Poesie d'Autore


Scritta da: Fiorella Cappelli
in Poesie (Poesie d'Autore)

Festa di San Giovanni

Fuochi accesi nella notte
grande festa ora inizia
canti, vecchie e scope rotte
crepi il male e l'avarizia.

San Giovanni è già alle porte
usa l'aglio con dovizia
Ogni strega ha la sua corte
ti cattura con malizia.

Con l'iperico e la ruta
all'occhiello della giacca
la fattura resta muta
e l'avversità si stacca...

Di lumache gran consumo
con le corna son mangiate
tra i sabba c'è un gran fumo
le discordie dissipate.

Ventinove noci verdi
colte all'ombra della luna
il nocino che non perdi...
elisir della fortuna!

Questa festa è proclamata
col solstizio dell'estate
l'erba vecchia vien bruciata
nove erbe radunate.

Sosta il sole all'orizzonte
ora muta il suo cammino
le canzoni sono pronte
la magia... è qui vicino.
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    Scritta da: Anna De Santis
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Tu mio

    Tu mio...
    Sempre
    ed il silenzio prende
    concentrata sul tuo corpo
    che mi scalda e addosso
    non mi concede sosta
    come sempre adesso
    aspetto le parole
    i baci e le carezze
    e non esiste niente
    solo il vuoto ci circonda
    e non vedo niente
    tu mio ora
    sei la mia onda che viene e torna
    sei le mie mani
    che si confondono insieme
    come oggi e domani
    e tanti anni ancora
    e quelli che sono passati
    con i nostri respiri
    e tutti i nostri momenti belli ed appassionati
    esiste un tempo per tutto
    ma per noi non conteranno stelle e lune
    non verrà mai quel giorno...
    non ci sarà mai fine.
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      Scritta da: Alfonso Trivisonne
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Pluviali attese

      Chi sei?
      Che odore ti sento...
      Cos'è?
      Dietro al lamento...
      Che d'onda d'urto sbatte,
      tra le tempie riempie!
      Già sento il ritorno,
      di grido s'alza,
      scontro di gesti e alberi maestri!
      Rifilano pluviali attese
      ma tu sei stanca,
      sei tanta di tanto in tanto,
      tu che hai aria d'alito
      e sei già stesa d'attesa!
      Ma amar s'intende questo
      anche oltre pensare ancora
      che c'è tremenda sorte
      e ancora finanche di morte.
      Già, serena oltre la sera
      a coricar col sonno la schiena!
      Spilla così la notte
      la palustre arma d'odio delle locuste!
      Se ingorga le vene,
      ci tende la rete,
      amor più forte della sete!
      Composta martedì 31 maggio 2011
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        Scritta da: Anna De Santis
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        E poi...

        E poi
        volevi dirmi ancora
        solo una parola
        ma senza più la vita
        forza nella voce
        e mi rimane la rabbia per non aver sentito...
        quell'ultimo desiderio
        che con te hai portato
        lasciandomi da sola
        e poi
        non volevi ancora abbandonare
        vivere ancora per noi
        che tanto hai amato
        ed odio quel cuore
        che ti ha tradito
        odio quel tempo che abbiamo perduto
        sempre poco quello che hai vissuto
        sai bene che se il giusto è stato
        non è mai morto
        solo passato...
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          Scritta da: Davide Bidin
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Comare Coletta

          "Saltella e balletta
          comare Coletta!
          Saltella e balletta!"

          Smagrita, ricurva, la piccola vecchia
          girando le strade saltella e balletta.
          Si ferma la gente a guardarla,
          di rado taluno le getta denaro;
          saltella più lesta la vecchia al tintinno,
          ringrazia provandosi ancora
          di reggere alla piroetta.
          Talvolta ella cade fra il lazzo e le risa:
          nessuno le porge la mano.

          "Saltella e balletta
          comare Coletta!
          Saltella e balletta!"

          – La tua parrucchina, comare Coletta,
          ti perde il capecchio!
          – E il bel mazzolino, comare Coletta,
          di fiori assai freschi!
          – Ancora non hanno lasciato cadere
          il vivo scarlatto.
          – Ricordan quei fiori, comare Coletta,
          gli antichi splendori?
          – Danzavi nel mezzo ai ripalchi,
          n'è vero, comare Coletta?
          Danzavi vestita di luci, cosparsa di gemme,
          E solo coperta di sguardi malefici, vero?
          – Ricordi le luci, le gemme?
          – Le vesti smaglianti?
          – Ricordi gli sguardi?
          – Ricordi il tuo sozzo peccato?
          – Vecchiaccia d'inferno,
          tu sei maledetta.

          "Saltella e balletta
          comare Coletta!
          Saltella e balletta!"

