Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Silvia Menato
in Poesie (Poesie d'Autore)

Così siamo

Dicevano, a Padova, "anch'io"
gli amici "l'ho conosciuto".
E c'era il romorio d'un'acqua sporca
prossima, e d'una sporca fabbrica:
stupende nel silenzio.
Perché era notte. "Anch'io
l'ho conosciuto".
Vitalmente ho pensato
a te che ora
non sei né soggetto né oggetto
né lingua usuale né gergo
né quiete né movimento
neppure il né che negava
e che per quanto s'affondino
gli occhi miei dentro la sua cruna
mai ti nega abbastanza

E così sia: ma io
credo con altrettanta
forza in tutto il mio nulla,
perciò non ti ho perduto
o, più ti perdo e più ti perdi,
più mi sei simile, più m'avvicini.
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    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Il tuo sorriso

    Toglimi il pane, se vuoi,
    toglimi l'aria, ma
    non togliermi il tuo sorriso.

    Non togliermi la rosa,
    la lancia che sgrani,
    l'acqua che d'improvviso
    scoppia nella tua gioia,
    la repentina onda
    d'argento che ti nasce.

    Dura è la mia lotta e torno
    con gli occhi stanchi,
    a volte, d'aver visto
    la terra che non cambia,
    ma entrando il tuo sorriso
    sale al cielo cercandomi
    ed apre per me tutte
    le porte della vita.

    Amor mio, nell'ora
    più oscura sgrana
    il tuo sorriso, e se d'improvviso
    vedi che il mio sangue macchia
    le pietre della strada,
    ridi, perché il tuo riso
    sarà per le mie mani
    come una spada fresca.

    Vicino al mare, d'autunno,
    il tuo riso deve innalzare
    la sua cascata di spuma,
    e in primavera, amore,
    voglio il tuo riso come
    il fiore che attendevo,
    il fiore azzurro, la rosa
    della mia patria sonora.

    Riditela della notte,
    del giorno, della luna,
    riditela delle strade
    contorte dell'isola,
    riditela di questo rozzo
    ragazzo che ti ama,
    ma quando apro gli occhi
    e quando li richiudo,
    quando i miei passi vanno,
    quando tornano i miei passi,
    negami il pane, l'aria,
    la luce, la primavera,
    ma il tuo sorriso mai,
    perché io ne morrei.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Il poeta solitario

      O dolce usignolo che ascolto
      (non sai dove), in questa gran pace
      cantare cantare tra il folto,
      là, dei sanguini e delle acace;
      t'ho presa - perdona, usignolo -
      una dolce nota, sol una,
      ch'io canto tra me, solo solo,
      nella sera, al lume di luna.
      E pare una tremula bolla
      tra l'odore acuto del fieno,
      un molle gorgoglio di polla,
      un lontano fischio di treno...
      Chi passa, al morire del giorno,
      ch'ode un fischio lungo laggiù
      riprende nel cuore il ritorno
      verso quello che non è più.
      Si trova al nativo villaggio,
      vi ritrova quello che c'era:
      l'odore di mesi-di-maggio
      buon odor di rose e di cera.
      Ne ronzano le litanie,
      come l'api intorno una culla:
      ci sono due voci sì pie!
      Di sua madre e d'una fanciulla.
      Poi fatto silenzio, pian piano,
      nella nota mia, che t'ho presa,
      risente squillare il lontano
      campanello della sua chiesa.
      Riprende l'antica preghiera,
      ch'ora ora non ha perché;
      si trova con quello che c'era,
      ch'ora ora ora non c'è...
      Chi sono? Non chiederlo. Io piango,
      ma di notte, perch'ho vergogna.
      O alato, io qui vivo nel fango.
      Sono un gramo rospo che sogna.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Allora

