Nel tuo sonno, al limite dei sogni, aspetto guardando in silenzio il tuo viso, come la stella del mattino che appare per prima alla tua finestra. Con i miei occhi berrò il primo sorriso che, come un germoglio, sboccerà sulle tue labbra semiaperte. Il mio desiderio è solo questo.
Come un pessimo attore in scena colto da paura dimentica il suo ruolo, oppur come una furia stracarica di rabbia strema il proprio cuore per impeto eccessivo, anch'io, sentendomi insicuro, non trovo le parole per la giusta apoteosi del ritual d'amore, e nel colmo del mio amor mi par mancare schiacciato sotto il peso della sua potenza. Sian dunque i versi miei, unica eloquenza e muti messaggeri della voce del mio cuore, a supplicare amore e attender ricompensa ben più di quella lingua che più e più parlò. Ti prego, impara a leggere il silenzio del mio cuore è intelletto sottil d'amore intendere con gli occhi.
Sei pallida perché sei stanca di scalare il cielo e fissare la terra tu che ti aggiri senza compagnia tra le stelle che hanno una differente nascita, tu che cambi sempre come un occhio senza gioia che non trova un oggetto degno della sua costanza?
Dorme la corriera dorme la farfalla dormono le mucche nella stalla
il cane nel canile il bimbo nel bimbile il fuco nel fucile e nella notte nera dorme la pula dentro la pantera
dormono i rappresentanti nei motel dell'Esso dormono negli Hilton i cantanti di successo dorme il barbone dorme il vagone dorme il contino nel baldacchino dorme a Betlemme Gesù bambino un po' di paglia come cuscino dorme Pilato tutto agitato
dorme il bufalo nella savana e dorme il verme nella banana dorme il rondone nel campanile russa la seppia sul'arenile dorme il maiale all'Hotel Nazionale e sull'amaca sta la lumaca addormentata
dorme la mamma dorme il figlio dorme la lepre dorme il coniglio e sotto i camion nelle autostazioni dormono stretti i copertoni
dormono i monti dormono i mari dorme quel porco di Scandellari che m'ha rubato la mia Liù per cui io solo porcamadonna non dormo più.
Molti prodigi ho veduto stamane: il sole, che col primo bacio terse le lacrime dagli occhi dell'aurora; le corone d'alloro degli eletti, chine sull'aureo manto della sera; l'oceano, verdeazzurro, sterminato, e scogli, navi, grotte, aneliti e terrori; e la sua voce arcana che, a chi l'ode, fa meditare quello che sarà o è stato. E anche ora, Giorgio, che ti dedico il verso, Cinzia fra coltri di seta appena si profila, come fosse una sposa alla sua prima notte, e lascia intravedere le amorose giostre. Ma che sarebbero i prodigi in mare e cielo senza averti compagno al mio pensiero.
Lo splendore dell'amicizia non è la mano tesa né il sorriso gentile né la gioia della compagnia: è l'ispirazione spirituale quando scopriamo che qualcuno crede in noi ed è disposto a fidarsi di noi.
Non chiedere alla foglia di non muoversi. Non può... c'è il vento! Non chiedere al sole di rimanere immobile. Non può... c'è la notte! Non chiedere all'uomo di vivere in eterno. Non può... c'è la morte! Non chiedermi di non amarti. Non posso... ti ho vista!
Parte delle stelle mattutine La luna e la posta L'insaziabile X, il dolore delirante, - la luna Sittle La Pottle, teh, teh, teh, - I poeti in vecchie stanze gufose che scrivono curvi parole sanno che le parole furono inventate perché il nulla era nulla Usando le parole, usate le parole, le X e gli spazi vuoti E la pagina bianca dell'Imperatore E l'ultimo dei Tori Prima che la primavera si metta in moto Sono una montagna di nulla di cui volenti o nolenti disponiamo Così di notte contratteremo nel mercato delle parole.
Dove son già fatte le strade, io smarrisco il cammino. Nell'oceano immenso, nel cielo azzurro non è traccia di sentiero. La viottola è nascosta dalle ali degli uccelli, dal fulgor delle stelle, dai fiori delle alterne stagioni. E io domando al cuore, se il suo sangue porti seco la conoscenza dell'invisibile via.
C'era una frana sulla Pacific Coast Highway e ci hanno fatto fare una deviazione fin su alle colline di Malibu e c'era un gran traffico e faceva caldo, e poi ci siamo persi. Ma ho intravisto un carro funebre e ho detto: "ecco il carro funebre, seguiamolo", e la mia donna ha detto: "quello non è il carro funebre", e io ho detto: "sì, è il nostro carro funebre".
Il carro funebre ha girato a sinistra e io l'ho seguito mentre si arrampicava per una stradina sterrata, fino a quando non ha accostato e io ho pensato: "si è perso pure lui". C'era un camioncino parcheggiato lì e un signore che vendeva fragole e io mi sono fermato e ho chiesto dov'era la chiesa e lui mi ha dato le indicazioni e la mia donna ha detto al tizio delle fragole: "al ritorno passiamo a comprare un po' di fragole". poi ho fatto inversione e il carro funebre si è rimesso in moto e ci siamo avviati uno dietro l'altro fino a quando non siamo arrivati alla chiesa.
eravamo lì per il funerale di un grand'uomo ma il gruppo era sparito: la famiglia, un paio di vecchi amici sceneggiatori, e altre due o tre persone. abbiamo detto due parole ai parenti e alla moglie del defunto e poi siamo entrati e la messa è cominciata e il prete non era niente di che ma uno dei figli del grand'uomo ha fatto un bel discorso, e poi è finito tutto ed eccoci di nuovo fuori, in macchina, di nuovo dietro al carro funebre, giù per la stessa stradina ripida e di nuovo davanti al camioncino delle fragole, e la mia donna ha detto: "non fermiamoci per le fragole", e mentre proseguivamo verso il cimitero, ho pensato: Fante, sei stato uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi e questo è un giorno triste. alla fine, eccoci al cimitero; il prete ha detto qualcosa ed è tutto finito. sono andato dalla vedova che se ne stava lì seduta tutta pallida e bella e piuttosto solitaria su una sedia pieghevole di metallo. "Hank", mi ha detto, "è difficile", e ho provato inutilmente a dire qualcosa che le fosse di conforto.
allora ce ne siamo andati, lasciandola lì, e io stavo proprio male.
Ho chiesto a un amico di riaccompagnare la mia ragazza in città e me ne sono andato all'ippodromo. Sono arrivato giusto in tempo per la prima corsa, e mentre giocavo la mia scommessa l'impiegato mi guardava strano e mi ha detto "Gesù, Hank, come mai porti la cravatta?"