Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

Contusione

Colore inonda la macchia, porpora cupo.
Tutto slavato è il resto del corpo,
ha colore di perla.

In un anfratto di rupe
risucchia il mare ossesivamente,
un solo vuoto è perno di tutto il mare.

Non più grande che una mosca
il marchio funesto
striscia giù per il muro.

Il cuore si chiude,
il mare cala,
gli occhi sono schermati.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)
    Nel cerchio di un pensiero
    a volte mi riposo sognando
    e lí sta il tuo peccato
    perché mi entri nel corpo
    e il corpo si appassiona
    gridando di un'estasi che non è sua
    altri giovani amanti diciamo
    che sono presenti
    nei tuoi baci nelle mie disattenzioni
    infatti su di me hanno camminato
    le ombre dei morti
    di coloro che sono inceneriti
    in un letto
    e non hanno mai avuto niente.
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      Scritta da: Cheope
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Il fiore

      Ben poco ti preoccupi, povero fiore,
      che ho osservato per sei o sette giorni,
      e ho visto la tua nascita, e ho visto quanto ogni ora donava
      al tuo sviluppo, affinché tu crescessi fino a questa altezza,
      e ora che su questo ramo tu trionfi e ridi,
      ben poco ti preoccupi
      che gelerà fra breve, e che domani
      ti troverò caduto, o non ti troverò per nulla.

      Ben poco ti preoccupi, povero cuore,
      che ancora fatichi a costruirti un nido,
      e pensi qui svolando di conquistarti un luogo
      su un albero vietato o che a te si rifiuta,
      e speri di piegare, in un lungo assedio, la sua rigidezza:
      ben poco ti preoccupi,
      che prima che si desti il sole, domani mattina,
      dovrai con questo sole e insieme a me metterti in viaggio.

      Ma tu, che ami essere
      sottile a tormentarti, dirai:
      ahimè, se tu devi partire a me che importa?
      Qui son le mie faccende, qui voglio restare;
      tu vai da amici il cui affetto e i cui mezzi
      altro piacere arrecano
      agli occhi tuoi, agli orecchi, alla lingua, a ogni parte di te.
      Se quindi parte il tuo corpo, che bisogno hai di un cuore?

      Bene, allora rimani: ma sappi,
      quando sarai rimasto, e fatto del tuo meglio:
      un cuore nudo e pesante, che non fa mostra di sè,
      per una donna non è che una specie di spettro;
      come potrà conoscere il mio cuore; o non avendo cuore
      in te riconoscerne uno?
      La pratica le può insegnare a conoscere altre parti,
      ma, parola mia, non a conoscere un cuore.

      Vienimi incontro a Londra, allora,
      fra venti giorni, e mi potrai vedere
      più fresco e grasso, per la compagnia degli uomini,
      che se fossi rimasto insieme a te e a lei.
      Per amore di Dio, se ti è possibile, segui il mio esempio:
      laggiù ti vorrei dare
      a un altro amico, che si mostrerà felice
      di avere tanto il mio corpo quanto la mia anima.
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        Scritta da: Cheope
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        L'ora nostra

        Sai un'ora del giorno che più bella
        sia della sera? Tanto
        più bella e meno amata? È quella
        che di poco i suoi sacri ozi precede;
        l'ora che intensa è l'opera, e si vede
        la gente mareggiare nelle strade;
        sulle mole quadrate delle case
        una luna sfumata, una che appena
        discerni nell'aria serena.

        È l'ora che lasciavi la campagna
        per goderti la tua cara città,
        dal golfo luminoso alla montagna
        varia d'aspetti in sua bella unità;
        l'ora che la mia vita in piena va
        come un fiume al suo mare;
        e il mio pensiero, il lesto camminare
        della folla, gli artieri in cima all'alta
        scala, il fanciullo che correndo salta
        sul carro fragoroso, tutto appare
        fermo nell'atto, tutto questo andare
        ha una parvenza d'immobilità.

        È l'ora grande, l'ora che accompagna
        meglio la nostra vendemmiante età.
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          Scritta da: Elisabetta
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Ai monomaniaci

          Basta appena un fugace pretesto
          per sprofondarli nel loro delirio particolare nella loro ossesione devastante,
          le sue parole scatenanti
          sono giustizia e giudici
          a sentirle la sua trasformazione è immediata
          il sorriso gli si muta in un ghigno
          dalla faccia gli cade la maschera variopinta
          e sotto appare una tavola di Cesare Lombroso.
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            Scritta da: Gabriella Stigliano
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Inni alla notte e cantico dei morti

            Noi sogniamo di viaggi per l'universo:
            ma l'universo non è forse dentro di noi?
            Noi non conosciamo gli abissi del nostro spirito.
            La via segreta che conduce all'interno.
            In noi, e in nessun altro luogo,
            sta l'eternità con i suoi mondi, il passato e il futuro.
            Il mondo esterno è il mondo delle ombre,
            e getta le sue ombre nel regno della luce.
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              Scritta da: Erika Moon
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Canzone del maschio e della femmina

              Canzone del maschio e della femmina!
              Il frutto dei secoli
              che spreme il suo succo
              nelle nostre vene.

              La mia anima che si diffonde nella tua carne distesa
              per uscire migliorata da te,
              il cuore che si disperde
              stirandosi come una pantera,
              e la mia vita, sbriciolata, che si annoda
              a te come la luce alle stelle!

              Mi ricevi
              come il vento la vela.

              Ti ricevo
              come il solco il seme.

              Addormentati sui miei dolori
              se i miei dolori non ti bruciano,
              legati alle mie ali,
              forse le mie ali ti porteranno,
              dirigi i miei desideri,
              forse ti duole la loro lotta.

              Tu sei l'unica che possiedo
              da quando persi la mia tristezza!

              Lacerami come una spada
              o senti come un'antenna!

              Baciami,
              mordimi,
              incendiami,
              che io vengo alla terra
              solo per il naufragio dei miei occhi di maschio
              nell'acqua infinita dei occhi di femmina!
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                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Una minaccia alla mia immortalità

                Si spogliò davanti a me
                con la figa dall'altra parte
                mentre io stavo a letto con la bottiglia
                di birra.

                Cos'è quella verruca che hai
                sul culo? Chiesi.

                Non è una verruca, disse lei,
                è un neo, una specie
                di voglia.

                Quel coso mi spaventa, dissi,
                lasciamo
                stare.

                Scesi dal letto
                e andai nell'altra stanza
                e mi sedetti sulla sedia a dondolo
                e mi dondolai.

                Mi raggiunse dì un po',
                vecchia scoreggia. Sei pieno di verruche e cicatrici
                e bitorzoli d'ogni genere
                dappertutto. Credo proprio che tu sia il vecchio
                più brutto
                che abbia mai visto.

                Lascia perdere, dissi, dimmi qualcosa di più
                di quel neo
                che hai sul culo.

                Lei andò nell'altra stanza
                si vestì e poi mi passò davanti
                sbattè l'uscio
                e
                sparì.

                E pensare
                che aveva anche letto
                tutti i miei libri di poesie.

                Spero solo che non dica a nessuno
                che non sono stato
                carino.
                Composta mercoledì 25 settembre 2013
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