Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

Per quel giorno, se mai verrà quel giorno (Sonetto 49)

Per quel giorno, se mai verrà quel giorno,
in cui ti vedrò accigliare ad ogni mio difetto,
e chiuderà il tuo amore il suo conto estremo
spinto a tal giudizio da sagge riflessioni:
per quel giorno in cui m'incontrerai da estraneo
senza volgere al mio viso il sole dei tuoi occhi,
e l'amor, mutato da quel era un tempo,
troverà ragioni di una certa gravità:
per quel giorno, dovrò cercare asilo
dentro la coscienza dei miei soli meriti,
e alzerò davanti a me questa mia mano
per parare quanto addurrai a tua ragione.
Per lasciar me miserabile tu hai la forza delle leggi
mentre io d'esser amato non posso vantar diritti.
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    in Poesie (Poesie d'Autore)
    Un giorno esisterà la fanciulla e la donna, il cui nome non significherà più soltanto un contrapposto al maschile, ma qualcosa per sé, qualcosa per cui non si penserà a completamento e confine, ma solo a vita reale: l'umanità femminile. Questo progresso trasformerà l'esperienza dell'amore, che ora è piena d'errore, la muterà dal fondo, la riplasmerà in una relazione da essere umano a essere umano, non più da maschio a femmina. E questo più umano amore somiglierà a quello che noi faticosamente prepariamo, all'amore che in questo consiste, che due solitudini si custodiscano, delimitino e salutino a vicenda.
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      Scritta da: Eclissi
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Casida del pianto

      Ho chiuso la mia finestra
      perché non voglio udire il pianto,
      ma dietro i grigi muri
      altro non s'ode che il pianto.
      Vi sono pochissimi angeli che cantano,
      pochissimi cani che abbaiano;
      mille violini entrano nella palma della mia mano.
      Ma il pianto è un cane immenso,
      il pianto è un angelo immenso,
      il pianto è un violino immenso,
      le lacrime imbavagliano il vento.
      E altro non s'ode che il pianto.
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        Scritta da: Paul Mehis
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Ode all'allegria

        Allegria
        Foglia verde
        Caduta dalla finestra.
        Minuscola chiarezza
        Appena nata,
        elefante sonoro
        abbagliante
        moneta,
        a volte
        fragile raffica,
        o
        piuttosto
        pane permanente,
        speranza compiuta,
        dovere svolto.
        Ti sdegnai allegria.
        Fui mal consigliato.
        La luna
        mi portò per i suoi cammini.
        Gli antichi poeti
        mi prestarono occhiali
        e posi
        accanto ad ogni cosa
        un nimbo oscuro,
        sul fiore una corona nera,
        sulla bocca amata
        un triste bacio.
        È ancora presto.
        Lascia che mi penta.
        Avevo pensato che soltanto
        se il mio cuore
        avesse bruciato
        il rovo del tormento,
        se la pioggia avesse bagnato
        il mio vestito
        nella regione violacea del lutto,
        se avessi chiuso
        gli occhi alla rosa
        e toccato la ferita,
        se avessi condiviso tutti i dolori,
        avrei aiutato gli uomini.
        Non fui nel giusto.
        Sbagliai i miei passi
        Ed oggi ti invoco, allegria.

        Come la terra
        sei
        necessaria.

        Come il fuoco
        sostieni
        i focolari.

        Come il pane
        sei pura.

        Come l'acqua d'un fiume
        sei sonora.

        Come un'ape
        Distribuisci miele volando.

        Allegria,
        fui un giovane taciturno,
        credetti che la tua chioma
        fosse scandalosa.

        Non era vero, me ne resi conto
        quando sul mio petto
        essa si sciolse in cascata.

        Oggi allegria,
        incontrata per strada,
        lontano da ogni libro,
        accompagnami.

        Con te
        voglio andare di casa in casa,
        voglio andare di gente in gente,
        di bandiera in bandiera.
        Tu non appartieni soltanto a me,
        Andremo sulle isole,
        sui mari.
        Andremo nelle miniere,
        nei boschi.
        E non soltanto boscaioli solitari,
        povere lavandaie
        o spigolosi, augusti
        tagliapietre,
        mi riceveranno con i tuoi grappoli,
        ma i congregati,
        i riuniti,
        i sindacati del mare o del legno,
        i valorosi ragazzi
        nella loro lotta.

        Con te per il mondo!
        Con il mio canto!
        Con il volo socchiuso
        della stella,
        e con la gioia
        della spuma!

        Io sono debitore verso tutti
        perché devo
        a tutti la mia allegria.

        Nessuno si sorprenda perché voglio
        consegnare agli uomini
        i doni della terra,
        perché ho imparato lottando
        che è mio terrestre dovere
        propagare l'allegria.
        E con il mio canto compio il mio destino.
        Composta mercoledì 23 settembre 2009
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          Scritta da: Sonia Dem.
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Tra i topazi e le fresie

          Sei pieno di tutte le ombre che mi inseguono
          di tutti quegli attimi che mi lasciano un segno...
          Tu sei dove le rose si schiudono...
          ove uccelli di bosco sussurrano ai monti
          sei tra i topazi e le fresie
          tra il suono di campane che si espande e le chiese
          Sei pieno di domande e muto di risposte
          Ombra e luce sono le tue colpe.
          Composta domenica 11 ottobre 2009
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            Scritta da: Barbara Brussa
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Come polvere o vento

            Se la mia poesia mi abbandonasse
            come polvere o vento,
            se io non potessi più cantare,
            come polvere o vento,
            io cadrei a terra sconfitta
            trafitta forse come la farfalla
            e in cerca della polvere d'oro
            morirei sopra una lampadina accesa,
            se la mia poesia non fosse come una gruccia
            che tiene su uno scheletro tremante,
            cadrei a terra come un cadavere
            che l'amore ha sconfitto.
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              in Poesie (Poesie d'Autore)
              Fammi un quadro del sole -
              posso appenderlo in camera mia
              e fingere di scaldarmi
              mentre gli altri lo chiamano "Giorno!".

              Disegna per me un pettirosso - su un ramo -
              così sognerò di sentirlo cantare
              e quando nei frutteti cesserà il canto -
              ch'io deponga l'illusione.

              Dimmi se è vero che fa caldo a mezzogiorno -
              se sono i ranuncoli che "volano"
              o le farfalle che "fioriscono".
              E poi, sfuggi il gelo sopra i prati
              e la ruggine sugli alberi.
              Dammi l'illusione che questi due - ruggine e gelo -
              non debbano arrivare mai!
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