Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

Ma è il mio cuore amore mio

I tuoi occhi m'interrogano tristi.
Vorrebbero sapere i miei pensieri
come la luna che scandaglia il mare.
Dal principio alla fine ho denudato
la mia vita davanti ai tuoi occhi,
senza nulla celarti o trattenere.
Ed è per questo che non mi conosci.
Se fosse soltanto una gemma,
la romperei in cento pezzi
e con essi farei una catena
da mettere attorno al tuo collo.
Se fosse soltanto un fiore,
rotondo e piccolo e dolce,
lo coglierei dallo stelo
per metterlo nei tuoi capelli.

Ma è il mio cuore, mia diletta
Dove sono le sue spiagge e il suo fondo ?
Di questo regno tu ignori i confini
e tuttavia sei la sua regina.
Se fosse solo un momento di gioia
fiorirebbe in un facile sorriso,
lo potresti capire in un momento.
Se fosse soltanto un dolore
si scioglierebbe in limpide lacrime,
rivelando il suo più intimo segreto
senza dire una sola parola.
Ma è il mio cuore, amore mio.
Le sue gioie e i suoi dolori
sono sconfinati, e infiniti
i suoi desideri e le sue ricchezze.
Ti è vicino come la tua stessa vita,
ma non puoi conoscerlo interamente.
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    in Poesie (Poesie d'Autore)

    La bontà

    Non permettere mai
    che qualcuno venga a te e vada via
    senza essere migliore e più contento.
    Sii l'espressione della bontà di Dio.
    Bontà sul tuo volto
    e nei tuoi occhi,
    bontà nel tuo sorriso
    e nel tuo saluto.
    Ai bambini, ai poveri
    e a tutti coloro che soffrono
    nella carne e nello spirito
    offri sempre un sorriso gioioso.
    Dà loro non solo le tue cure
    ma anche il tuo cuore.
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      Scritta da: Lorenzo Mariani
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Malasorte

      Per sollevare un così grande peso,
      Sisifo, il tuo coraggio ci vorrebbe!
      Per quanto ardore s'abbia nell'impresa,
      l'arte è lunga e il tempo è breve.

      Lontano dalle sepolture celebri,
      verso un cimitero isolato,
      il mio cuore, tamburo velato,
      va battendo marce funebri.

      -Quanti gioielli dormono sepolti
      nell'oblio e nelle tenebre,
      lontano dalle zappe e dalle sonde;

      quanti fiori effondono il profumo,
      dolce come un segreto, con rimpianto,
      nelle solitudini profonde.

      Malasorte.
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        in Poesie (Poesie d'Autore)
        Chiedo scusa al caso se lo chiamo necessità.
        Chiedo scusa alla necessità se tuttavia mi sbaglio.
        Non si arrabbi la felicità se la prendo per mia.
        Mi perdonino i morti se ardono appena nella mia memoria.
        Chiedo scusa al tempo per tutto il mondo che mi sfugge a ogni istante.
        Chiedo scusa al vecchio amore se do la precedenza al nuovo.
        Perdonatemi, guerre lontane, se porto fiori a casa.
        Perdonatemi, ferite aperte, se mi pungo un dito.
        Chiedo scusa a chi grida dagli abissi per il disco col minuetto.
        Chiedo scusa alla gente nelle stazioni se dormo alle cinque del mattino.
        Perdonami, speranza braccata, se a volte rido.
        Perdonatemi, deserti, se non corro con un cucchiaio d'acqua.
        E tu, falcone, da anni lo stesso, nella stessa gabbia,
        immobile con lo sguardo fisso sempre nello stesso punto,
        assolvimi, anche se tu fossi un uccello impagliato.
        Chiedo scusa all'albero abbattuto per le quattro gambe del tavolo.
        Chiedo scusa alle grandi domande per le piccole risposte.
        Verità, non prestarmi troppa attenzione.
        Serietà, sii magnanima con me.
        Sopporta, mistero dell'esistenza, se strappo fili dal tuo strascico.
        Non accusarmi, anima, se ti possiedo di rado.
        Chiedo scusa al tutto se non posso essere ovunque.
        Chiedo scusa a tutti se non so essere ognuno e ognuna.
        So che finché vivo niente mi giustifica,
        perché io stessa mi sono d'ostacolo.
        Non avermene, lingua, se prendo in prestito parole patetiche,
        e poi fatico per farle sembrare leggere.
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          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Attraversa l'anima

          Attraversa l'anima
          come una lama
          e ne sonda i paesaggi
          ora mesti, ora bui
          dove corvi neri come pece
          gracchiano così forte
          da grattarti le pareti del cuore.

          Percorre deliziosi giardini
          decorati da candide margherite
          e scaldati da un tiepido sole primaverile.
          Ma quando la sua linfa
          Giunta all'apice scoppia
          il foglio si macchia.
          Unico tampone per tale ferita.
          Composta sabato 28 settembre 2013
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            Scritta da: Barbara Brussa
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Estate

            C'è un giardino chiaro, fra mura basse,
            di erba secca e di luce, che cuoce adagio
            la sua terra. È una luce che sa di mare.
            Tu respiri quell'erba. Tocchi i capelli
            e ne scuoti il ricordo.
            Ho veduto cadere
            molti frutti, dolci, su un'erba che so,
            con un tonfo. Così trasalisci tu pure
            al sussulto del sangue. Tu muovi il capo
            come intorno accadesse un prodigio d'aria
            e il prodigio sei tu. C'è un sapore uguale
            nei tuoi occhi e nel caldo ricordo.
            Ascolti.
            La parole che ascolti ti toccano appena.
            Hai nel viso calmo un pensiero chiaro
            che ti finge alle spalle la luce del mare.
            Hai nel viso un silenzio che preme il cuore
            con un tonfo, e ne stilla una pena antica
            come il succo dei frutti caduti allora.
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              Scritta da: Andrea Baron
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              I giusti

              Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
              Chi è contento che sulla terra esista la musica.
              Chi scopre con piacere una etimologia.
              Due impiegati che in un caffè del sud giocano in silenzio agli scacchi.
              Il ceramista che premedita un colore e una forma.
              Il tipografo che compone bene questa pagina che forse non gli piace.
              Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
              Chi accarezza un animale addormentato.
              Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
              Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
              Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
              Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.
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                Scritta da: Gabriella Stigliano
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Alla vita

                Amici ci aspetta una barca e dondola
                nella luce ove il cielo s'inarca
                e tocca il mare, volano creature pazze ad amare
                il viso d'Iddio caldo di speranza
                in alto in basso cercando
                affetto in ogni occulta distanza
                e piangono: noi siamo in terra
                ma ci potremo un giorno librare
                esilmente piegare sul seno divino
                come rose dai muri nelle strade odorose
                sul bimbo che le chiede senza voce.

                Amici dalla barca si vede il mondo
                e in lui una verità che precede
                intrepida, un sospiro profondo
                dalle foci alle sorgenti;
                la Madonna dagli occhi trasparenti
                scende adagio incontro ai morenti,
                raccoglie il cumulo della vita, i dolori
                le voglie segrete da anni sulla faccia inumidita.
                Le ragazze alla finestra annerita
                con lo sguardo verso i monti
                non sanno finire d'aspettare l'avvenire.

                Nelle stanze la voce materna
                senza origine, senza profondità s'alterna
                col silenzio della terra, è bella
                e tutto par nato da quella.
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