Poesie d'Autore


Scritta da: Andrea De Candia
in Poesie (Poesie d'Autore)

Maturo autunno

Sono completo in natura, in
pieno meriggio d'aurea maturezza,
alto vento nel verde attraversato.
Ricco frutto recondito, contengo
il grande elementare in me (la terra,
il fuoco, l'acqua, l'aria) l'infinito.

Io grondo luce: indoro il luogo oscuro,
mando odore: profumo di dio l'ombra,
emano suono: è musica l'ampiezza,
stillo sapore: il mondo beve l'anima,
diletto il tatto della solitudine.

Son tesoro supremo, liberato
con densità e pienezza di pura iride,
dal seno dell'azione. Sono tutto.
Il tutto che è la sommità del niente,
il tutto che si basta e che è servito
da quanto ancora ha nome d'ambizione.
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    Scritta da: Antonio Prencipe
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Un solo sorso d'inverno

    Ho bisogno di un nuovo cielo,
    un Dio da inventare,
    un cuore da cucire,
    un dolore di cui morire,
    di un amore che mi faccia vivere,
    che mi spezzi le ossa dal dolore,
    che mi faccia odiare la vita immensamente.
    Di un amico che mi aiuti a seppellire
    il caldo cadavere che in una notte
    di Marzo decisi di diventare.
    Sono solo,
    come uno scheletro la cui gruccia
    non sostiene il peso della propria morte.
    Sono solo,
    come un respiro che si poggia
    sulle proprie urla agonizzanti.
    La mia vita,
    qualcuno un giorno mi chiese
    il prezzo.
    Un giorno valutai la tua,
    un diamante incastonato nelle palpebre di Dio,
    mi dissero balbettando.
    Chiesi il prezzo della mia,
    un solo sorso d'inverno.
    Mi dissero chinando il capo.
    Composta sabato 1 aprile 2017
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      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Il pianto di Dio

      Quando nello spazio non si era ritirato
      ancora il Nulla di questo Universo,
      io credo che Dio cercasse qualcosa,
      come rimedio alla ferita della noia.

      In un istante girò intorno allo spazio,
      e non trovò nulla tranne se stesso:
      volle un'Essenza della sua Essenza: -
      e la sua Essenza fu la sua eco.

      Poi ritornando, triste e addolorato,
      dal sordo Silenzio e dal cieco Nulla,
      anche da loro volle qualcosa, ed essi
      diedero se stessi, cioè non diedero nulla.

      Quando Egli trovò l'Immensità così vuota,
      provò un profondo, crudele dolore:
      e sul Silenzio e sul Nulla
      pianse dal cuore la sua disperazione.

      Cadendo, le sue lacrime lo esaudirono,
      formando ogni stella nel cielo: -
      e come al Poeta anche a Dio,
      per creare, fu necessario piangere.
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        Scritta da: Andrea De Candia
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Mar Rosso

        L'animo del poeta: un espatriato!
        Un erede di ghetti dati al fuoco!
        Non ha foglio di profugo. Non chiede
        viveri sigarette posto-letto.
        L'atlante – cancellato alle sue spalle.
        Pura circonferenza l'orizzonte
        (egli – al centro – il suo passo beduino).
        Su dal mattino – come da un bivacco;
        giù al tramonto, vermiglia intermittenza
        d'una misura senza fine.
        Ma a notte... come dolce il suo Mar Rosso
        trabocca in lui, l'inonda fra le ciglia
        quand'egli giace – tutto il cielo addosso.
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          Scritta da: Antonio Belsito
          in Poesie (Poesie d'Autore)
          Vita
          e ancora altra vita.
          Vita di giorni che si susseguono
          di emozioni che si inseguono
          di parole che si amano.

          Vita di gente vicina
          e di gente lontana.
          Vita di confidenze,
          vita di essenze.

          Vita di Vite,
          generose,
          preziose,
          volenterose.

          Vita di Vite,
          ansiose,
          pensierose,
          meticolose.

          Vita
          e ancora altra vita,
          scandita,
          ammaliata,
          sensata.

          Semplicemente amata:
          Vita.
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            Scritta da: Andrea De Candia
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Flora alpina

            Ti vorrei dare questa stella alpina.
            Guardala: è grande e morbida. Sul foglio,
            pare un'esangue mano abbandonata.
            Sbucata dalle crepe di una roccia,
            o sui ghiaioni, o al ciglio di una gola,
            là si sbiancava alla più pura luce.
            Prendila: è monda e intatta. Questo dono
            non può farti del male, perché il cuore
            oggi ha il colore delle genzianelle.
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              Scritta da: Andrea De Candia
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Canto della mia nudità

              Guardami: sono nuda. Dall'inquieto
              languore della mia capigliatura
              alla tensione snella del mio piede,
              io sono tutta una magrezza acerba
              inguainata in un color avorio.
              Guarda: pallida è la carne mia.
              Si direbbe che il sangue non vi scorra.
              Rosso non ne traspare. Solo un languido
              palpito azzurro sfuma in mezzo al petto.
              Vedi come incavato ho il ventre. Incerta
              è la curva dei fianchi, ma i ginocchi
              e le caviglie e tutte le giunture,
              ho scarne e salde come un puro sangue.
              Oggi, m'inarco nuda, nel nitore
              del bagno bianco e m'inarcherò nuda
              domani sopra un letto, se qualcuno
              mi prenderà. E un giorno nuda, sola,
              stesa supina sotto troppa terra,
              starò, quando la morte avrà chiamato.
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