Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Valeria S
in Poesie (Poesie d'Autore)

Chino sulle sere

Chino sulle sere tiro le mie tristi reti
ai tuoi occhi oceanici.

Lì si distende e arde nel più alto fuoco
la mia solitudine che fa girare le braccia come un naufrago.

Faccio rossi segnali ai tuoi occhi assenti
che ondeggiano come il mare sulla riva di una faro.

Conservi solo tenebre, donna distante e mia,
dal tuo sguardo emerge a volte la costa del terrore.

Chino sulle sere getto le mie tristi reti
in quel mare che scuote i tuoi occhi oceanici.

Gli uccelli notturni beccano le prime stelle
che scintillano come la mia anima quando ti amo.

Galoppa la notte sulla sua cavalla cupa
spargendo spighe azzurre sul prato.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Introduzione

    Ciò accadde allorché a sorridere
    Era solo chi è morto - lieto della pace.
    E, appendice inutile, si sbatteva
    Leningrado intorno alle sue carceri.
    E allorché, impazzite di tormento,
    Condannate ormai andavano le schiere
    E breve canzone di distacco
    I fischi cantavano delle locomotive.
    Stelle di morte incombevano su noi
    E innocente la Russia si torceva
    Sotto sanguinosi stivali
    E copertoni di neri cellulari.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Lettere dal carcere a Munevver

      Che sta facendo adesso
      adesso, in questo momento?
      È a casa? Per la strada?
      Al lavoro? In piedi? Sdraiata?
      Forse sta alzando il braccio?
      Amor mio
      come appare in quel movimento
      il polso bianco e rotondo!
      Che sta facendo adesso
      adesso, in questo momento?
      Un gattino sulle ginocchia
      Lei lo accarezza.
      O forse sta camminando
      ecco il piede che avanza.
      Oh i tuoi piedi che mi son cari
      che mi camminano sull'anima
      che illuminano i miei giorni bui!
      A che pensa?
      A me? O forse... chi sa
      ai fagioli che non si cuociono.
      O forse si domanda
      perché tanti sono infelici
      sulla terra.
      Che sta facendo adesso
      adesso, in questo momento?
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Natale

        Natale. Guardo il presepe scolpito,
        dove sono i pastori appena giunti
        alla povera stalla di Betlemme.
        Anche i Re Magi nelle lunghe vesti
        salutano il potente Re del mondo.
        Pace nella finzione e nel silenzio
        delle figure di legno: ecco i vecchi
        del villaggio e la stella che risplende,
        e l'asinello di colore azzurro.
        Pace nel cuore di Cristo in eterno;
        ma non v'è pace nel cuore dell'uomo.
        Anche con Cristo e sono venti secoli
        il fratello si scaglia sul fratello.
        Ma c'è chi ascolta il pianto del bambino
        che morirà poi in croce fra due ladri?
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          Scritta da: Antonella Marotta
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Amicizia

          Noi non ci conosciamo. Penso ai giorni
          che, perduti nel tempo, c'incontrammo,
          alla nostra incresciosa intimità.
          Ci siamo sempre lasciati
          senza salutarci,
          con pentimenti e scuse da lontano.
          Ci siam riaspettati al passo,
          bestie caure,
          cacciatori affinati,
          a sostenere faticosamente
          la nostra parte di estranei.
          Ritrosie disperanti,
          pause vertiginose e insormontabili,
          dicevan, nelle nostre confidenze,
          il contatto evitato e il vano incanto.
          Qualcosa ci è sempre rimasto,
          amaro vanto,
          di non aver ceduto ai nostri abbandoni,
          qualcosa ci è sempre mancato.
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            Scritta da: Roxanne ...
            in Poesie (Poesie d'Autore)
            Io non l'ho detto ancora al mio giardino
            Per non perdermi d'animo.
            E non mi sento ancora tanto forte
            Da rivelarlo all'ape.

            Non ne farò parola nella strada,
            Perfino le botteghe stupirebbero ch'io
            Timida ed ignorante come sono,
            Abbia l'audacia di morire.

            Non devono saperlo le colline
            Dove tanto ho vagato,
            Né posso dire ai miei boschi diletti
            Il giorno dell'addio.
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              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Sogno

              Il mio cuore riposa presso la fonte fredda.

              (Riempilo dei tuoi fili,
              regno dell'oblio. )

              L'acqua di quella fonte gli diceva i suoi canti.

              (Riempila dei tuoi fili,
              ragno dell'oblio. )

              Il mio cuore svegliato diceva i suoi amori.

              (Ragno del silenzio,
              tessigli il tuo mistero. )

              E l'acqua della fonte lo ascoltava ombrosa.

              (Ragno del silenzio,
              tessigli il tuo mistero. )

              Il cuore si rovescia su quella fonte fredda.

              (Mani bianchi, lontane,
              trattenete l'acqua! )

              Lo porta via l'acqua cantando d'allegria.

              (Mani bianche, lontane,
              niente resta nell'acqua! )
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                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Forse sono ferito senza sanguinare

                Forse sono ferito senza sanguinare
                da un raggio della tua vita
                e a mezza selva mi trattiene l'acqua:
                la pioggia che cade col suo cielo.

                Allora tocco il cuore madido:
                lì so che i tuoi occhi penetrarono
                la regione estesa del dolore
                e un sussurro d'ombra sorge solo:

                Chi è? Chi è? Ma non ebbe nome
                la foglia o l'acqua oscura che palpita
                a mezza selva, sorda, sul cammino,

                e così, amor mio, seppi che fui ferito
                e lì nessuno parlava, solo l'ombra,
                la notte errante, il bacio della pioggia.
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                  Scritta da: Gabriella Stigliano
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  Il ricordo

                  Quando per un mortale il fragore
                  del giorno cessa e sulla muta città
                  l'ombra traslucida della notte
                  e il sonno che ristora scende già,
                  allora per me s'insinua nel silenzio
                  il tempo del penoso vegliare:
                  e nell'inerzia notturna, della serpe
                  del cuore sento i morsi bruciare.
                  I sogni fervono e da gravi pensieri
                  è oppressa allora la mia mente.
                  Il tacito ricordo davanti a me
                  il suo lungo rotolo distende,
                  e con disgusto leggendo la mia vita,
                  amaramente piango e mi deprimo,
                  amaramente tremo e maledico,
                  ma i tristi versi non sopprimo.
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