Mi sono innamorata delle mie stesse ali d'angelo, delle mie nari che succhiano la notte, mi sono innamorata di me e dei miei tormenti. Un erpice che scava dentro le cose, o forse fatta donzella ho perso le mie sembianze. Come sei nudo, amore, nudo e senza difesa: io sono la vera cetra che ti colpisce nel petto e ti da larga resa.
Dita fra le dita, emozioni incantate da emozioni sognanti.
Gesta di umili gesta, il tuo viso sulle punte, una briciola alle labbra, una carezza tra i capelli. Sogni, piccoli sogni, di una mano sognante nella notte.
Bugia Adesso che ti ho persa, odio. Odio la semplicità, l'eleganza, l'intelligenza, i sorrisi, la voglia di vivere, la sensibilità, l'amore, la gioia di esistere, la complicità, l'onestà, la purezza, la grazia, la bellezza, l'educazione, la gioia di donare, il sorriso, la bontà. Odio tutto ciò che mi fa ricordare di te. Voglio trovare un corpo che cammini, solo così, riuscirò a dimenticarti.
Questa bugia, "voglio solo un corpo", me la racconto ogni giorno.
Hai spezzato il tempo, la vita, con dolci parole: ti amerò per sempre.
Ogni tuo passo fa vivere un ricordo.
Vedo il passato quando mi raccontavi del nostro amore nato sotto un cavolo, che tu eri la principessa delle bambole e io il principe del tuo regno.
Sono sempre più convinto che i tuoi passi delicati, accanto ai miei, erano piedini di angelo, che i riccioli che ballavano sulle mie guance, mentre ti baciavo, erano veli d'amore.
Vedo il nostro angelo custode, triste, con le lacrime che gli scendono, nel guardare il sentimento squarciato.
Nei tuoi passi che si allontanavano, vedo sfumare la realtà dei sogni, mentre affiora un grigio che ti scolora, e dipinge il colore della mia vita senza te.
Sentieri Zoccoli di cavalli bianchi segnano i sentieri sulle nuvole, trascinando catene che legano i miei giorni, le mie ore, l'infinità dei secondi vissuti.
Trascinandoli nell'infinito, per depositarli nello scrigno del nulla, nello spazio senza confini.
Zoccoli di cavalli. Mai avrei voluto esistessero. Mai avrei desiderato fossero costruiti.
Il nulla. Tomba della felicità. Vorrei ci fosse una sola scritta: Nel nulla ho depositato un sentimento infinito.
Penso alla tua vita, al dolce piacere di chi ti incontra.
Alla vita, alla giornata spruzzata dal sole...
Penso dove tu possa essere oggi...
Le mie mani vivono dei brividi amari.
Oggi ti accompagno a passeggio, voglio portarti a raccogliere un fiore per il tuo diario.
Voglio passeggiare con te, fare assieme l'inventario delle nuvole.
Lo so che tu non ci sei, ma io vivrò con te ogni giorno, e ogni giorno raccoglieremo un fiore per il tuo diario, per te, per il tuo lucente sorriso. Andiamo...
Crescevan nella tomba le unghia a Giuseppe, morto, adunche. Liquefatto gli gocciava il fegato. Nelle cave orbite senza luce aveva due tenere rotule di Ririrì. Dal cervello putrescente e dalla teca si sperdevan milioni di pensieri in filiere per i cipressi del cimitero.
Dio verdolino come libellula, lì cercava di penetrare fra le estreme cellule. Ma gli oscurava a lampi la via, la Tenebrosa. Bolliva nel vicolo la pignatta - oh, quanto fonda! - di donna Riricchia. Nella valle in paura del vento, le canne. Picchia la notte sugli ossi secchi della tomba.
Il tuo passo é dietro al mio, il tuo profumo è quello dell'aiuola che ho appena passato, il tuo sole è quello che mi riscalda, la tua vita é quella che sto vivendo.
Lo so che la tua ombra e dietro di me, che il tuo cuore mi fa strada con la sua luce.