Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Cheope
in Poesie (Poesie d'Autore)

I Pastori

Settembre, andiamo. È tempo di migrare.
Ora in terra d'Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all'Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.

Han bevuto profondamente ai fonti
alpestri, che sapor d'acqua natia
rimanga né cuori esuli a conforto,
che lungo illuda la lor sete in via.
Rinnovato hanno verga d'avellano.

E vanno pel tratturo antico al piano,
quasi per un erbal fiume silente,
su le vestigia degli antichi padri.
O voce di colui che primamente
conosce il tremolar della marina!

Ora lungh'esso il litoral cammina
La greggia. Senza mutamento è l'aria.
Il sole imbionda sì la viva lana
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciacquio, calpestio, dolci romori.

Ah perché non son io cò miei pastori?
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    in Poesie (Poesie d'Autore)
    Un freddo vento australe
    scompiglia i rami ai tigli,
    sembra che vi s'impigli,
    per guardar qui, la luna.

    Io scrivo alla mia bella
    che mi ha abbandonato
    e la mia lunga lettera
    la legge anche la luna.

    La luce sua silente
    scorre di riga in riga.
    Io piango, e cosi scordo
    preghiere sonno e luna.
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      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Colui che il mio nome rinchiude

      Colui che il mio nome rinchiude
      piange in questa prigione.

      Ho un gran da fare
      a costruirmi intorno questo muro
      e mentre il muro sale verso il cielo
      giorno per giorno
      me ne sto nella sua ombra scura
      e perdo di vista il mio vero essere.

      Sono fiero di questo grande muro
      e lo ricopro per bene di polvere e sabbia
      per paura che rimanga anche
      il più piccolo spiraglio.

      Per questa mia solerzia
      non vedo più
      chi veramente sono.
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        in Poesie (Poesie d'Autore)

        L'immensità dell'attimo

        Quando tra estreme ombre profonda
        in aperti paesi l'estate
        rapisce il canto agli armenti
        e la memoria dei pastori e ovunque tace
        la secreta alacrità delle specie,
        i nascituri avvallano
        nella dolce volontà delle madri
        e preme i rami dei colli e le pianure
        aride il progressivo esser dei frutti.
        Sulla terra accadono senza luogo,
        senza perché le indelebili
        verità, in quel soffio ove affondan
        leggere il peso le fronde
        le navi inclinano il fianco
        e l'ansia dè naviganti a strane coste,
        il suono d'ogni voce
        perde sé nel suo grembo, al mare al vento.
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          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Vecchio?

          In agosto avrò 73 anni,
          quasi ora di fare le valigie
          per un salto nel vuoto
          ma due cose
          mi trattengono:
          non ho ancora scritto
          abbastanza poesie
          e poi il vecchio
          che abita nella casa
          di fianco alla mia.
          Vivo e vegeto,
          a 96 anni.
          Picchia sulla finestra
          col bastone
          e manda baci
          a mia moglie.
          Capisce tutto,
          schiena dritta,
          passo svelto,
          guarda troppa tivù
          ma noi
          allora?
          Ogni tanto vado a trovarlo,
          ciacola
          ma non dice cazzate,
          tende a ripetersi
          un poco
          ma vale quasi la pena
          di riascoltarlo.
          Ero da lui
          un giorno e ha detto:
          "sai, presto
          tirerò le cuoia..."
          "mah," ho detto io, "non ne sono
          così sicuro..."
          "Io sì," ha detto,
          "perciò, che ne diresti
          di fare un cambio con casa mia?"
          "Certo la tua è carina."
          "ma non so se puoi darmi
          quello che voglio in cambio..."
          "Dipende, mettimi alla prova."
          "Bè," ha detto, "vorrei un nuovo
          paio di testicoli."
          Quando morirà il vicino
          sarà difficile riempire
          il gran vuoto che lascia.
          Mi sono
          spiegato?
          Composta mercoledì 25 settembre 2013
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            Scritta da: Gianni Marcantoni
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Sommosse

            Ho guardato questa città bruciare due volte
            durante la mia vita
            e l'evento più rilevante
            è stato la reazione dei
            politici di fronte
            alle conseguenze
            quando hanno
            proclamato l'ingiustizia
            del sistema
            e hanno reclamato un nuovo
            patto sociale per i disgraziati e per i
            poveri.

            Niente è stato modificato la scorsa
            volta.
            Niente sarà cambiato questa
            volta.

            I poveri rimarranno poveri.
            i disoccupati rimarranno
            tali.
            Quelli senza casa rimarranno
            senza casa

            E i politici,
            ingrassati dal paese, prospereranno
            per sempre.
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