          Ricurva, sciancata,
          provandosi ancora di reggere alla piroetta,
          s'aggira per fame la vecchia fangosa;
          trascina la logora veste pendente a brandelli,
          le cade a pennecchi di capo il capecchio
          fra il lazzo e le risa,
          la rabbia le serra la bocca
          di rughe ormai fossa bavosa.
          E ancora un mazzetto
          di fiori scarlatti
          le ride sul petto.

          "Saltella e balletta
          comare Coletta!
          Saltella e balletta"
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            Scritta da: Davide Bidin
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Matrimonio

            Devo sposarmi? Devo essere buono?
            Far colpo vestito di velluto e cappuccio da Faust sulla ragazza che abita
            accanto?
            Portarla al cimitero invece che al cinema
            dirle tutto sui lupi mannari vasche da bagno e clarinetti biforcuti
            poi desiderarla e baciarla e tutti i preliminari
            e lei che arriva solo fino a un certo punto e io capisco perché
            e non mi arrabbio dicendo Devi sentire! È bello sentire!
            Invece la prendo fra le braccia mi appoggio a una vecchia tomba contora
            e corteggio lei la notte intera le costellazioni nel cielo -

            Quando mi presenta i suoi genitori
            schiena diritta, capelli finalmente ravvivati,
            strangolato da una cravatta,
            devo sedere a ginocchia unite sul loro sofà da 3° grado
            e non domandare Dov'è il bagno?
            Come sentirmi se non come sono,
            pensando spesso al sapone Flash Gordon -
            O come deve essere orribile per un giovanotto
            seduto davanti a una famiglia e la famiglia che pensa
            Non l'abbiamo mai visto! Vuole la nostra Mary Lou!
            Dopo il tè e i dolci fatti in casa mi chiedono Come ti guadagni la vita?
            Devo dirglierlo? Gli sarei simpatico dopo?
            Direbbero Va bene sposatevi, perdiamo una figlia
            ma guadagnamo un figlio -
            E devo domandare allora Dov'è il bagno?

            Dio, e il matrimonio! Tutta la famiglia e i suoi amici
            e sol un pugno dei miei, tutti scrocconi e barbuti
            che aspettano soltanto cibi e bevande -
            E il prete! Mi guarda quasi mi masturbassi
            nel chiedermi Vuoi questa donna come tua leggittima sposa?
            E io tremante che dire direi Torta Colla!
            Bacio la sposa tutti quegli arrapati giù manate sulla schiena
            È tutta tua, ragazzo! Ah-ah-ah!
            E nei loro occhi si vede qualche oscena luna di miele in atto -
            Poi tutto quell'assurdo riso e lattine che sbattono e scarpe
            Cascate del Niagara! Orde di noi! Mariti! Mogli! Cioccolatini!
            Tutti che affollano alberghi accoglienti
            Tutti a fare la stessa cosa stanotte
            L'impiegato indifferente che sa cosa sta per succedere
            Gli idioti nella hall che lo sanno
            Il fattorino dell'ascensore che lo sa fischiettando
            Il portiere ammiccante che lo sa
            Tutti lo sanno! Mi vien quasi voglia di non far niente!
            Stare alzato tutta la notte! Fissare negli occhi quell'impiegato d'albergo!
            Gridando: Io nego la luna di miele! Io nego la luna di miele!
            correndo aggressivo in quegli appartamenti quasi eccitati
            urlando Pancia Radio! Zappa gatto!
            Oh vivrei a Niagara per sempre! in una buia
            caverna sotto le Cascate mi siederei il pazzo
            Lunatoredimiele
            e escogitar modi per rompere matrimoni,
            fustigatore di bigamia santo del divorzio -

            Ma devo sposarmi essere buono
            Che bello sarebbe tornare a casa da lei
            e sedermi vicino al fuoco mentre lei in cucina
            col grembiule giovane e bella vuole un mio figlio
            e così felice per me da far bruciare il roast-beef
            e viene a piangere da me e io mi alzo dalla grande sedia di padre
            e dico Denti Natale! Cervelli radiosi! Mela sorda!
            Dio che marito sarei! Si, devo sposarmi!
            Tanto da fare! Per esempio entrare in casa di Mr. Jones a tarda notte e
            coprirgli le mazze da golf di libri norvegesi
            1920
            O appendere una foto di Rimbaud alla falciatrice
            o incollare francobolli di Tannu Tuva su tutto lo steccato di cinta
            o quando viene la Signora Kindhead per la colletta del Fondo della Comunità
            afferrarla e dirle. Ci sono presagi sinistri nel cielo!
            E quando il sindaco viene a chiedermi il voto dirgli
            Quando li farai smettere di uccider balene!
            E quando viene il lattaio lasciargli un appunto nella bottiglia
            Polvere di pinguino, portami polvere di pinguino, voglio polvere di
            pinguino -

