Poesie d'Autore


Scritta da: Giuseppe Cutropia
in Poesie (Poesie d'Autore)

Dirti t'amo

Dirti "t'amo"...
che gioia averlo potuto fare.
Infinita fu l'emozione di quando,
per la prima volta,
i miei occhi lo pronunciarono ai tuoi.
Si,
in fondo le parole tra di noi... beh,
a che servivano,
quando potevamo emozionarci
ascoltando semplicemente i nostri cuori.

Di ogni luogo abbiamo fatto il nostro nido,
dove poterti far sentire amata e io,
beh...
l'uomo più ricco sotto questo cielo.
Del resto,
quale ricchezza poteva ornare i miei occhi,
se non il tuo sorriso.

Di ogni vicolo, di quelli dove ci piaceva tanto posare lo sguardo,
ne abbiamo fatto un sentiero dove
poterci innamorare ancora...
e ancora.

Di un lago ne venivano calpestate le rive da passi indifferenti.
Ma per noi,
noi vi lasciammo l'impronta di così tante emozioni, respirate e vissute...
che ogni piccolo sasso parlava di noi.

E ora,
osservando queste sponde,
il mio cuore viene pervaso da una triste nostalgia.
Il muoversi delle acque verso di me,
sembrano quasi volermi abbracciare.
Ma quale conforto potrà mai portare pace a questa inquietudine
nella quale pure l'anima mia sta affogando.

Forse... sì,
forse potrei donare un "ti amo" a queste acque,
cosicché il suo dolce, seppur nostalgico suono,
possa riecheggiare per tutta la valle.
E che le montagne ne possano udire e carpire
l'amore immenso che vi è racchiuso.
E che il vento se ne possa fare messaggero,
fino a condurlo nuovamente a te.
Quale dono potrei mai farti,
se non questo semplice ma intenso...
"ti amo".
Composta martedì 15 agosto 2017
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    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Follia

    Mi lascio attraversare dal vento
    che sbatte le persiane
    e passa un brivido
    a gelare
    il pianto delle fontane.
    Come scarna penombra
    si fa il pensiero
    nel cielo della sera,
    conta i miei anni
    in questo giorno tempestoso
    che oscura il cuore.
    La ragione
    è un sottovuoto
    senza più aria
    senza più risposte
    a questa silente follia
    che come tragica pena
    si veste di istanti irrisolti.
    Composta venerdì 28 luglio 2017
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      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Il crepuscolo che vorrei

      Nell'ora dopo il tramonto
      si vince ogni dolore,
      il vento scuote
      l'anima scavata
      e tutto si risolve
      dentro ogni parola,
      brulica come schiuma
      si posa sulla rena.
      La vita
      sembra
      coscienza chiara
      muore anche l'ultimo lamento
      e i battiti dentro al petto
      si fan carezza.
      Restano solo i gesti
      a render vera un'emozione
      che intatta
      nel suo privilegio
      varca ogni menzogna!
      Composta lunedì 14 agosto 2017
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        Scritta da: Andrea De Candia
        in Poesie (Poesie d'Autore)
        Non chiedere
        non ordinare il pasto
        perché i morti non si
        fanno pregare
        prendono un assaggio dalla ciotola del mai
        e lo portano nel serraglio del cielo.

        Raramente si trova lì dentro qualcosa di utile
        ma di tanto in tanto una strada di luce,
        un labirinto che, cercare di evitarlo
        è quasi insensato.

        A gruppi di urla,
        si presentano un essere dopo l'altro
        noi veniamo a capo dei loro nomi
        non del loro futuro
        non aiutano i canti.

        Gli abiti da tempo strappati
        ci rimettiamo al lutto del silenzio
        e siamo quello che siamo:

        un sorriso passato.
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          Scritta da: Andrea De Candia
          in Poesie (Poesie d'Autore)
          Luce teneramente registrata
          poco visibile ancora
          poco afferrabile.

          Solo il rumore
          ha fatto irruzione nei misteri della vita
          pavimenta i corridoi
          con il tempo contato.

          Canteremo attraverso la sera
          un canto con viticci di ossa
          grovigli di vene e sangue di fate
          tra le righe.

          Suoni semplici anche lì, non storpiati
          dove le esalazioni dell'aldilà premono
          per uscire dai pori della notte restante

          per alloggiare nell'alto
          rossore dei giorni

          Un requiem indistruttibile
          Per ogni giornata senza luce.
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            Scritta da: Andrea De Candia
            in Poesie (Poesie d'Autore)
            A quest'ora
            non vola solo il papavero
            a quest'ora scorre polvere di stelle
            fuori da tutte le caverne.
            In questi giorni si apre una parola
            dopo l'altra e sboccia
            e muore
            ed è a se stessa tomba.
            Se venisse uno
            a depurarmi
            il cielo infangato.
            Noi condividiamo, gli griderei,
            pane di lupo e gemme d'anemoni, sbrìgati,
            prima che il sogno arido ci sradichi.
            Un vento nero si alza
            e spazza l'ultima luce dalla mia fronte,
            un rondone non ritrova la sua nidiata.
            Una risata sospinge il cielo ai margini del mondo,
            prende fuoco, ah, sfonda rumorosamente il respiro d'argento.
            Distrutto il tuo amuleto di onde.
            Il tuo canto di piume
            bandito in un luogo oscuro.
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              Scritta da: Andrea De Candia
              in Poesie (Poesie d'Autore)
              Dormi sotto i lecci
              per toglierti il giorno ammorbidito
              dalle labbra, prenditi
              il firmamento dalla mia pelle.
              Coglimi schegge di parole
              dalla bocca, cerca sotto
              le ramificazioni delle palpebre le
              scorte del lupo.
              Non chiedere. Svelto, mangia
              il pane del deserto
              che ti ha infornato il mio lupo trovatello
              e bevi tutta la mandragola.
              Già si addensa una maledizione intorno al tempo,
              un incubo frusta il mio cuore
              con vento inconsolabile,
              nella costellazione del Cane se ne perde la traccia,
              eppure:
              ancora rimane una parola sorrisa
              erba di zigani per la stirpe martoriata.
              Ancora metto un piede avanti all'altro
              e cresco nella confusione.
              Ancora mi rimane il fiore-di-nessuno,
              passi di rugiada, un'ora oscura.
              Rotola, nutrita di veleno, delusa dalle mie
              lacrime, dentro di sé fino al principio.
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                Scritta da: Andrea De Candia
                in Poesie (Poesie d'Autore)
                Magistralmente tedeschi
                s'iscrivono i fucili
                davanti ai corpi.

                Uno vuole uscire allo scoperto
                vestito soltanto di un panno di nuvole
                il suo cuore non appartiene già più
                a questo mondo.

                Un solo colpo,
                il dio dei fiori dormiva
                febbricitante.

                Nella tua tazza gocciola
                l'ultimo vento di pioggia,
                bevilo tutto

                e riempi la tua
                bocca di cielo.
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