Poesie d'Autore


Scritta da: Maresa Schembri
in Poesie (Poesie d'Autore)

Le strade del cuore

Se cerchi nel mio cuore,
trovi pianeti dispersi
in galassie lontane,

formati da pianeti,
e uragani di pietra.
Nel centro, vi sorge
una chiesa indemoniata
costruita con sangue
e gesso, in un piccolo
pozzo di fango.

A pochi passi vi è una
fontana di lacrime dove
si fanno il bagno i dannati.

All'uscita una strada,
bagnata di sudore,
dove la mia futile
vita,
si abbandona a dispetto
dell'ingiusta stupida
fortuna.
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    Scritta da: Maresa Schembri
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Abitudini

    Accade di rattristarsi
    come un condannato
    a vita,
    e ci insegnano a glorificare
    un sommo canto,
    con la speranza di
    sfogare il dolore.

    Le abitudini, che ci
    insegnano sin da
    piccoli,
    si schiudono con l'inverno,
    mentre un disco va
    a rallegrare la tristezza
    racchiusa nell'anima.

    Come l'angoscia che
    perseguita i dannati
    decliniamo come il verso
    del mare,
    dentro un animare
    che si spegne
    con l'oscurità.
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      Scritta da: Jade S
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Se un giorno il tuo cuore si ferma...

      Se un giorno il tuo cuore si ferma,
      se qualcosa smette di bruciare per le tue vene,
      se la voce dalla bocca ti esce senza divenire parola,
      se le tue mani si scordano di volare e s'addormentano,

      Matilde, amore, lascia le tue labbra socchiuse
      perché quel tuo ultimo bacio deve durare con me,
      deve restare immobile per sempre sulla tua bocca
      perché così accompagni anche me nella mia morte.

      Morirò baciando la tua folle bocca fredda,
      abbracciando il grappolo perduto del tuo corpo,
      e cercando la luce dei tuoi occhi serrati.

      E così, quando la terra riceverà il nostro abbraccio
      andremo confusi in una sola morte
      a vivere per sempre l'eternità di un bacio.
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        Scritta da: Elisabetta
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        La pioggia nel pineto

        Taci. Su le soglie
        del bosco non odo
        parole che dici
        umane; ma odo
        parole più nuove
        che parlano gocciole e foglie
        lontane.

        Ascolta. Piove
        dalle nuvole sparse.
        Piove su le tamerici
        salmastre ed arse,
        piove sui pini
        scagliosi ed irti,
        piove su i mirti
        divini,
        su le ginestre fulgenti
        di fiori accolti,
        su i ginepri folti
        di coccole aulenti,
        piove su i nostri volti
        silvani,
        piove su le nostre mani
        ignude,
        su i nostri vestimenti
        leggeri,
        su i freschi pensieri
        che l'anima schiude

        novella,
        su la favola bella
        che ieri
        t'illuse, che oggi m'illude,
        o Ermione.

        Odi? La pioggia cade
        su la solitaria
        verdura
        con un crepitio che dura
        e varia nell'aria secondo le fronde
        più rade, men rade.

        Ascolta. Risponde
        al pianto il canto
        delle cicale
        che il pianto australe
        non impaura,
        né il ciel cinerino.

        E il pino
        ha un suono, e il mirto
        altro suono, e il ginepro
        altro ancora, stromenti
        diversi
        sotto innumerevoli dita.

        E immersi
        noi siam nello spirito
        silvestre,
        d'arborea vita viventi;
        e il tuo volto ebro
        è molle di pioggia
        come una foglia,
        e le tue chiome
        auliscono come
        le chiare ginestre,
        o creatura terrestre
        che hai nome
        Ermione.

        Ascolta, Ascolta. L'accordo
        delle aeree cicale
        a poco a poco
        più sordo
        si fa sotto il pianto
        che cresce;
        ma un canto vi si mesce
        più roco
        che di laggiù sale,
        dall'umida ombra remota.

        Più sordo e più fioco
        s'allenta, si spegne.
        Sola una nota
        ancor trema, si spegne,
        risorge, trema, si spegne.
        Non s'ode voce del mare.
        Or s'ode su tutta la fronda
        crosciare
        l'argentea pioggia
        che monda,
        il croscio che varia
        secondo la fronda
        più folta, men folta.