        Allora... in un tempo assai lunge
        felice fui molto; non ora:
        ma quanta dolcezza mi giunge
        da tanta dolcezza d'allora!
        Quell'anno! Per anni che poi
        fuggirono, che fuggiranno,
        non puoi, mio pensiero, non puoi,
        portare con te, che quell'anno!
        Un giorno fu quello, ch'è senza
        compagno, ch'è senza ritorno;
        la vita fu vana parvenza
        sì prima sì dopo quel giorno!
        Un punto!... così passeggero,
        che in vero passò non raggiunto,
        ma bello così, che molto ero
        felice, felice, quel punto!
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          Scritta da: Cheope
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Serena III

          Fissa questa manciata di bellezza su questa tavolozza
          non si sa mai potrebbe essere finale

          oppure lasciala è il paradiso e poi
          velluta imeni suoi globi dei tuoi occhi

          o sul ponte di Butt arrossisci di vergogna
          la mista declinazione di queste mammelle
          rizza la tua luna tua e soltanto tua
          su su su fino alla stella della sera
          svieni sull'archi-gassometro
          garofano fresco di Misery Hill
          svieni sulla piccola rossa
          casa di preghiere
          qualcosa cuore di Maria
          il Bull e il Pool le gettate che non si incontreranno mai
          almeno in questo mondo

          invece sfreccia tra i fusti caracollanti
          rovescia il ponte Victoria bravo
          rallenta striscia giù per Ringsend Road
          Irishtown Sandymount cerca trova il Fuoco dell'Inferno
          gli AppartamentiMerrion segnati da un trilione di sigma
          il Dito di Gesucristo Figlio di Dio Salvatore
          ragazze sorprese mentre si spogliano bravo
          sul frangiventi e onde di Bootersgrad
          la marea pànico dei gabbiani bigi
          le sabbie si smuovono nel tuo cuore caldo
          nasconditi non nella Rocca non ti fermare
          non ti fermare.
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            Scritta da: Elisabetta
            in Poesie (Poesie d'Autore)
            Se non puoi essere un pino sul monte,
            sii una saggina nella valle,
            ma sii la migliore piccola saggina
            sulla sponda del ruscello.
            Se non puoi essere un albero,
            sii un cespuglio.
            Se non puoi essere una via maestra
            sii un sentiero.
            Se non puoi essere il sole,
            sii una stella.
            Sii sempre il meglio
            di ciò che sei.
            Cerca di scoprire il disegno
            che sei chiamato ad essere,
            poi mettiti a realizzarlo nella vita.
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              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Faccio tutto ciò che posso

              Faccio tutto ciò che posso
              perché il mio amore
              non ti disturbi,
              ti guardo di nascosto,
              ti sorrido quando non mi vedi.
              Poso il mio sguardo
              e la mia anima ovunque
              vorrei posare i miei baci:
              sui tuoi capelli,
              sulla tua fronte,
              sui tuoi occhi,
              sulle tue labbra,
              ovunque le carezze
              abbiano libero accesso.
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                Scritta da: Andrea De Candia
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Reciprocità

                Ci sono cataloghi di cataloghi.
                Poesie su poesie.
                Ci sono drammi su attori recitati da attori.
                Lettere in risposta a lettere.
                Parole che spiegano parole.
                Cervelli impegnati a studiare il cervello.
                Ci sono tristezze contagiose come il riso.
                Carte nate da carte macerate.
                Sguardi veduti.
                Casi declinati da casi.
                Fiumi grandi per il copioso contributo di piccoli.
                Foreste infestate da foreste.
                Macchine destinate a produrre macchine.
                Sogni che all'improvviso ci destano dai sogni.
                Una salute di ferro necessaria a riacquistare la salute.
                Scale che portano giù come portano su.
                Occhiali per cercare occhiali.
                L'inspirazione e l'espirazione del respiro.
                E ci sia anche, almeno di tanto in tanto,
                l'odio dell'odio.
                Perché alla fin fine
                c'è l'ignoranza dell'ignoranza.
                E mani ingaggiate per lavarsene le mani.
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