Poesie d'Autore migliori


in Poesie (Poesie d'Autore)
Se tu non parli
Se tu non parli
riempirò il mio cuore del tuo silenzio
e lo sopporterò.
Resterò qui fermo ad aspettare come la notte
nella sua veglia stellata
con il capo chino a terra
paziente.

Ma arriverà il mattino
le ombre della notte svaniranno
e la tua voce
in rivoli dorati inonderà il cielo.
Allora le tue parole
nel canto
prenderanno ali
da tutti i miei nidi di uccelli
e le tue melodie
spunteranno come fiori
su tutti gli alberi della mia foresta.
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    Scritta da: Elisa Iacobellis
    in Poesie (Poesie d'Autore)
    Camminavo sulla sabbia. Bassa marea.
    E giù, oltre, la curva, scrissi un verso sulla sabbia.
    E in quel verso scrissi quel che la mia mente pensava
    e ciò che la mia anima desiderava.
    E quando la marea fu alta,
    ritornai, ancora, su quel lido,
    e di ciò che avevo scritto nulla trovai.
    trovai solo i segni del bastone di uno che aveva lì camminato da cieco
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      A quelli nati dopo di noi

      Veramente, vivo in tempi bui!
      La parola disinvolta è folle. Una fronte liscia
      indica insensibilità. Colui che ride
      probabilmente non ha ancora ricevuto
      la terribile notizia.

      Che tempi sono questi in cui
      un discorso sugli alberi è quasi un reato
      perché comprende il tacere su così tanti crimini!
      Quello lì che sta tranquillamente attraversando la strada
      forse non è più raggiungibile per i suoi amici
      che soffrono?

      È vero: mi guadagno ancora da vivere
      ma credetemi: è un puro caso. Niente
      di ciò che faccio mi da il diritto di saziarmi.
      Per caso sono stato risparmiato. (Quando cessa la mia fortuna sono perso)

      Mi dicono: mangia e bevi! Accontentati perché hai!
      Ma come posso mangiare e bere se
      ciò che mangio lo strappo a chi ha fame, e
      il mio bicchiere di acqua manca a chi muore di sete?
      Eppure mangio e bevo.

      Mi piacerebbe anche essere saggio.
      Nei vecchi libri scrivono cosa vuol dire saggio:
      tenersi fuori dai guai del mondo e passare
      il breve periodo senza paura.

      Anche fare a meno della violenza
      ripagare il male con il bene
      non esaudire i propri desideri, ma dimenticare
      questo è ritenuto saggio.
      Tutto questo non mi riesce:
      veramente, vivo in tempi bui!

      Voi, che emergerete dalla marea
      nella quale noi siamo annegati
      ricordate
      quando parlate delle nostre debolezze
      anche i tempi bui
      ai quali voi siete scampati.

      Camminavamo, cambiando più spesso i paesi delle scarpe,
      attraverso le guerre delle classi, disperati
      quando c'era solo ingiustizia e nessuna rivolta.

      Eppure sappiamo:
      anche l'odio verso la bassezza
      distorce i tratti del viso.
      Anche l'ira per le ingiustizie
      rende la voce rauca. Ah, noi
      che volevamo preparare il terreno per la gentilezza
      noi non potevamo essere gentili.

      Ma voi, quando sarà venuto il momento
      in cui l'uomo è amico dell'uomo
      ricordate noi
      Con indulgenza.
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        Scritta da: R. Parisi
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Se tu mi dimenticassi

