Poesie d'Autore


Scritta da: Anna De Santis
in Poesie (Poesie d'Autore)

Silenzio

Dove era la vita
ora è silenzio
tra le pietre ricordi.
Scava una mano tra quello che rimane
dei suoi resti
ogni pezzo di te ormai è sepolto
tra detriti e paura e ricerchi con cura
quello che è il tuo passato.
Dal vecchio monastero
ancora s'ode una campana...
ora la gente muta
ascolta e tace
senza darsi pace su chi in terra giace.
Ancora la pioggia
non ha lavato pietre
in terra intrise di sangue e polvere
ancora echi di voci ormai lontane.
Delle tante fontane
uno zampillo resta
e la gente rimasta si appresta
a raccogliere anche l'ultima goccia.
Come fantasmi vanno
a tarda sera tra le fioche luci
di lampade di cera.
Ancora un fiore proverà a sbocciare
in questa triste primavera.
Composta nel 2009
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    Scritta da: Paul Mehis
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Ode all'allegria

    Allegria
    Foglia verde
    Caduta dalla finestra.
    Minuscola chiarezza
    Appena nata,
    elefante sonoro
    abbagliante
    moneta,
    a volte
    fragile raffica,
    o
    piuttosto
    pane permanente,
    speranza compiuta,
    dovere svolto.
    Ti sdegnai allegria.
    Fui mal consigliato.
    La luna
    mi portò per i suoi cammini.
    Gli antichi poeti
    mi prestarono occhiali
    e posi
    accanto ad ogni cosa
    un nimbo oscuro,
    sul fiore una corona nera,
    sulla bocca amata
    un triste bacio.
    È ancora presto.
    Lascia che mi penta.
    Avevo pensato che soltanto
    se il mio cuore
    avesse bruciato
    il rovo del tormento,
    se la pioggia avesse bagnato
    il mio vestito
    nella regione violacea del lutto,
    se avessi chiuso
    gli occhi alla rosa
    e toccato la ferita,
    se avessi condiviso tutti i dolori,
    avrei aiutato gli uomini.
    Non fui nel giusto.
    Sbagliai i miei passi
    Ed oggi ti invoco, allegria.

    Come la terra
    sei
    necessaria.

    Come il fuoco
    sostieni
    i focolari.

    Come il pane
    sei pura.

    Come l'acqua d'un fiume
    sei sonora.

    Come un'ape
    Distribuisci miele volando.

    Allegria,
    fui un giovane taciturno,
    credetti che la tua chioma
    fosse scandalosa.

    Non era vero, me ne resi conto
    quando sul mio petto
    essa si sciolse in cascata.

    Oggi allegria,
    incontrata per strada,
    lontano da ogni libro,
    accompagnami.

    Con te
    voglio andare di casa in casa,
    voglio andare di gente in gente,
    di bandiera in bandiera.
    Tu non appartieni soltanto a me,
    Andremo sulle isole,
    sui mari.
    Andremo nelle miniere,
    nei boschi.
    E non soltanto boscaioli solitari,
    povere lavandaie
    o spigolosi, augusti
    tagliapietre,
    mi riceveranno con i tuoi grappoli,
    ma i congregati,
    i riuniti,
    i sindacati del mare o del legno,
    i valorosi ragazzi
    nella loro lotta.

    Con te per il mondo!
    Con il mio canto!
    Con il volo socchiuso
    della stella,
    e con la gioia
    della spuma!

    Io sono debitore verso tutti
    perché devo
    a tutti la mia allegria.

    Nessuno si sorprenda perché voglio
    consegnare agli uomini
    i doni della terra,
    perché ho imparato lottando
    che è mio terrestre dovere
    propagare l'allegria.
    E con il mio canto compio il mio destino.
    Composta mercoledì 23 settembre 2009
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      Scritta da: Cleonice Parisi
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Lo schiaffone di mamma

      Mamma dalle tue mani sante
      io di botte ne meritavo tante,
      alzavi il braccio iraconda,
      le tue grida si udivano da sponda a sponda,
      sembravi un terremoto
      pronto a metter tutto a ferro e fuoco;

      Quella tua mano piccolina,
      sembrava quasi una punizione divina,
      ti guardavo intimorito,
      e per paura non muovevo un dito;

      Ero ormai rassegnato mentre trattenevo il fiato
      e il ceffone sul viso sentivo già ben piantato,
      e tu neppure mi avevi sfiorato,
      mi scottava persino il volto,
      per quello schiaffo che sapevo
      mi avrebbe sconvolto;

      Mamma, una cosa però non l'ho capita,
      perché quando sul viso mi arrivavan le dita
      la tua rabbia era già sparita?

      Ma dove era finita?

      Quello schiaffone,
      che aveva la potenza di un tifone,
      sul mio viso
      aveva sempre il sapore di un sorriso.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Vorrei Essere

        Vorrei essere il vento
        per spazzare via il dolore,
        il sole per scaldare
        il freddo del tuo cuore.

        Vorrei essere il mare
        e con le onde portare la pace.
        Vorrei essere il gelo per
        congelare l'odio.

        Vorrei essere un orologio
        per regalarti del tempo.
        Una stella per illuminare
        il buio dentro di te.

        Vorrei essere la notte
        per riempirti di sogni,
        l'alba per regalarti
        un altro giorno.

