Ti guardo e il sole cresce Presto ricoprirà la nostra giornata Svegliati cuore e colori in mente Per dissipare le pene della notte
Ti guardo tutto è spoglio Fuori le barche hanno poca acqua Bisogna dire tutto con poche parole Il mare è freddo senza amore
È l'inizio del mondo Le onde culleranno il cielo E tu vieni cullata dalle tue lenzuola Tiri il sonno verso di te Svegliati che io segua le tue tracce Ho un corpo per attenderti per seguirti Dalle porte dell'alba alle porte dell'ombra Un corpo per passare la mia vita ad amarti
Nel cerchio di un pensiero a volte mi riposo sognando e lí sta il tuo peccato perché mi entri nel corpo e il corpo si appassiona gridando di un'estasi che non è sua altri giovani amanti diciamo che sono presenti nei tuoi baci nelle mie disattenzioni infatti su di me hanno camminato le ombre dei morti di coloro che sono inceneriti in un letto e non hanno mai avuto niente.
Ben poco ti preoccupi, povero fiore, che ho osservato per sei o sette giorni, e ho visto la tua nascita, e ho visto quanto ogni ora donava al tuo sviluppo, affinché tu crescessi fino a questa altezza, e ora che su questo ramo tu trionfi e ridi, ben poco ti preoccupi che gelerà fra breve, e che domani ti troverò caduto, o non ti troverò per nulla.
Ben poco ti preoccupi, povero cuore, che ancora fatichi a costruirti un nido, e pensi qui svolando di conquistarti un luogo su un albero vietato o che a te si rifiuta, e speri di piegare, in un lungo assedio, la sua rigidezza: ben poco ti preoccupi, che prima che si desti il sole, domani mattina, dovrai con questo sole e insieme a me metterti in viaggio.
Ma tu, che ami essere sottile a tormentarti, dirai: ahimè, se tu devi partire a me che importa? Qui son le mie faccende, qui voglio restare; tu vai da amici il cui affetto e i cui mezzi altro piacere arrecano agli occhi tuoi, agli orecchi, alla lingua, a ogni parte di te. Se quindi parte il tuo corpo, che bisogno hai di un cuore?
Bene, allora rimani: ma sappi, quando sarai rimasto, e fatto del tuo meglio: un cuore nudo e pesante, che non fa mostra di sè, per una donna non è che una specie di spettro; come potrà conoscere il mio cuore; o non avendo cuore in te riconoscerne uno? La pratica le può insegnare a conoscere altre parti, ma, parola mia, non a conoscere un cuore.
Vienimi incontro a Londra, allora, fra venti giorni, e mi potrai vedere più fresco e grasso, per la compagnia degli uomini, che se fossi rimasto insieme a te e a lei. Per amore di Dio, se ti è possibile, segui il mio esempio: laggiù ti vorrei dare a un altro amico, che si mostrerà felice di avere tanto il mio corpo quanto la mia anima.
Sai un'ora del giorno che più bella sia della sera? Tanto più bella e meno amata? È quella che di poco i suoi sacri ozi precede; l'ora che intensa è l'opera, e si vede la gente mareggiare nelle strade; sulle mole quadrate delle case una luna sfumata, una che appena discerni nell'aria serena.
È l'ora che lasciavi la campagna per goderti la tua cara città, dal golfo luminoso alla montagna varia d'aspetti in sua bella unità; l'ora che la mia vita in piena va come un fiume al suo mare; e il mio pensiero, il lesto camminare della folla, gli artieri in cima all'alta scala, il fanciullo che correndo salta sul carro fragoroso, tutto appare fermo nell'atto, tutto questo andare ha una parvenza d'immobilità.
È l'ora grande, l'ora che accompagna meglio la nostra vendemmiante età.
L'Italia è ancora come la lasciai, ancora polvere sulle strade, ancora truffe al forestiero, si presenti come vuole. Onestà tedesca ovunque cercherai invano, c'è vita e animazione qui, ma non ordine e disciplina; ognuno pensa per sé, è vano, dell'altro diffida, e i capi dello stato, pure loro, pensano solo per sé. Bello è il paese! Ma Faustina, ahimè, più non ritrovo. Non è più questa l'Italia che lasciai con dolore.
Basta appena un fugace pretesto per sprofondarli nel loro delirio particolare nella loro ossesione devastante, le sue parole scatenanti sono giustizia e giudici a sentirle la sua trasformazione è immediata il sorriso gli si muta in un ghigno dalla faccia gli cade la maschera variopinta e sotto appare una tavola di Cesare Lombroso.
La bellezza non ha causa: esiste. Inseguila e sparisce. Non inseguirla e rimane. Sai afferrare le crespe del prato, quando il vento vi avvolge le sue dita? Iddio provvederà perché non ti riesca.
Noi sogniamo di viaggi per l'universo: ma l'universo non è forse dentro di noi? Noi non conosciamo gli abissi del nostro spirito. La via segreta che conduce all'interno. In noi, e in nessun altro luogo, sta l'eternità con i suoi mondi, il passato e il futuro. Il mondo esterno è il mondo delle ombre, e getta le sue ombre nel regno della luce.