Scritta da: Marianna Mansueto
in Poesie (Poesie d'Autore)
È l'essere mortali
e cercare al di là della mortalità.
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È l'essere mortali
e cercare al di là della mortalità.
Le rose erano tutte rosse
e l'edera tutta nera.
Cara, ti muovi appena
e rinascono le mie angosce.
Il cielo era troppo azzurro
troppo tenero, e il mare
troppo verde, e l'aria
troppo dolce. Io sempre temo
- e me lo debbo aspettare!
Qualche vostra fuga atroce.
Dell'agrifoglio sono stanco
dalle foglie laccate,
del lustro bosso e dei campi
sterminati, e poi
di ogni cosa, ahimé!
Fuorché di voi.
Nothing is ever really lost, or can be lost,
No birth, identity, form-no object the world,
Nor life, nor force, nor any visible thing;
Appearance must not foil, nor shifted sphere confuse thy brain.
Ample are time and space-ample the fields of Nature.
The body, sluggish, aged, cold-the embers left from earlier fires,
The light in the eye grown dim, shall duly flame again;
The sun now low in the west rises for mornings and for noons continual;
To frozen clods ever the spring's invisible law returns,
With grass and flowers and summer fruits and corn.
Già di settembre imbrunano
a Venezia i crepuscoli precoci
e di gramaglie vestono le pietre.
Dardeggia il sole l'ultimo suo raggio
sugli ori dei mosaici ed accende
fuochi di paglia, effimera bellezza.
Le candele della notte...
Si sono spente.
Ho paura...
Restare e morire...
O andare e vivere?
Troppo dolce e seducente...
Per avere sostanza.
Quando vieni al mondo
la vita è... gioia,
Quando cresci,
la vita è... speranza,
Quando raggiungi la meta,
la vita è... certezza,
Quando arriva la malattia,
la vita è... sconforto,
Qunado la combatti,
la vita è... delusione,
Quando non ce la fai più,
la vita è... fede,
Quando sei alla fine,
la vita è... Padre Pio,
Quando sconfiggi la malattia,
la vita è... Padre Pio,
Quando torna la luce,
la vita è... Padre Pio,
Quando preghi Padre Pio,
la vita è...
La natura è un tempio in cui viventi
colonne lasciano talvolta sfuggire
confuse parole; l'uomo vi passa,
attraverso foreste di simboli,
che lo guardano con sguardi
familiari.
Simili a lunghi echi,
che di lontano si confondano
in una tenebrosa e profonda unità
– vasta come la notte e la luce –
i profumi, i colori e i suoni si rispondono.
Profumi freschi come carni di bimbi,
dolci come il suono dell'oboe,
verdi come praterie.
Ed altri corrotti, ricchi e trionfanti,
vasti come le cose infinite:
l'ambra, il muschio, il benzoino
e l'incenso, che cantano
i rapimenti dello spirito e dei sensi.
Contro l'amore non c'è
Rimedio alcuno, Nicia,
né unguento né polvere - io credo - lieve,
dolce farmaco.
Da te, persino l'anima mi farei bruciare, persino
L'occhio, che amo
Più di tutto
Mi tufferei da te, ti bacerei la mano
E bianchi gigli ti porterei
E il fragile papavero
Dai petali scarlatti.
Imparerò a nuotare
Così saprò perché
Vi è dolce abitare negli abissi.
Inosservati s'allungano i monti -
le sagome di porpora levate
senza sforzo o stanchezza -
senza aiuto né plauso -
Sui loro volti eterni -
nell'oro che dilegua -
in perfetta letizia il sole indugia
cercando compagnia per la sua notte.
Le pene silenziose,
celate dalla luce del giorno.
Risplenderanno nelle tenebre
come stelle accese nella notte.