Poesie d'Autore


in Poesie (Poesie d'Autore)

Abbraccio

Ogni tanto mi sussurrerai qualcosa
parole incomprensibili per la mia mente
e mi ruberai il respiro con un bacio
per soffiare dentro il mio cuore i tuoi battiti.

Io ti amerò fino alla morte
come uno che ha trovato al mondo tutto ciò che cerca
e quando sarà il momento per me di chiudere gli occhi
tu mi terrai la mano stretta al tuo petto.
Composta martedì 14 gennaio 2014
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    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Milano ha smesso di respirare e pensa

    Milano ha smesso di respirare e pensa.
    Ha un amore oltre i confini della città, prigioniero,
    e s'affolla di rondini spinte in acrobazie per sostituire le lettere
    che ha smesso di spedire in assenza di francobolli.
    Io sono uno dei suoi prigionieri.
    Sono fidanzato col nuvolo grigio del parco Sempione
    e ti fisso mia donna del sogno, in una vetrina,
    dell'ultimo negozio antico nascosto,
    dal viale alberato di tigli.

    Ti mando una lettera da Milano, grida il foglio.
    Mi sento un po' vagabondo a primavera,
    quando il sereno strappa al sonno le coperte
    dove l'immaginario ha raggiunto altri attimi felici.

    Milano ha smesso di respirare e sogna.
    Si toglie il fumo dalle tempie e beve cappuccini,
    ed io cerco il fiore solitario nella piazza del Sforzesco
    come mille altri sognatori prigionieri di un'abitudine.
    Ho sposato le albe nebbiose
    e i castelli che i turisti sognano per casa
    ho sposato te che resti nei miei pensieri
    e la porta bronzea del Duomo.
    Composta sabato 4 maggio 2013
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      Foglie

      A volte noi scivoliamo
      sulle bande di matasse della vita
      e c'imbrigliano in mezzo ai nodi
      saturi delle corde umane strette al silenzio

      certi giorni ci ubriachiamo con niente
      pur di camminare senza inciampare sulla via
      dove molti prima di noi hanno perduto i sensi
      e qualcosa della verginità presa a partorire il primo

      di notte ci stringiamo come orsi in tane
      profonde cave della memoria dove resistere al freddo
      e alle sferzate di ogni occasione perduta
      inseguendo come dei disperati lontani sogni

      a volte noi raccogliamo dall'asfalto le foglie
      per farne i trofei di gloria mancati d'un perduto tempo
      che come un assassino si ritira
      in mezzo ai vivi per poi segnarne i giorni.
      Composta mercoledì 17 marzo 2010
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        Resisto

        Non conosco i mari quanto le tempeste
        che ne alzano le onde
        e non conosco gli uomini
        quanto la loro sofferenza
        la stessa che mettono per far compiere i loro ideali.

        Non combatto ogni giorno.
        Io combatto sempre e per quei respiri
        cui a volte manca l'aria
        troppo pesante per fare volare il cuore.

        Non conoscono guerrieri
        che non hanno mai guardato avanti
        e nemmeno speranze
        che non vogliano diventare miracoli.

        Io sto in piedi,
        davanti al vento,
        davanti al mare,
        davanti agli uomini
        davanti a ogni prigione
        fosse di silenzio
        fosse di solitudine
        e vedo come un fuoco che mi prende
        nella mente e nel corpo
        così capisco il senso di ogni cosa
        la stessa per cui non cedo
        alle tempeste
        ai venti
        al mare.

        Io resisto
        e chi come me resiste,
        non guarda altre montagne
        se non quelle
        dei propri ideali.
        Composta martedì 5 giugno 2012
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          Un altro giorno in Paradiso

          Quando cerchi una parete di riparo alla tempesta
          e la tua vita è in una vecchia trappola d'ombre
          tutte le stanze del mondo ti sembra nascondano mostri
          e l'aria ti stringe come un bicipite di vento infuocato
          t'aggrappi ai sogni come un bambino mutilato dalla paura
          nutrito solo dalle pastiglie dolci della mente
          sperando di sedare il vagito del silenzio
          che inevitabilmente cerca l'approdo oltre i confini
          nella città in cui ti rifugi manichini rubano sguardi
          danzatrici del ventre le fronde che ululano alla tua anima
          l'assassino del buio corre disperato come un cane
          col raggio d'un lampione malconcio
          ti toglierai la polvere dalla bocca
          con un sorso asciutto di vento impastato al mare
          dove potresti camminare volando
          se solo non avessi nel sangue le tracce profonde dei cieli
          nei giorni bui.
          Composta venerdì 6 marzo 2009
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            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Ferro legato al fuoco

            L'amore ha un granello di sabbia nell'occhio
            e ti guarda storto per tutta la vita
            abita e si consuma
            dentro un bozzolo protestante
            legato ai tuoi cromosomi come un ferro
            è legato al fuoco dei tizzoni ardenti.

            Ti radi,
            ti vesti
            e attendi un caffè in fila
            sulla sedicesima dicono sia il migliore,
            lo sorseggi
            concentrato sulla miseria del traffico
            congestionato dai sogni
            che ogni semaforo da buon nemico assorbe.
            Nella tua città hai i minuti contati.
            Lei si è travestita da primavera che esausto rincorri,
            e smetti di tremare verso la mezzanotte di ogni tuo inverno,
            educando i preliminari a Olimpiadi di obbedienza
            alla ragione.

