Poesie d'Autore


Scritta da: Andrea De Candia
in Poesie (Poesie d'Autore)
E questo pianto che non sento più
al funerale della solitudine,
posto nolente all'altare del letto,
io sono il corpo puro delle ossa,
la carne mi si è rivelata bara.

È il pianto rumoroso del russare:
cade pesantemente al suolo d'aria!

È lo scoprirsi, le narici, gli occhi,
occhi che non possiedono pupille,
occhi accecati di profondità,
in cui tutte le lacrime ritrovano
il punto per uscire finalmente!
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    Scritta da: Giuseppe Cutropia
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Dirti t'amo

    Dirti "t'amo"...
    che gioia averlo potuto fare.
    Infinita fu l'emozione di quando,
    per la prima volta,
    i miei occhi lo pronunciarono ai tuoi.
    Si,
    in fondo le parole tra di noi... beh,
    a che servivano,
    quando potevamo emozionarci
    ascoltando semplicemente i nostri cuori.

    Di ogni luogo abbiamo fatto il nostro nido,
    dove poterti far sentire amata e io,
    beh...
    l'uomo più ricco sotto questo cielo.
    Del resto,
    quale ricchezza poteva ornare i miei occhi,
    se non il tuo sorriso.

    Di ogni vicolo, di quelli dove ci piaceva tanto posare lo sguardo,
    ne abbiamo fatto un sentiero dove
    poterci innamorare ancora...
    e ancora.

    Di un lago ne venivano calpestate le rive da passi indifferenti.
    Ma per noi,
    noi vi lasciammo l'impronta di così tante emozioni, respirate e vissute...
    che ogni piccolo sasso parlava di noi.

    E ora,
    osservando queste sponde,
    il mio cuore viene pervaso da una triste nostalgia.
    Il muoversi delle acque verso di me,
    sembrano quasi volermi abbracciare.
    Ma quale conforto potrà mai portare pace a questa inquietudine
    nella quale pure l'anima mia sta affogando.

    Forse... sì,
    forse potrei donare un "ti amo" a queste acque,
    cosicché il suo dolce, seppur nostalgico suono,
    possa riecheggiare per tutta la valle.
    E che le montagne ne possano udire e carpire
    l'amore immenso che vi è racchiuso.
    E che il vento se ne possa fare messaggero,
    fino a condurlo nuovamente a te.
    Quale dono potrei mai farti,
    se non questo semplice ma intenso...
    "ti amo".
    Composta martedì 15 agosto 2017
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      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Follia

      Mi lascio attraversare dal vento
      che sbatte le persiane
      e passa un brivido
      a gelare
      il pianto delle fontane.
      Come scarna penombra
      si fa il pensiero
      nel cielo della sera,
      conta i miei anni
      in questo giorno tempestoso
      che oscura il cuore.
      La ragione
      è un sottovuoto
      senza più aria
      senza più risposte
      a questa silente follia
      che come tragica pena
      si veste di istanti irrisolti.
      Composta venerdì 28 luglio 2017
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        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Il crepuscolo che vorrei

        Nell'ora dopo il tramonto
        si vince ogni dolore,
        il vento scuote
        l'anima scavata
        e tutto si risolve
        dentro ogni parola,
        brulica come schiuma
        si posa sulla rena.
        La vita
        sembra
        coscienza chiara
        muore anche l'ultimo lamento
        e i battiti dentro al petto
        si fan carezza.
        Restano solo i gesti
        a render vera un'emozione
        che intatta
        nel suo privilegio
        varca ogni menzogna!
        Composta lunedì 14 agosto 2017
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          Scritta da: Andrea De Candia
          in Poesie (Poesie d'Autore)
          Non chiedere
          non ordinare il pasto
          perché i morti non si
          fanno pregare
          prendono un assaggio dalla ciotola del mai
          e lo portano nel serraglio del cielo.

          Raramente si trova lì dentro qualcosa di utile
          ma di tanto in tanto una strada di luce,
          un labirinto che, cercare di evitarlo
          è quasi insensato.

          A gruppi di urla,
          si presentano un essere dopo l'altro
          noi veniamo a capo dei loro nomi
          non del loro futuro
          non aiutano i canti.

          Gli abiti da tempo strappati
          ci rimettiamo al lutto del silenzio
          e siamo quello che siamo:

          un sorriso passato.
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            Scritta da: Andrea De Candia
            in Poesie (Poesie d'Autore)
            Luce teneramente registrata
            poco visibile ancora
            poco afferrabile.

            Solo il rumore
            ha fatto irruzione nei misteri della vita
            pavimenta i corridoi
            con il tempo contato.

            Canteremo attraverso la sera
            un canto con viticci di ossa
            grovigli di vene e sangue di fate
            tra le righe.

            Suoni semplici anche lì, non storpiati
            dove le esalazioni dell'aldilà premono
            per uscire dai pori della notte restante

            per alloggiare nell'alto
            rossore dei giorni

            Un requiem indistruttibile
            Per ogni giornata senza luce.
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              Scritta da: Andrea De Candia
              in Poesie (Poesie d'Autore)
              A quest'ora
              non vola solo il papavero
              a quest'ora scorre polvere di stelle
              fuori da tutte le caverne.
              In questi giorni si apre una parola
              dopo l'altra e sboccia
              e muore
              ed è a se stessa tomba.
              Se venisse uno
              a depurarmi
              il cielo infangato.
              Noi condividiamo, gli griderei,
              pane di lupo e gemme d'anemoni, sbrìgati,
              prima che il sogno arido ci sradichi.
              Un vento nero si alza
              e spazza l'ultima luce dalla mia fronte,
              un rondone non ritrova la sua nidiata.
              Una risata sospinge il cielo ai margini del mondo,
              prende fuoco, ah, sfonda rumorosamente il respiro d'argento.
              Distrutto il tuo amuleto di onde.
              Il tuo canto di piume
              bandito in un luogo oscuro.
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                Scritta da: Andrea De Candia
                in Poesie (Poesie d'Autore)
                Dormi sotto i lecci
                per toglierti il giorno ammorbidito
                dalle labbra, prenditi
                il firmamento dalla mia pelle.
                Coglimi schegge di parole
                dalla bocca, cerca sotto
                le ramificazioni delle palpebre le
                scorte del lupo.
                Non chiedere. Svelto, mangia
                il pane del deserto
                che ti ha infornato il mio lupo trovatello
                e bevi tutta la mandragola.
                Già si addensa una maledizione intorno al tempo,
                un incubo frusta il mio cuore
                con vento inconsolabile,
                nella costellazione del Cane se ne perde la traccia,
                eppure:
                ancora rimane una parola sorrisa
                erba di zigani per la stirpe martoriata.
                Ancora metto un piede avanti all'altro
                e cresco nella confusione.
                Ancora mi rimane il fiore-di-nessuno,
                passi di rugiada, un'ora oscura.
                Rotola, nutrita di veleno, delusa dalle mie
                lacrime, dentro di sé fino al principio.
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