        Voglio che tu sappia una cosa. Tu sai com'è questa cosa:
        se guardo la luna di Cristallo, il ramo rosso del lento autunno alla mia finestra,
        se tocco vicino al fuoco l'impalpabile cenere o il rugoso corpo della legna
        tutto mi conduce a te, come se ciò che esiste, aromi, luce,
        metalli, fossero piccole navi che vanno verso le tue isole che m'attendono.
        Orbene, se a poco a poco cessi d'amarmi
        cesserò d'amarti a poco a poco.
        Se d'improvviso mi dimentichi, non cercarmi, che già ti avrò dimenticata.
        Se consideri lungo e pazzo il vento di bandiere che passa per la mia vita e
        ti decidi a lasciarmi sulla riva del cuore in cui ho le radici, pensa
        che in quel giorno, in quell'ora
        leverò in alto le braccia e le mie radici usciranno a cercare altra terra.
        Ma se ogni giorno, ogni sera senti che a me sei destinata con dolcezza implacabile
        se ogni giorno sale alle tue labbra un fiore a cercarmi
        ahi, amore mio, ahi mia, in me tutto quel fuoco si ripete,
        in me nulla si spegne né dimentica
        il mio amore si nutre del tuo amore, amata, e finché tu vivrai starà
        tra le tue braccia senza uscire dalle mie.
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          in Poesie (Poesie d'Autore)
          Non sarà che alle nozze di animi costanti
          Io ammetta impedimenti, amore non è amore
          Che muta quando scopre mutamenti,
          O a separarsi inclina quando altri si separa.
          Oh no, è un faro irremovibile
          Che mira la tempesta e mai ne viene scosso;
          Esso è la stella di ogni sperduta nave,
          Remoto il suo valore, pur se il suo luogo noto.
          Amore non soggiace al tempo, anche se labbra
          E rosee guance cadranno sotto la sua arcuata falce.
          Amore non muta in brevi ore e settimane,
          Ma impavido resiste fino al giorno del Giudizio.
          Se questo è errore, e sarà contro me provato,
          allora io non ho mai scritto, e mai nessuno ha amato.
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            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Solitudine

            La solitudine è come la pioggia.
            Si alza dal mare verso sera;
            dalle pianure lontane, distanti,
            sale verso il cielo a cui da sempre appartiene.
            E proprio dal cielo ricade sulla città.

            Piove quaggiù nelle ore crepuscolari,
            allorché tutti i vicoli si volgono verso il mattino
            e i corpi, che nulla hanno trovato,
            delusi e affranti si lasciano l'un l'altro;
            e persone che si odiano a vicenda
            sono costrette a dormire insieme in un letto unico:

            è allora che la solitudine scorre insieme ai fiumi.
            Composta domenica 21 settembre 1902
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              Scritta da: Ely By
              in Poesie (Poesie d'Autore)
              "Ho voglia di te".
              Perché quando ami non c'è altro da dire.
              È inevitabile.
              Può accadere di tutto,
              possono dirti qualunque cosa,
              cercare di convincerti del contrario.
              Ma dentro, nel tuo cuore,
              nel tuo animo, nella tua testa,
              girano solo quelle parole.
              Ho voglia di te.
              Quando ridi, quando lo aspetti,
              quando lo cerchi, quando lo pensi.
              Ho voglia di te.
              Quando guardi le cose, quando mangi e sbuffi,
              quando dormi, quando sogni...
              Ho voglia di te.
              Quando hai paura, quando ti abbracci,
              quando ti arrabbi e te ne vai.
              Ho voglia di te.
              Di mattina, di sera, di notte.
              Quando fai altro.
              Ho voglia di te.
              Anche se ti fa male,
              anche se a volte non andrà come doveva.
              Ho voglia di te.
              Forse questa è la risposta.
              Perché le risposte, a volte,
              arrivano quando meno te lo aspetti.
              O forse proprio quando non le aspetti più.
              [... ]
              La vita sorprende, ti prende,
              ti cerca, ti vuole.
              Non ti molla.
              Ti riempie di suoni, colori, sguardi, tuffi al cuore.
              Quella stessa vita che tempo prima
              ti aveva sbattuto a terra.
              Senza risposte.
              Le risposte che tutti cerchiamo sempre.
              Ma a volte a dartele non sono
              le persone che ti aspettavi.
              E per qualche risposta in più
              che ora hai in tasca,
              ci sono mille nuove domande che arriveranno.
              Perché il gioco della vita non si ferma.
              E l'amore ha le sue regole,
              sempre diverse da come le avevi impostate...
              Perché l'amore non ha un suo perché...
              Perché... Ho voglia di te.
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                Scritta da: Cheope
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Elegia XIX: andando a letto