            La notte tamburella sulle stelle
            che tu calpesti
            prima di salire verso una casa
            sedata sulle giunture del tempo
            che conta i secondi della tua vita
            con piccoli granelli di sabbia.
            Composta domenica 1 dicembre 2013
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              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Nella tentazione quasi umana della quercia

              Invecchiando
              comincerò la conta degli anni
              confessando all'ego cose più convenienti
              inseguendo donne lucertola
              virtù a sangue freddo
              e buone infermiere
              le piogge s'infileranno nella carne
              cercando di reggersi in piedi
              ma zoppicheranno con l'ennesima solitudine
              di chi usa l'età come stampella
              l'ora esatta
              gustata con l'amaro al mattino
              cercherà cubetti di zucchero nel caffellatte
              lo stomaco brontolerà come un megafono
              alla mente
              presa a divenire su uno straccio di carta
              immortale
              l'amore come una gitana ubriaca
              corteggerà il vuoto di memoria
              già preso dal remare in un senza dove della morte
              sopra corpi di fanciulle immaginarie
              una volta prese a stuprare le luci mattutine dei risvegli
              stringendo la zampa del lupo solitudine
              ascolterò l'inventario d'ogni osso
              coperto in maglie di lana
              guarderò i messaggi
              dall'autunno
              dall'amore
              salvandomi dai silenzi
              come da un mare nero sopra il costato
              sotto cui una donna chitarra si strofinerà le corde
              con le mani del cuore fatte di respiri
              invecchiando
              potrò mandare al diavolo
              tutti gli aguzzini della mente
              la superbia
              la vanità
              l'egoismo
              e mirerò solo al decoltè in foglie della quercia
              misurando il mio umano
              con le distanze tra i pianeti.
              Composta lunedì 2 febbraio 2009
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                in Poesie (Poesie d'Autore)

                La porta del sole

                Nei giorni bui
                apro la porta al sole.
                Guardo il cielo sotto la trama del ragno
                e sfido il vento contro la mia faccia
                con lunghi respiri e forti battiti.

                Peso bene ogni vittoria
                e rido quando mi sento un perdente,
                consapevole degli innumerevoli limiti
                cui non s'inchina mai
                lo spirito.

                Ho un cuscino di speme
                contro le cadute
                contro i continui speronamenti
                del destino
                e uso gli ectoplasmi dei silenzi
                quando voglio raggiungere il cielo
                senza l'aiuto dell'ala.

                Nei giorni bui
                io accendo una stella.
                La seguo lungo le arterie dei sogni
                pur di non vedere
                la tela del ragno
                dalla parte dell'insetto perdente.

                Io comprendo meglio la libertà da una prigione,
                ascolto un uomo col cuore senza il peso di una parola
                e se smarrita la via
                io torno all'antro buio
                da dove la luce si vede
                e non per forza con gli occhi.
                Composta lunedì 18 ottobre 2010
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                  Un uomo semplice

                  Sono un uomo seduto.
                  Guardo con la coda dell’occhio l’inverno
                  mentre lui osserva me.
                  Ci piacciamo.
                  Le nostre sono brevi conversazioni.
                  Io sono un uomo seduto che parla alla morte
                  usando i colori che gli sono rimasti in tasca.
                  L’uomo seduto sbriciola pane agli angeli
                  e li ubriaca con i suoi sogni,
                  dopo ogni mezzanotte che ha smarrito l’orologio
                  dentro lancette più grandi e quasi umane.
                  Io sono un uomo seduto che fa circolare le favole
                  per gli orizzonti
                  e sono un uomo seduto che brinda con l’amore
                  quando trova nella bottiglia un pieno di stima.
                  Resto seduto per aspettare la mia tempesta.
                  Perché mi domandano spesso gli angeli?
                  Perché a furia di cadere
                  ho imparato ad alzarmi
                  anche quando le mie gambe sono di pietra
                  e le mie mani un pezzo di granito.
                  E come fai?
                  Sebbene seduto, io mi alzo con l’anima
                  fino a vedere gli alberi
                  fino a parlare agli angeli
                  degli uomini davanti alle tempeste
                  e oltre i fari.
                  Io sono un uomo seduto
                  ma quando cammino
                  mi alzo sul cuore
                  e vado avanti coi respiri
                  fino dove mi porteranno i sogni.
                  Composta lunedì 7 febbraio 2011
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                    in Poesie (Poesie d'Autore)

                    Avventuriero

                    Dopo tante illusioni senza poter alzare più in alto gli occhi
                    hai sentito come un fuoco ed hai respirato
                    tu avventuriero immortale di ritorno a casa
                    che la preistoria ha impresso in una intima illusione

                    e quella ricerca senza il tuo sangue in fiamme
                    ti ha lasciato spossato
                    negoziatore ottimo con i diavoli
                    stanchi di caccia a umani senza stoffa

                    quella notte hai disossato il mondo
                    per calzare il femore dell'ultimo oceano
                    cui daresti il nome dell'amata
                    senza aver mai capito il tempo
                    ma solo a quale indirizzo andare
                    con il credo che gli ossi del tuo pianeta
                    non possano definitivamente salvarti dalle macerie in cui si nascondono
                    dopo aver bruciato le sillabe mai dette dal cuore
                    e i sogni
                    dell'ultimo immortale avventuriero
                    di una specie che in paradiso
                    s'è estinta.
                    Composta giovedì 11 agosto 2011
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