Scritta da: Andrea De Candia
in Poesie (Poesie d'Autore)
Al nero sole del silenzio le parole si doravano.
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Al nero sole del silenzio le parole si doravano.
Tu scegli il luogo della ferita
dove dicemmo il nostro silenzio.
Tu fai della mia vita
questa cerimonia troppo pura.
Se tu mi dessi
Tutti i cieli che conosci da guardare
I nembi sarebbero pellicola di tempeste
E tutti i diluvi
Si stamperebbero
Asciutti
Sulla terraferma del mio volto
Come io fossi Amazzonia
In contrasto agli astri
Foresta intricata
Tangente alle tue altitudini.
Che "Mia" diventi la voce del verbo
pronunciata sulla torsione del polso
e lasci il segno del possesso
nel piacere del livido
senza mia colpa
ché lei è rea confessa
pur nella tela di ragno
per mosche rosa
Tra il lucido e il torbido
mi specchio, doppio,
Narciso morboso
di un irrisolto Edipo in fasce
Tra l'ossessione e la furia
a succhiare il sangue
nell'eccitazione dei dinieghi
il controllo dell'ubbidienza
a mani giunte, come in preghiera,
con i lacci traumatici di tortura fredda
terrorista e tiranno
ché sono tua vittima
al talamo
d'una luna di miele rancido
La violenza mi cura la paura
ché se alito sul collo, allora respiro;
la perfezione inscenata.
Non inizia più armonico momento
per noi, dacché la forza immotivata
d'amore usò più cruda disciplina.
Ora nei nostri aspetti già traspare
la ferina imminenza del piacere.
Né so, quando mi penetri di baci
quanto di te il mio spirito trascini.
Se la tua bianca veste mi raggiunge
ardo di colpa e muovo l'innocente
orma del desiderio alle tue case
e per te che mi piaci
io cresco in tenerezza senza fine.
E ti seguo, io, ombra del tuo anello
di spirito profondo
ignorata da te, ma ti raggiungo
nella mia aperta fantasia gioiosa.
E mi carico sempre di peccati
presso le porte delle meretrici.
Deh, se mai a un tocco d'angelo un bagliore
cadesse in questo mare da una luna
dove il mio io, corallo senza flettersi,
dimora nei più verdi rami.
Angoscia che mi affligge... Sconosciuto
chi opera mi resta, una corrente
che indugia, che mi supera, si perde,
ostacoli la guidano e fondali.
Da primordi insensibili di pietra
si volgono creature a un tratto elette
e sul silenzio eterno di ogni essere
precipita il fragore di un evento.
Ti alzi
e tutto può succedere,
oltrepassi la soglia
del limite invalicabile
del respiro del tempo.
In quel tempo
dove ci si perde,
dove le ore
sfuggono di mano
e ti resta solo
l'odore di storia,
mentre son già pronte
nuove valigie di memoria
per il nuovo
che ti sarà davanti.
E vorresti
già sentirne il sapore
e mangeresti
la terra che tocchi
come fosse pane
e berresti
il cielo che guardi
come fosse acqua.
Non c'è lampo
che acceca l'amore,
perfino la notte
gli rischiara il buio.
E rubi
tutti i passi del mondo,
mentre il sole
alle spalle,
cancella i volti
in abbandono,
ormai è tutto
di troppa lontananza.
Ti alzi
e succede,
ti alzi
e sei, nuova luce!
Lei
mi viene a cercare
sbucata dal nulla
o forse dal cielo
dietro una nuvola
o dalla nebbia
dei miei pensieri.
Mi chiama
dai vicoli
di un nastro stretto
infondo alla via,
non so se sia suono
oppure silenzio
in mezzo al rumore
o forse è un incendio,
calore che prende
ti pulsa nel petto
e il cuore non smette
di battere forte
al suo richiamo.
Su di un foglio tremulo
si fa partorire,
nasce alla vita
la prima frase
che si confonde
tra mille raggi
e splendidi spazi.
Lei
mi somiglia
e dentro quel vuoto
io le riempio
le giare di creta,
traboccanti di astri
e notti di luna,
passate in bianco
tra incauti sogni
dispersi nel vento.
Lei mi somiglia!
Buon Natale a tutto il mondo
dalla grotta di Gesù
con l'augurio più profondo
che Dio volge da lassù.
Buon Natale a ogni paese
in cui nasce il bambinello:
sia africano sia albanese
sarà sempre un bimbo bello.
Buon Natale a ciascun uomo
riscaldato nella notte
contro il gelo di un antiuomo
che lo caccia e gli dà botte.
Buon Natale ai peccatori
che domandano perdono:
se Gesù ha portato i doni
li ha portati anche per loro.
E ancora a te io prego con le braccia
tese al tuo sangue. In me l'antica data
della dimestichezza della donna
vive ancora terribile. Se schiava
mi facessi di un sordo desiderio
ti amerei rassegnata;
se penetrassi nell'anima pura
che ho sortita nascendo
ti amerei d'un amore disperato.
Ma se tu contemplassi nel mio viso
tutta la rotazione di un pensiero
anche senza comprenderlo, io forse
impazzirei di tesa meraviglia
a riguardare l'occhio del mio sposo.