            Eppure se dovessi sposarmi e fosse il Connecticut e la neve
            e lei partorisse un bambino e io non potessi dormire, esausto,
            in piedi la notte, il capo su una muta finestra, il passato alle spalle,
            trovadomi tremante nella situazione più solita
            consapevole di responsabilità non rametto sporco ne minestra di moneta
            Romana
            O cosa sarebbe!
            Certo gli darei per capezzolo un Tacito di gomma
            Per sonaglio un sacco di dischi rotti di Bach
            Attaccherei Della Francesca intorno alla culla
            Cucirei l'alfabeto greco sul suo bavaglino
            E per il suo passeggero costruirei un Partenone senza tetto

            No, non credo che sarei quel tipo di padre
            niente campagna niente neve muta finestra
            ma rovente puzzolente isterica New York City
            sette piani di scale, scarafaggi e topi sui muri
            una grassa moglie reichina che strilla da sulle
            patate Trovati un posto!
            E cinque bambini mocciosi innamorati di Batman
            E i vicini sdentati e forforosi
            come quelle masse stracciate del 18° secolo
            tutti che vogliono entrare a guardare la TV
            Il padrone vuole l'affitto
            Drogheria Gas Blue Cross & Electric Knights of Columbus
            Impossibile sdraiarsi a sognare neve del Telefono, parcheggio fantasma -
            No! Non devo sposarmi non devo sposarmi mai!
            Ma - e Se fossi sposato a una bella donna sofisticata
            alta e pallida in un vestito nero elegante e lunghi guanti neri
            con un bocchino in una mano e un bicchiere nell'altra
            e vivessimo in una penthouse con un'enorme finestra
            da cui vedere tutta New York e anche olre nelle giornate serene
            No, non riesco a immaginarmi sposato a quel piacevole sogno progione -

            Ma e l'amore? Dimentico l'amore
            non che sia incapace di amore
            è solo che l'amore per me è strano come portare scarpe -
            non ho mai voluto sposare una ragazza che
            somigliasse a mia madre
            E Ingrid Bergman mi è sempre stata impossibile
            E forse adesso c'è una ragazza ma è già sposata
            E non mi piacciono gli uomini e...
            ma ci deve essere qualcuno!
            Perché se a 60 anni non sono sposato,
            tutto solo in una camera ammobiliata con macchie di piscio nelle mutande
            e tutti gli altri sposati! Tutto l'universo sposato all'infuori di me!
            Ah, eppure so bene che se ci fosse una donna possibile come sono io possibile
            allora il matrimonio sarebbe possibile -
            Come LEI nel suo solitario fasto esotico aspetta l'amante egiziano
            così aspetto io - privo di 2000 anni e del bagno della vita.
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              Scritta da: Silvio Squillante
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Spleen

              Sfogliando le giornate
              scandite da questo ritmo lento
              ammazzo la noia
              illuminando il buio con una lampada.
              L'angolo buio trema ed invoca pietà
              mentre tendo verso di lui
              la luce di questa mia stupida gioia.
              Mi gocciola il viso
              e mi sovvien una crudele verità:
              per quanto tu possa illuminare una persona
              con il tuo amore
              il dolore che ne riceverai
              potrà uccidere ogni altra luce.
              Se squilla di nuovo rispondo, lo prometto!
              Ha squillato di nuovo
              ma son rimasto sempre qui.
              Composta venerdì 27 maggio 2011
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                Scritta da: Angelo Giordano
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Perciò t'amo

                Perciò t'amo
                Io ti amo, perché è con te
                che mi sento vivo,
                Perciò t'amo.
                Tu sei come una brezza di frescura
                che passa sul mio viso,
                porti il sole nel tuo sorriso
                e nei mie occhi.
                Io ti amo
                perche le mie mani
                non bramano che te,
                sei il fuoco che riscalda il cuore
                l'essenza dell'anima
                che vede in te, ansimi.
                Tu sei come il volo
                di una rondine,
                leggiadro e soave,
                riposati ora, qui sul mio petto,
                la mia carezza ti darà tepore,
                e tu accarezzerai il mio respiro.
                Io ti amo
                perché una rosa è un tuo bacio
                un petalo, la tua carezza.
                Perciò t'amo.
                Sei primavera nell'elegante andare
                i tuoi passi, libellule.
                Volgimi lo sguardo, eccomi
                ti amo, tu sei l'essere mai incerto
                che sicura mi coinvolgi
                nel palpito sincronico
                di cuori amanti.
                Ecco perché ti amo,
                tu sei il mondo da scoprire.
                Perciò t'amerò sempre.
                Composta venerdì 27 maggio 2011
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