                Vieni, mia Donna, vieni mio vigore sfida di ogni riposo,
                finché mi affanno resterò in affanno.
                Spesso il nemico avendo il suo nemico in vista
                dalla sola presenza vien fiaccato, anche se non combatte.
                Getta pur quel cinto che splende simile allo Zodiaco,
                ma che nasconde al mio sguardo un mondo assai più bello.
                Togli gli spilli dal pettorale cosparso di lustrini,
                così che gli occhi dei maliziosi vi si possono fermare.
                Slacciati, perché quell'accordo armonioso
                mi dice di esser già l'ora di recarsi a letto.
                Via quel busto felice, che invidio,
                perché può starti così stretto.
                E via la gonna che svela una tanto bella condizione,
                come quando dai campi fioriti l'ombra dei colli si fugge.
                Via il diadema tenace, ed esso mostri
                il diadema fluente dei capelli che da te si leva:
                e ora via quelle scarpe, posa il tuo piede libero
                in questo sacro tempio dell'amore, su questo soffice letto.
                In vesti così bianche che gli Angeli del cielo erano soliti
                essere accolti dagli uomini; Angelo, conduci insieme a te
                un cielo simile al Paradiso di Maometto; e sebbene
                cattivi spiriti biancovestiti passino, noi facilmente riconosciamo
                questi Angeli da uno spirito malvagio,
                quelli rizzano i nostri capelli, ma questi ci rizzano la carne.

                Dona licenza alle mie mani erranti, lasciale andare
                avanti e indietro, in mezzo, sopra e sotto.
                Oh mia America! Mia nuova terra scoperta,
                mio regno, più sicuro se solo un uomo lo domina,
                miniera di pietre preziose, mio Impero,
                come sono benedetto in questo mio scoprirti!
                Entrare in questi ceppi significa essere liberi;
                dove metto la mia mano sarà il mio suggello.

                Completa nudità! Tutte le gioie a te sono dovute,
                come le anime si separano dal corpo, così i corpi si devono spogliare
                per gustare la gioia interamente. Le gemme che voi donne usate
                sono come i miei dorati pomi d'Atlanta, davanti allo sguardo degli uomini,
                tali che quando l'occhio di uno stupido s'illumina a una gemma
                la sua anima terrena non vuole la donna, ma vuole i suoi beni.
                Come dipinti, o come gaie rilegature di libri
                fatte per i profani, così sono le vesti delle donne;
                in sè le donne sono libri mistici che solo noi,
                fatti degni della loro grazia, vediamo rivelati.
                E poiché io sono chiamato a conoscere tanto,
                liberamente mostrati come a una levatrice;
                getta via tutto, si, getta i tuoi bianchi lini:
                all'innocenza nessuna penitenza è mai dovuta.

                Per insegnarti, per primo ecco son nudo; allora dunque,
                per coprirti che altro ti occorre più di un uomo?
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                  Scritta da: Marianna Mansueto
                  in Poesie (Poesie d'Autore)
                  Amici, se disertando la guerra a noi prossima
                  voi e io fossimo destinati a vivere per sempre
                  senza conoscere alcun decadimento, lo faremmo,
                  non sarei fra i primi a combattere, non vi manderei
                  nella battaglia che porta la gloria.
                  Ma ora, stando così le cose, con i ministri della morte
                  pronti attorno a noi a migliaia, che nessun uomo
                  nato per morire può sfuggire e nemmeno evadere,
                  andiamo.
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