Poesie d'Autore


in Poesie (Poesie d'Autore)
I sassi del porto
di un antico paese,
rispecchiano la luce
della natura selvaggia,
quale tu sei,
rossa terra
dagli ulivi smeraldo,
ti vedo danzare
su una piccola barca
bianca
come questa terrazza
dove ti osservo
nel silenzio
di un vecchio mulino
che malinconico
il nostro amore protegge
dalla pioggia dei miei errori
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    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Chiamatemi con i miei veri nomi

    Non dire che domani me ne andrò, perfino oggi sto arrivando di nuovo.
    Guarda profondamente: ad ogni secondo arrivo, per essere un getto primaverile;
    un uccellino, con piccole ali ancora fragili: sto imparando a cantare
    nel mio nido nuovo;
    per essere un bruco nel cuore del fiore; un gioiello che si nasconde
    nella pietra.

    Ancora arrivo, per ridere e per piangere, per avere paura e per sperare.
    Il ritmo del mio cuore è la nascita e la morte di tutto ciò che vive.

    Sono un insetto che si trasforma sulla superficie dell'acqua.
    E sono l'uccello che si lancia per inghiottire l'insetto.
    Sono una rana che nuota felice nella chiara acqua dello stagno.
    E sono il serpente che, silenzioso, si ciba di rane.

    Sono un bambino dell'Uganda, tutto pelle e ossa, le mie gambe esili come canne di bambù,
    e sono anche il mercante che vende armi mortali all'Uganda.
    Io sono la bimba dodicenne profuga su una piccola barca,
    che si getta nell'oceano dopo essere stata violentata da un pirata.
    E sono anche il pirata, il mio cuore ancora incapace di vedere e di amare.
    Sono un membro del Politburo, con un enorme potere tra le mani.
    E sono l'uomo che deve pagare il suo "debito di sangue" alla sua gente, morendo lentamente in un campo di lavori forzati.

    La mia gioia è come la primavera, così calda che fa sbocciare fiori su tutta la terra.
    Il mio dolore è come un fiume di lacrime, così vasto che riempie tutti i quattro oceani.
    Per favore, chiamatemi con i miei veri nomi, perché io possa udire tutti i miei pianti e tutte le mie risa insieme,
    perché possa vedere che la mia gioia e il mio dolore sono una cosa sola.
    Per favore, chiamatemi con i miei veri nomi, in modo che mi possa risvegliare
    e la porta del mio cuore sia lasciata aperta, la porta della compassione.
    Composta mercoledì 21 aprile 2010
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      Scritta da: mor-joy
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      In me

      In me c'è qualcosa di rotto.
      Sono come l'orologio che si ferma
      poco dopo averlo caricato,
      come il piatto incrinato che non torna
      nuovo se anche
      lo incolli con cura.
      In me c'è qualcosa di schiacciato.
      Sono come il tubetto di dentifricio
      quando nulla ne esce
      se anche lo premi,
      come la pallina da ping-pong ammaccata
      che non può tenere più in gioco
      nemmeno un buon giocatore.
      Ci sono oggetti distrutti e schiacciati
      dal principio, senza motivo, in me:
      l'ombrello che non sta aperto, il violino
      fuori uso e i sandali coi cinturini rotti,
      il rubinetto intasato, il flauto
      sfiatato, la lampada consumata.
      Eppure non mi perdo di morale,
      l'ira non mi trascina, né mi tormento
      come una volta, anzi mi auguro
      di potermi riempire
      di quelle cose inutili,
      restando distrutto e schiacciato,
      in questo trovando il mio orgoglio.
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        Scritta da: Gaetano Toffali
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Quanto ti ho amato

        Se tu mi avessi chiesto: "Come stai?"
        Se tu mi avessi chiesto dove andiamo
        t'avrei risposto "bene, certo sai"
        ti parlo però senza fiato
        mi perdo nel tuo sguardo colossale,
        la stella polare sei tu mi sfiori e ridi no, cosi non vale
        non parlo e se non parlo poi sto male

        Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai
        e non lo sai perché non te l'ho detto mai
        anche se resto in silenzio, tu lo capisci da te

        Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai
        non l'ho mai detto e non te lo dirò mai
        nell'amor le parole non contano conta la musica.

        Se tu mi avessi chiesto: "Che si fa?"
        Se tu mi avessi chiesto dove andiamo
        t'avrei risposto dove il vento va
        le nuvole fanno un ricamo
        mi piove sulla testa un temporale
        il cielo nascosto sei tu ma poi svanisce in mezzo alle parole
        per questo io non parlo e poi sto male

        Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai
        e non lo sai perché non te l'ho detto mai
        anche se resto in silenzio, tu lo capisci da te

        Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai
        non l'ho mai detto e non te lo dirò mai
        nell'amor le parole non contano conta la musica.

        Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai
        non l'ho mai detto ma un giorno capirai
        nell'amor le parole non contano conta la musica.
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          La Danza Del Dolore

          Quando penso a noi non vedo il noi.
          Se mai c'é stato, albergava solo in me.
          Sento il vuoto delle parole
          ricordi confusi fra sogno e realtà
          e il cuore sembra spezzarsi in due.
          Come quando il fulmine squarcia il cielo
          e inizia il ballo di lampi e di tuoni
          e iniziata la danza delle lacrime
          il sapore del sale è amaro
          e quel travaglio di ricordi
          sembra dover partorire solo infelicità.
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            Scritta da: mor-joy
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Io desidero soltanto te

            Io desidero te, soltanto te
            il mio cuore lo ripete senza fine.
            Sono falsi e vuoti i desideri
            che continuamente mi distolgono da te.
            Come la notte nell'oscurità
            cela il desiderio della luce,
            così nella profondità
            della mia incoscienza risuona questo grido:
            "Io desidero te, soltanto te".
            Come la tempesta cerca fine
            nella pace, anche se lotta
            contro la pace con tutta la sua furia,
            così la mia ribellione
            lotta contro il tuo Amore eppure grida:
            "Io desidero te, soltanto te".
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              Scritta da: Violina Sirola
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              L'aspirante

              Prima di tutto ce li hai i requisiti?
              Ce l'hai
              un occhio di vetro, denti finti o una gruccia,
              un tirante o un uncino,
              seni di gomma, inguine di gomma,

              rattoppi a qualcosa che manca? Ah
              no? E allora che mai possiamo darti?
              Smetti di piangere.
              Apri la mano.
              Vuota? Vuota. Ma ecco una mano

              che la riempie, disposta
              a porgere tazze di tè e sgominare emicranie,
              e a fare ogni cosa che gli dirai.
              La vorresti sposare?
              È garantita,

              ti tapperà gli occhi alla fine della vita
              e del dolore.
              Con quel sale ci rinnoviamo le scorte.
              Vedo che sei nuda come un verme.
              Che te ne pare di questo vestito-

              Un po' rigido e nero, ma niente male.
              Lo vorresti sposare?
              È impermeabile, infrantumabile, abile
              contro il fuoco e imbombardabile.
              Credi a me, ti ci farai sotterrare.

              E adesso, scusa, hai vuota la testa.
              Ho la cosa che fa per te.
              Su, su, carina, esci fuori dal guscio.
              Ecco ti piace questa?
              Nuda per cominciare come una pagina bianca

              ma in venticinqu'anni d'argento,
              d'oro in cinquanta, potrà diventare.
              Una bambola viva, sotto ogni aspetto.
              Sa cucire, sa cucinare,
              sa parlare, parlare, parlare.

              E funziona, non ha una magagna.
              Qua c'è un buco, che è una manna.
              Qua un occhio, una vera visione.
              Ragazzo mio, è l'ultima occasione.
              La vorresti sposare, sposare, sposare?
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                Scritta da: Carlo Romero
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Mare

                Mare, io che immersi
                Il mio giovane corpo di uomo
                Nei tuoi ribollenti e spumeggianti flutti,
                io che udì la suadente tua voce, il tuo canto
                (col quale uomini di tutti i tempi e razze ispirasti ed ammaliasti)
                Che dalle ali del vento e dal fluir delle onde alle mie orecchie giunse.
                Tu che sei rimasto lo stesso,
                mentre tutto intorno a te scorrendo muta
                ti prego ridammi il vigore d'un tempo
                che la vita crudelmente dichiara inesorabilmente perduto.
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                  Scritta da: Carlo Romero
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  Figlio del mare

                  Io che fui tuo figlio,
                  nei tuoi profondi ed oscuri abissi concepito,
                  dai tuoi eterni flussi e riflussi nato.
                  Culla primordiale di vita tu fosti
                  moto perpetuo del mondo,
                  sua linfa, suo sangue.
                  Per madre ebbi l'infinito turchino del cielo
                  che con te ancora si sposa, in rinnovato amore,
                  là dove lo sguardo si perde e si confonde
                  in sognante incanto.
                  Di fronte a te, o padre, ora mi ergo,
                  dopo anni d'assenza
                  e in rispettoso silenzio contemplo
                  la tua maestosa ed eterna bellezza,
                  che ancora una volta mi ricorda
                  quanto vana sia la mia fugace
                  ed incerta esistenza.
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