        Ascolta.
        La figlia dell'aria
        è muta: ma la figlia
        del limo lontana,
        la rana,
        canta nell'ombra più fonda,
        chi sa dove, chi sa dove!
        E piove su le tue ciglia,
        Ermione.

        Piove su le tue ciglia nere
        sì che par tu pianga
        ma di piacere; non bianca
        ma quasi fatta virente,
        par da scorza tu esca.
        E tutta la vita è in noi fresca
        aulente,
        il cuor nel petto è come pesca
        intatta,
        tra le palpebre gli occhi
        son come polle tra l'erbe,
        i denti negli alveoli
        son come mandorle acerbe.

        E andiam di fratta in fratta,
        or congiunti or disciolti
        (e il verde vigor rude
        ci allaccia i malleoli
        c'intrica i ginocchi)
        chi sa dove, chi sa dove!
        E piove su i nostri volti
        silvani,
        piove su le nostre mani
        ignude,
        su i nostri vestimenti
        leggeri,
        su i freschi pensieri
        che l'anima schiude
        novella,
        su la favola bella
        che ieri
        m'illuse, che oggi t'illude,
        o Ermione.
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          Scritta da: Miriam Serranò
          in Poesie (Poesie d'Autore)
          Ti basterebbe un soffio
          Per incresparmi la pelle più del tempo,
          mutilare gli abbracci
          ridestare le ferite
          assopite sulla schiena
          dall'ultima volta
          in cui ho confuso il tuo nome
          col mio
          - erano ali quelle che hai strappato col vestito -.
          Piaghe gonfie
          dalla necessità di nasconderle
          vulcani nervosi
          e al centro della terra
          - dove niente dorme mai davvero -
          solo tu.
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            Scritta da: Carmine Carmine
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Una sfida alle tenebre

            Colpito in un occhio
            colpito nel cervello
            colpito nel culo
            colpito come un fiore che sta danzando

            Meravigliandomi per come la morte vinca senza fatica
            meravigliandomi per come si presti fede a stupide forme di vita

            Meravigliandomi per come il riso venga soffocato
            meravigliandomi per come il vizio sia così una costante

            Devo in fretta dichiarare una mia guerra alla loro guerra
            devo aggrapparmi al mio ultimo pezzo di suolo
            devo proteggere il piccolo spazio che mi sono ritagliato e che mi ha permesso di vivere

            La mia vita non la loro morte
            la mia morte non la loro morte...
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              Scritta da: Carmine Carmine
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Tira i fili, la marionetta balla...

              Ogni uomo deve capire
              che tutto può sparire molto
              in fretta:
              il gatto, la donna, il lavoro,
              la ruota davanti,
              il letto, le pareti, la
              stanza; tutte le nostre necessità
              amore compreso,
              poggiano su fondamenta di sabbia -
              e ogni causa determinata,
              per sconnessa che sia:
              la morte di un ragazzo a Hong Kong
              o una tormenta a Omaha...
              può essere la tua rovina.
              Tutte le tue stoviglie che si spaccano
              sul pavimento della cucina, la tua ragazza entra
              e tu sei là, ubriaco,
              in mezzo alla stanza e lei domanda:
              mio Dio, cosa succede?
              E tu rispondi: non so,
              non so...
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                Scritta da: Carmine Carmine
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Si si

                Quando Dio creò l'amore non ci ha aiutato molto
                quando Dio creò i cani non ha aiutato molto i cani
                quando Dio creò le piante fu una cosa nella norma
                quando Dio creò l'odio ci ha dato una normale cosa utile
                quando Dio creò Me creò Me
                quando Dio creò la scimmia stava dormendo
                quando creò la giraffa era ubriaco
                quando creò i narcotici era su di giri
                e quando creò il suicidio era a terra

                Quando creò te distesa a letto
                sapeva cosa stava facendo
                era ubriaco e su di giri
                e creò le montagne e il mare e il fuoco
                allo stesso tempo

                Ha fatto qualche errore
                ma quando creò te distesa a letto
                fece tutto il Suo Sacro Universo.
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                  Scritta da: Salvatore Messina
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  Il venditore di storie

                  Se ne stava tranquillo
                  come un giorno di Natale.
                  Seduto per terra fumava
                  fumava
                  e faceva grandi anelli di fumo.