        Ma sono solo io
        e posso solo amarti.
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          Scritta da: piumarossa70
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Wani (le 4 direzioni)

          Io sono il vento che viaggia nelle Quattro Direzioni,
          che trasporta e deposita i semi della vita.
          Come la neve, il mio seme scompare nella terra per
          riapparire, in seguito, sotto nuove spoglie.
          Sono il cerchio della tua coscienza che cresce e si espande,
          grazie all'esperienza, fino al luogo della Bellezza, il
          luogo dove la vita è solo celebrazione e gioia.
          Sono il pianto del neonato che sente le prime pene di
          separazione dall'unità.
          Sono il pianto di ogni forma di vita che diventa consapevole
          di questo mistero.
          Amici miei, non fermate ciò che è in crescita.
          Lasciate che il giardino della vita vi offrai suoi doni fino
          all'istante della morte, che non è la fine ma solo una
          continuazione del Cerchio della Vita.
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            Scritta da: Antonino Gatto
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Il potere delle parole

            Come burrasca nel deserto, possono diventare
            tempesta in cielo aperto, ricche solo di sale,
            le parole sprecate tanto per dire,
            senza essere contate, senza pensare.

            La vita stessa è fatta di parole
            ve ne sono di belle, che nascono dal cuore
            per portare il sorriso sul volto della gente,
            che ha sete di amore, ma vive indifferente.

            Famiglie distrutte per una parola di troppo
            per aver risposto ad uno sporco ricatto,
            lacrime di bimbo che gridano perdono,
            soffocate dalle liti, in un grande frastuono.

            Parole sacre di profeti lontani,
            seguite a rigore, da pochi esseri umani,
            che insegnano il bene, e proclamano il perdono,
            come dottrina per un mondo, un poco più buono.

            Ognuno le ascolta, e ne dice di altre,
            alcune trascritte in un opera d'arte,
            le pessime avranno la vita di un'ora,
            le altre saranno impresse a memoria.

            Viviamo in un mondo in costante mutamento,
            avvolti dalle onde, dall'asfalto e dal cemento,
            senza pensare che la famiglia in cui cresciamo
            è frutto soltanto delle parole che diciamo.
            Composta venerdì 11 settembre 2009
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              Scritta da: Livia Cassemiro
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Orme sulla sabbia

              Questa notte ho fatto un sogno,
              ho sognato che camminavo sulla sabbia
              accompagnato dal Signore,
              e sullo schermo della notte erano proiettati
              tutti i giorni della mia vita.

              Ho guardato indietro e ho visto che
              per ogni giorno della mia vita,
              apparivano orme sulla sabbia:
              una mia e una del Signore.

              Così sono andato avanti, finché
              tutti i miei giorni si esaurirono.
              Allora mi fermai guardando indietro,
              notando che in certi posti
              c'era solo un'orma...
              Questi posti coincidevano con i giorni
              più difficili della mia vita;
              i giorni di maggior angustia,
              maggiore paura e maggior dolore...

              Ho domandato allora:
              "Signore, Tu avevi detto che saresti stato con me
              in tutti i giorni della mia vita,
              ed io ho accettato di vivere con te,
              ma perché mi hai lasciato solo proprio nei momenti
              peggiori della mia vita?"

              Ed il Signore rispose:
              "Figlio mio, Io ti amo e ti dissi che sarei stato
              con te durante tutta il tuo cammino
              e che non ti avrei lasciato solo
              neppure un attimo,
              e non ti ho lasciato...
              i giorni in cui tu hai visto solo un'orma
              sulla sabbia,
              sono stati i giorni in cui ti ho portato in braccio".
              Composta mercoledì 16 settembre 2009
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                Scritta da: Ann Freld
                in Poesie (Poesie d'Autore)
                Tu che mi hai dato
                questa forma e queste mani
                non trovo nulla in comune
                nulla che porti a te a me nel domani

                percorrendo le tue rughe
                proprio sotto gli occhi
                via dal tuo viso
                giù sui miei ginocchi

                e poi ancora sui miei sui miei occhi verde oliva
                che ancora sognano e regnano loro due soli
                sulla mia ragione

                in te che mi hai dato
                questa forma e questo dolore
                non mi rivedo

                non mi rivedo nei tuoi occhi stanchi
                nelle rughe che disegnano il tuo viso
                a mò di mappa di un mondo affetto
                da sciacallaggio e praticità borghese

                di un mondo che non cede ai sogni
                calpestato da borghesi rancorosi
                che non hanno avuto altra sfortuna
                che nascere e crescere borghesi.
                Composta lunedì 14 settembre 2009
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                  Scritta da: Ann Freld
                  in Poesie (Poesie d'Autore)
                  In questa notte convulsa
                  intesso una tela con tuoi capelli
                  e la mente che pulsa.

                  E adesso che non uso più scrivere quelli,
                  e di versi non trovo più le parole
                  da perder in apprezzamenti vani
                  senza la loro consueta prole;

                  e tutt'altro è un vostro sorriso
                  una risata per cui spendo
                  il resto del mio tempo,

                  e ogni giorno mi inerpico
                  tra le rocce di una foresta nera
                  senza luce né conforto,
                  alla ricerca d'una chimera;

                  e ogni giorno sapendo che mi faccio un torto,
                  che tornando tra le braccia del vento il vostro volto,
                  incrocerò un vostro sguardo oltre il falso, oltre il vero.
                  E mi accorgerò ancora di esserci, ancora non morto.
                  Composta lunedì 14 settembre 2009
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