Finisci allora quest'ultima canzone e separiamoci. Scorda questa notte ora che la notte è finita Chi cerco di serrare tra le braccia? I sogni non si possono far prigionieri. Con mani avide stringo al mio cuore il vuoto, ed esso mi ferisce il petto.
Io ti amo quando piangi e amo il tuo viso annuvolato e triste. La tristezza ci unisce e ci divide senza che io sappia senza che tu sappia. Quelle lacrime che scorrono, io le amo e in loro amo l'autunno. Alcune donne hanno dei bei visi ma diventano più belli quando piangono.
Travolta la mia vita in un solo giorno come un fiume in piena tu. È bastato un bacio e le tue mani sui miei fianchi un amore che mi manchi che non fa dormire non fa respirare desiderio di te che fa impazzire. Sicura di niente, me l'hai detto chiaro e quel non posso, detto a mezza voce mentre respiravi sul mio seno non lo scordo mai quel non riesco, non merita il mio male. Ed ho accettato tutto cuore distrutto che seguita ad amare con il senno di poi ma inutilmente penso che potrò dire basta ma quando sei qui è tutto quello che mi resta... posso tentare, ma tra le tue braccia non posso e quel niente che puoi darmi già è tanto e quando dentro e fuori ti sento addosso mi sento viva e ciò mi basta. Travolgi pure la mia vita sarà un momento o sarà per sempre questo sicura di niente forse sarà la pena per questa mia pazzia.
Sorpresa per una subitanea resa solo per i tuoi occhi presa dalle tue movenze dalle pieghe del tuo viso In te si perde il mondo... Continuo a chiedermi dove in altro posto non potrei mai stare prima di stringerti e di amare in te si ferma la mia vita e ricomincia la mia aria. Solo nel tuo sorriso sciolgo il mio pianto ed è quello della felicità per averti accanto. In te ripongo la speranza di un sogno e tutto quello che potrai darmi... ti darò come promessa Donna che con te diventa e non è più la stessa Sarò con te per te dove mi vorrai ed il tempo che lentamente passerà sui nostri giorni ci troverà ancora qui dove ci siamo trovati un giorno tanto tempo fa.
Nel buio prenatale l'eco della voce carezza sotto pelle; canta la madre e il bimbo nuota nel suono primordiale oceano di infinite odissee.
Partorirà con gioia e di dolore verserà vagiti in versi come semi al vento; semi che cadono dentro le intime fessure di una terra fertile pettinata di solchi; da essa nascerà e a nuovo giorno rinascerà uovo/uomo nuovo.
L'eco di quella voce umana e primordiale risentirai sotto cipressi sotto lapidi mute scritte con nomi, numeri e frasi uguali; così per sempre libero sarai dai luoghi e dai tempi di quest'utero di mondo.
La lingua dell'onda spumeggiante vivo velo di tempo immemorabile ha cancellato le anfibie impronte le tracce di pesci danzanti innamorati di fertili lune i graffiti sinuosi di rettili fuggiti da paradisi perduti...
così la schiuma del tempo dimenticherà i tuoi passi sulla spiaggia di Maggio e cancellerà le tue orme dalla faccia della terra;
i piedi nudi soltanto i semplici nudi piedi saranno i testimoni del tuo cammino:
dal calcagno umano di Achille al divino alluce di Marilyn antica misura di piccoli passi e grandi salti nel buio; il tarso e il metatarso flessi per sentieri e strade lastricate
dalla polvere di Maratona in guerra alle maratone di pace su ponti e viali di città; il piede esalta e coniuga
la falange dorata alla falangetta d'argento con la falangina di bronzo così calcheremo mondo dopo mondo, noi pedestri e terrestri.