
                    come ti chiami,
                    quanti anni hai?
                    Non ho visto la tua faccia,
                    e non la vedrò.

                    Forse
                    essa ricorda le facce di quelli
                    che batterono le bande di Kolciak in Siberia?
                    O, in qualche tratto,
                    tu ricordi coloro
                    che sono caduti
                    a Domlupinar?

                    O somigli a Robespierre?
                    Non hai udito il mio nome,
                    e non l'udrai.

                    Tra noi due, fratello,
                    ci sono i mari e i monti,
                    e le mie maledette catene,
                    e le prescrizioni
                    del comitato di non intervento...
                    Non posso venire da te,
                    non posso mandarti di qui
                    né una cassa di cartucce
                    né uova
                    né un paio di calze di lana...

                    So
                    che in questo gelo
                    i tuoi piedi nudi,
                    là, alle porte di Madrid,
                    come due bimbi
                    gelano al vento...

                    E so
                    che tutto ciò che in questo mondo
                    c'è di grande
                    e di bello,
                    tutto ciò che sarà fatto dagli uomini,
                    tutta la Verità futura
                    e la Grandezza,
                    che io aspetto con tanta ansia nel cuore,
                    tutto questo riluce nei tuoi occhi,
                    sentinella mia,
                    stanotte
                    alle porte di Madrid...

                    E so
                    che oggi non posso,
                    come non potei ieri
                    e non potrò domani,
                    fare nient'altro
                    che pensare a te
                    e amarti.
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