Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

Introduzione

Ciò accadde allorché a sorridere
Era solo chi è morto - lieto della pace.
E, appendice inutile, si sbatteva
Leningrado intorno alle sue carceri.
E allorché, impazzite di tormento,
Condannate ormai andavano le schiere
E breve canzone di distacco
I fischi cantavano delle locomotive.
Stelle di morte incombevano su noi
E innocente la Russia si torceva
Sotto sanguinosi stivali
E copertoni di neri cellulari.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Lettere dal carcere a Munevver

    Che sta facendo adesso
    adesso, in questo momento?
    È a casa? Per la strada?
    Al lavoro? In piedi? Sdraiata?
    Forse sta alzando il braccio?
    Amor mio
    come appare in quel movimento
    il polso bianco e rotondo!
    Che sta facendo adesso
    adesso, in questo momento?
    Un gattino sulle ginocchia
    Lei lo accarezza.
    O forse sta camminando
    ecco il piede che avanza.
    Oh i tuoi piedi che mi son cari
    che mi camminano sull'anima
    che illuminano i miei giorni bui!
    A che pensa?
    A me? O forse... chi sa
    ai fagioli che non si cuociono.
    O forse si domanda
    perché tanti sono infelici
    sulla terra.
    Che sta facendo adesso
    adesso, in questo momento?
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Natale

      Natale. Guardo il presepe scolpito,
      dove sono i pastori appena giunti
      alla povera stalla di Betlemme.
      Anche i Re Magi nelle lunghe vesti
      salutano il potente Re del mondo.
      Pace nella finzione e nel silenzio
      delle figure di legno: ecco i vecchi
      del villaggio e la stella che risplende,
      e l'asinello di colore azzurro.
      Pace nel cuore di Cristo in eterno;
      ma non v'è pace nel cuore dell'uomo.
      Anche con Cristo e sono venti secoli
      il fratello si scaglia sul fratello.
      Ma c'è chi ascolta il pianto del bambino
      che morirà poi in croce fra due ladri?
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        Scritta da: Antonella Marotta
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Amicizia

        Noi non ci conosciamo. Penso ai giorni
        che, perduti nel tempo, c'incontrammo,
        alla nostra incresciosa intimità.
        Ci siamo sempre lasciati
        senza salutarci,
        con pentimenti e scuse da lontano.
        Ci siam riaspettati al passo,
        bestie caure,
        cacciatori affinati,
        a sostenere faticosamente
        la nostra parte di estranei.
        Ritrosie disperanti,
        pause vertiginose e insormontabili,
        dicevan, nelle nostre confidenze,
        il contatto evitato e il vano incanto.
        Qualcosa ci è sempre rimasto,
        amaro vanto,
        di non aver ceduto ai nostri abbandoni,
        qualcosa ci è sempre mancato.
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          Scritta da: Roxanne ...
          in Poesie (Poesie d'Autore)
          Io non l'ho detto ancora al mio giardino
          Per non perdermi d'animo.
          E non mi sento ancora tanto forte
          Da rivelarlo all'ape.

          Non ne farò parola nella strada,
          Perfino le botteghe stupirebbero ch'io
          Timida ed ignorante come sono,
          Abbia l'audacia di morire.

          Non devono saperlo le colline
          Dove tanto ho vagato,
          Né posso dire ai miei boschi diletti
          Il giorno dell'addio.
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            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Sogno

            Il mio cuore riposa presso la fonte fredda.

            (Riempilo dei tuoi fili,
            regno dell'oblio. )

            L'acqua di quella fonte gli diceva i suoi canti.

            (Riempila dei tuoi fili,
            ragno dell'oblio. )

            Il mio cuore svegliato diceva i suoi amori.

            (Ragno del silenzio,
            tessigli il tuo mistero. )

            E l'acqua della fonte lo ascoltava ombrosa.

            (Ragno del silenzio,
            tessigli il tuo mistero. )

            Il cuore si rovescia su quella fonte fredda.

            (Mani bianchi, lontane,
            trattenete l'acqua! )

            Lo porta via l'acqua cantando d'allegria.

            (Mani bianche, lontane,
            niente resta nell'acqua! )
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              Scritta da: sagea
              in Poesie (Poesie d'Autore)
              ... credevi che mille acri fossero molto?
              Credevi che la terra fosse molto?
              Ti sei esercitato tanto per imparare a leggere?
              Ti sei sentito superbo perché intendevi il senso
              delle poesie?
              Fermati con mè fermati questa notte, e tu capirai l'origine di tutte le poesie,
              Possiederai il bene della terra e del sole (sono rimasti ancora milioni di soli),
              Non riceverai più le cose di seconda, terza mano, non dovrai più guardare attraverso gli (occhi dei morti),
              né nutrirti di spettri nei libri,
              Non dovrai guardare attraverso gli occhi miei, né ricevere sensazioni per mezzo mio,
              Percepirai d'ogni parte suoni e li filtrerai attraverso te stesso.
              Composta mercoledì 24 marzo 2010
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                Scritta da: Davide Bidin
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                In Lode Dell'Asino

                O sant'asinità, sant'ignoranza,
                santa stoltezza e pia devozione,
                qual sola puoi far l'anime si buone
                che umano ingegno e studio non l'avanza.
                Non giunge faticosa vigilanza
                d'arte qualunque sia o invenzione,
                né dei sapienti contemplazione,
                al ciel dove ti edifichi la stanza.
                Che vi val (curiosi) lo studiare,
                voler sapere quel che fa la natura,
                se gli astri son pur terra, fuoco e mare?
                La santa asinità di ciò non cura,
                ma con man giunte e in ginocchio vuol stare
                aspettando da Dio la sua ventura.
                Nessuna cosa dura
                eccetto il frutto dell'eterna requie,
                la qual ci dona Dio dopo le esequie.
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                  Scritta da: Marianna Mansueto
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  Sete di te m'incalza

                  Sete di te m'incalza nelle notti affamate.
                  Tremula mano rossa che si leva fino alla tua vita.
                  Ebbra di sete, pazza di sete, sete di selva riarsa.
                  Sete di metallo ardente, sete di radici avide.
                  Verso dove, nelle sere in cui i tuoi occhi non vadano
                  in viaggio verso i miei occhi, attendendoti allora.

                  Sei piena di tutte le ombre che mi spiano.
                  Mi segui come gli astri seguono la notte.
                  Mia madre mi partorì pieno di domande sottili.
                  Tu a tutte rispondi. Sei piena di voci.
                  Ancora bianca che cadi sul mare che attraversiamo.
                  Solco per il torbido seme del mio nome.
                  Esista una terra mia che non copra la tua orma.
                  Senza i tuoi occhi erranti, nella notte, verso dove.

                  Per questo sei la sete e ciò che deve saziarla.
                  Come poter non amarti se per questo devo amarti.
                  Se questo è il legame come poterlo tagliare, come.
                  Come, se persino le mie ossa hanno sete delle tue ossa.
                  Sete di te, sete di te, ghirlanda atroce e dolce.
                  Sete di te, che nelle notti mi morde come un cane.
                  Gli occhi hanno sete, perché esistono i tuoi occhi.
                  La bocca ha sete, perché esistono i tuoi baci.
                  L'anima è accesa di queste braccia che ti amano.
                  Il corpo, incendio vivo che brucerà il tuo corpo.
                  Di sete. Sete infinita. Sete che cerca la tua sete.
                  E in essa si distrugge come l'acqua nel fuoco.
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