Poesie d'Autore


Scritta da: Maresa Schembri
in Poesie (Poesie d'Autore)

È nato Andrea

È primavera:
la notte espande
profumi intorno a tutta la natura
e in noi ridesta il canto della vita!

Vibrano in cielo a grappoli le stelle.
Una di loro
dagli spazi lontani del mistero
è giunta a noi recata da un vagito...
onda melodiosa d'infinito!
Vagò per l'aere
come sogno da tempo accarezzato,
inno giocondo alla realtà.

Grazie di cuore a Te
Dio della vita
che l'universo ammanti d'armonie!

L'albero già fiorito
tutto ravvolgi di tepore arcano
perché maturi con le nuove aurore!
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    Scritta da: Maresa Schembri
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Al sole

    Nel crepuscolo incerto del mattino
    un rosso velo scopre l'orizzonte;
    è il volto tuo di fuoco, astro "divino",
    che ride ai cieli ai mari e ad ogni fonte.

    Tu, fiume d'oro, su per il turchino
    ti estendi dilagando e come un ponte
    infinito di luce il suo cammino
    discopri all'uomo verso l'alto "monte"!

    Non so perché ma in ogni giorno nuova
    mi sembra la tua luce che riaccende
    forza nel cuore, eterno viandante,

    pavido incerto e sempre trepidante
    per il grande mistero che l'attende!
    Ma verso l'alto andando si rinnova!
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      Scritta da: Maresa Schembri
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      L'anima umana

      Non t'ho mai visto, anima e ti sento:
      tu sei il sentimento universale
      vivo e perenne. Sarai come vento,
      se fai dell'uomo un super-animale,

      un super che trascende ogni mortale?
      Sei vera in ogni buon convincimento
      che in terra sei tu sola l'immortale
      e sol di te può l'uomo esser contento.

      Ma chi tu sei lo vò sapere anch'io,
      ché il resto ha per me poca importanza.
      Sei come un atto simile al tuo dio

      che di tornare a Lui ti dà sparanza.
      Oh dolce e nobil sentimento mio:
      sei quel soffio che al suo Cielo avanza
      e che mi dice cos'è l'esser mio.
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        Scritta da: Maresa Schembri
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        La soglia del niente (A mio padre)

        Tramonta il sole
        sulla Voce che tace.

        L'Albero spoglio
        affronta esausto
        l'ultima battaglia
        con occhi di pietra...
        gesti di pietra...
        sguardi di pietra...

        Nembi muti
        si posano freddi
        su soglie di alabastro.

        Il tempo
        ingrato
        scandisce l'ultimo richiamo.
        E sulla soglia del niente
        si perde l'ultimo sentiero:

        una parte di me
        si dissolve nel nulla
        e su ali stanche
        se ne va.

        Buona...
        Buona lunga notte, papà!
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          Scritta da: Marianna Mansueto
          in Poesie (Poesie d'Autore)
          Ma quando sono solo con questo naso al piede
          che almeno di mezz'ora da sempre mi precede
          si spegne la mia rabbia e ricordo con dolore
          che a me è quasi proibito il sogno di un amore;
          non so quante ne ho amate, non so quante ne ho avute,
          per colpa o per destino le donne le ho perdute
          e quando sento il peso d'essere sempre solo
          mi chiudo in casa e scrivo e scrivendo mi consolo,
          ma dentro di me sento che il grande amore esiste,
          amo senza peccato, amo, ma sono triste
          perché Rossana è bella, siamo così diversi,
          a parlarle non riesco: le parlerò coi versi, le parlerò coi versi.
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            Scritta da: Tuocucciolo .
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Dopo un pò

            Dopo un po' comprenderai la sottile differenza fra stringere una mano e incatenare un'anima, e comprenderai che amore non significa dipendenza e che compagnia non significa sicurezza. Incomincerai a comprendere che i baci non sono contratti e i doni non sono promesse, e incomincerai ad accettare le sconfitte a testa alta e con gli occhi bene aperti, con la compostezza di un adulto e non con il dolore di un bimbo, e imparerai a tracciare la strada sull'oggi, perché il terreno del domani è troppo incerto per essere pianificato.
            Dopo un po' comprenderai che perfino il sole può bruciare se ne prendi troppo.
            Allora cura il tuo giardino e abbellisci la tua anima senza aspettare che qualcuno ti regali dei fiori.
            E imparerai che puoi veramente farcela... Che sei veramente forte, e che tu vali veramente molto.
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              Scritta da: Widmer Valbonesi
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Zattera

              Seduto sopra al ponte io osservo
              l'acqua che scende verso il mare
              e trovo quel defluire così naturale
              destino di un'attrazione quasi fatale.
              Se gli amori fossero in discesa,
              srotolare il gomitolo della vita
              sarebbe una gioia e quasi un sollievo
              ti apparirebbe ogni tanto rallentare
              o tirare il freno. Invece l'amore
              molte volte è ripida salita che si
              percorre con affanno e che trasforma
              la tua vita in rapide e gorghi di un
              torrente in piena. E tu sei come un insetto
              su una foglia secca, zattera sballottata
              dalla corrente che scende verso la foce.
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                Scritta da: Widmer Valbonesi
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Perchè morire?

                Non sperare di trovare amore
                in un sorriso senza splendore.
                Un saluto formale è l'illusione
                di un comune sentire già svanito.
                A nulla serve lasciarsi morire
                per chi non ti sa più amare.
                A nulla serve cercare di capire
                chi ti toglie te stesso e la tua vita
                A nulla serve cercare di amare
                chi riesce a farti morire l'anima.
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                  Scritta da: Widmer Valbonesi
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  Argo

                  Te ne stai immobile, disteso
                  con la testa penzoloni al sole
                  non un movimento, sembra
                  che sei morto.
                  Poi senti il cancello cigolare
                  scatti fuori come una molla
                  ti protendi verso la rete e ti
                  strofini, in cerca di coccole
                  e carezze come i bambini.
                  E mi guardi implorante di
                  aprirti che vuoi correre su
                  e giù per il cortile e appena
                  ti apro parti come un fulmine
                  corri e fai le capriole, sprigioni
                  la tua voglia di libertà.
                  Poi vieni a me vicino, mi guardi
                  e sembri dire "prendi il collare
                  andiamo a caccia, ho già sentito
                  le quaglie all'alba e verso sera
                  pure il canto di un fagiano.
                  Andiamo che aspetti? Metti
                  in moto che partiamo andiamo
                  al lago ogni mattina. Uffa! Mi
                  sono stufato di puntare sempre
                  la gallina del pollaio accanto".
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