                  "Ecco i cerchi,
                  i grandi cerchi della vita.
                  Qui dentro vivono le mie storie.
                  Io le vendo, signori,
                  anche per un sorriso"

                  Era un venditore di storie
                  come ce ne sono tanti.
                  Aveva i capelli lunghi,
                  molto lunghi,
                  ed anche la barba era lunga.
                  Non piangeva
                  ma soprattutto non rideva.
                  Non aveva voglia di ridere,
                  guardava solo il volto
                  e poi gli occhi dei passanti.

                  "Sono un venditore di storie, diceva,
                  chi le vuole?
                  Non abbiate paura di me,
                  non faccio del male a nessuno io.
                  Sono un uomo,
                  non sono la vostra coscienza
                  e nemmeno vostro padre.
                  Io vendo storie,
                  storie vere s'intende,
                  ma anche possibili.
                  Ne ho per tutti i gusti,
                  posso farle su misura
                  perché conosco il segreto
                  dei vostri desideri.
                  So come siete fatti
                  e quello che pensate.
                  Conosco le vostre donne
                  quando sono femmine.
                  Conosco le vostre paure
                  quando perdete una battaglia
                  od una guerra.
                  Io vendo vita, signori,
                  non fumo
                  come i quotidiani che leggete".

                  Il venditore di storie
                  s'era chinato come se soffrisse,
                  prese a tossire e a ridacchiare
                  e si accendeva una sigaretta dopo l'altra.
                  Sputava ora a destra ora a sinistra
                  ed anche al centro della strada
                  nonostante la gente
                  avesse cominciato a pressarlo.
                  Si leccava
                  due grosse piaghe sui polsi,
                  le vene del collo sembravano corde
                  e gli occhi due ferite.

                  "Guardatemi,
                  queste sono ferite che non fanno male.
                  Sono ferite d'amore
                  che voi non potete conoscere
                  poiché non potreste sopportarle
                  e morireste.
                  Ma non racconterò questa storia
                  perché è la mia
                  e il prezzo che chiederei
                  non potreste pagarlo.
                  Vorrei raccontare invece
                  di chi seduce le vostre mogli,
                  di chi modifica il cervello
                  degli uomini sulla terra,
                  di chi distrugge i vostri figli
                  penetrando le loro menti
                  per renderle qualunquiste
                  e mai appagate.
                  Le mie storie, signori
                  vivono l'aria
                  di queste vostre città malate,
                  l'aria d'impossibili felicità
                  che vi giocate al gioco della fortuna
                  ogni giorno
                  perché sempre
                  volete qualcosa di più.
                  Quanto tempo sprecato in piazza
                  in 100 in 1000 in 10000
                  perché soffrite l'aria
                  dei vostri vuoti
                  dei silenzi rappresi
                  del vostro essere niente
                  in queste città
                  che avete reso insane
                  dove muoio ogni giorno
                  come uomo ridotto
                  ad unità produttiva
                  senza più anima
                  e senza più significato.
                  È troppo alto
                  il prezzo del coraggio
                  per fare come me
                  che ho abbandonato tutto
                  per venire a morire qui
                  tra voi
                  per raccontare le storie
                  che dovrebbero farvi tremare
                  la mente e il cuore".

                  Le sue parole erano divenute gelide
                  come l'inverno
                  e sembrava aspettare un cenno.
                  D'improvviso cacciò un urlo
                  e s'accasciò al suolo.
                  Aveva sulla bocca
                  una piega amara
                  e sul volto una maschera
                  di sangue e fango.
                  Tutti fuggirono,
                  solo un bimbo
                  con una pietosa mano
                  piena di speranza
                  accarezzò i suoi lunghi capelli
                  e restò accanto
                  al venditore di storie
                  steso
                  agonizzante
                  insanguinato come un vitello
                  colpito quasi certamente ad una tempia
                  da un sasso
                  al centro d'una piazza
                  di una grande città
                  in un giorno d'inverno
                  dell'anno che più vi piace.
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