È oggi: tutto l'ieri andò cadendo entro dita di luce e occhi di sogno, domani arriverà con passi verdi: nessuno arresta il fiume dell'aurora. Nessuno arresta il fiume delle tue mani, gli occhi dei tuoi sogni, beneamata, sei tremito del tempo che trascorre tra luce verticale e sole cupo, e il cielo chiude su te le sue ali portandoti, traendoti alle mie braccia con puntuale, misteriosa cortesia. Per questo canto il giorno e la luna, il mare, il tempo, tutti i pianeti, la tua voce diurna e la tua pelle notturna.
Il vento è un cavallo: senti come corre per il mare, per il cielo.
Vuol portarmi via: senti come percorre il mondo per portarmi lontano.
Nascondimi tra le tue braccia per questa notte sola, mentre la pioggia rompe contro il mare e la terra la sua bocca innumerevole.
Senti come il vento mi chiama galoppando per portarmi lontano.
Con la tua fronte sulla mia fronte, con la tua bocca sulla mia bocca, legati i nostri corpi, all’amore che che brucia, lascia che il vento passi senza che possa portarmi via.
Lascia che il vento corra coronato di spuma, che mi chiami e mi cerchi galoppando nell’ombra, mentre, sommerso, sotto i tuoi grandi occhi, per questa notte sola riposerò, amor mio.
Voi vorreste conoscere il segreto della morte, ma come potrete scoprirlo se non cercandolo nel cuore della vita? Il gufo, i cui occhi notturni sono ciechi al giorno, non può svelare il mistero della luce. Se davvero volete conoscere lo spirito della morte, spalancate il vostro cuore al corpo della vita. Poiché la vita e la morte sono una cosa sola, come una sola cosa sono il fiume e il mare. Nella profondità dei vostri desideri e speranze, sta la vostra muta conoscenza di ciò che è oltre la vita; e come i semi sognano sotto la neve, il vostro cuore sogna la primavera. Confidate nei sogni, poiché in essi si cela la porta dell'eternità. La vostra paura della morte non è che il tremito del pastore davanti al re che posa la mano su di lui in segno di onore. In questo suo fremere, il pastore non è forse pieno di gioia poiché porterà l'impronta regale? E tuttavia non è forse maggiormente assillato dal suo tremito? Che cos'è morire, se non stare nudi nel vento e disciogliersi al sole? E che cos'è emettere l'estremo respiro se non liberarlo dal suo incessante fluire, così che possa risorgere e spaziare libero alla ricerca di dio? Solo se berrete al fiume del silenzio, potrete davvero cantare. E quando avrete raggiunto la vetta del monte, allora incomincerete a salire. E quando la terra esigerà il vostro corpo, allora danzerete realmente.
Ci siamo sempre amati come se fosse per noi incontrarci impossibile. Forse per questo tutto è stato tra noi vero. Quando il sole sorge, la luna tramonta; non possono stare insieme per un intero niente vale di più che il quasi - mistero del loro lento, necessario inseguirsi.
Se l'amore deve essermi negato, perché il mattino spezza il suo cuore in canzoni, e perché questi sospiri che il vento del sud disperde tra le foglie appena spuntate ?
Se l'amore deve essermi negato, perché porta la notte, in dolente silenzio, la pena delle stelle ?
E perché questo folle cuore getta getta sconsideratamente la speranza su un mare la cui fine non conosce ?
Né l'intima grazia della tua fronte luminosa come una festa né il favore del tuo corpo, tuttora arcano e tacito e fanciullesco, né l'alternarsi delle tue vicende in parole o in silenzi saranno offerta così misteriosa come rimirare il tuo sonno coinvolto nella veglia delle mie braccia. Di nuovo miracolosamente vergine per la virtù assolutoria del sonno, serena e splendente come fausto ricordo trascelto, mi offrirai quella sponda della tua vita che tu stessa non possiedi. Proiettato nella quiete, scorgerò quella riva estrema del tuo essere e ti vedrò forse per la prima volta quale Iddio deve ravvisarti, annullata la finzione del Tempo, senza l'amore, senza di me.
Questa sera la luna sogna più languidamente; come una bella donna che su tanti cuscini con mano distratta e leggera prima d'addormirsi carezza il contorno dei seni, e sul dorso lucido di molli valanghe morente, si abbandona a lunghi smarrimenti, girando gli occhi sulle visioni bianche che salgono nell'azzurro come fiori in boccio.
Quando, nel suo languore ozioso, ella lascia cadere su questa terra una lagrima furtiva, un pio poeta, odiatore del sonno,
accoglie nel cavo della mano questa pallida lagrima dai riflessi iridati come un frammento d'opale, e la nasconde nel suo cuore agli sguardi del sole.
L'acqua in un recipiente è scintillante, l'acqua nel mare è scura. La piccola verità ha parole che sono chiare, la grande verità ha il grande silenzio.
O sant'asinità, sant'ignoranza, santa stoltezza e pia devozione, qual sola puoi far l'anime si buone che umano ingegno e studio non l'avanza. Non giunge faticosa vigilanza d'arte qualunque sia o invenzione, né dei sapienti contemplazione, al ciel dove ti edifichi la stanza. Che vi val (curiosi) lo studiare, voler sapere quel che fa la natura, se gli astri son pur terra, fuoco e mare? La santa asinità di ciò non cura, ma con man giunte e in ginocchio vuol stare aspettando da Dio la sua ventura. Nessuna cosa dura eccetto il frutto dell'eterna requie, la qual ci dona Dio dopo le esequie.
Sete di te m'incalza nelle notti affamate. Tremula mano rossa che si leva fino alla tua vita. Ebbra di sete, pazza di sete, sete di selva riarsa. Sete di metallo ardente, sete di radici avide. Verso dove, nelle sere in cui i tuoi occhi non vadano in viaggio verso i miei occhi, attendendoti allora.
Sei piena di tutte le ombre che mi spiano. Mi segui come gli astri seguono la notte. Mia madre mi partorì pieno di domande sottili. Tu a tutte rispondi. Sei piena di voci. Ancora bianca che cadi sul mare che attraversiamo. Solco per il torbido seme del mio nome. Esista una terra mia che non copra la tua orma. Senza i tuoi occhi erranti, nella notte, verso dove.
Per questo sei la sete e ciò che deve saziarla. Come poter non amarti se per questo devo amarti. Se questo è il legame come poterlo tagliare, come. Come, se persino le mie ossa hanno sete delle tue ossa. Sete di te, sete di te, ghirlanda atroce e dolce. Sete di te, che nelle notti mi morde come un cane. Gli occhi hanno sete, perché esistono i tuoi occhi. La bocca ha sete, perché esistono i tuoi baci. L'anima è accesa di queste braccia che ti amano. Il corpo, incendio vivo che brucerà il tuo corpo. Di sete. Sete infinita. Sete che cerca la tua sete. E in essa si distrugge come l'acqua nel fuoco.