Poesie d'Autore


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

La campagna

O tu cantor di morbidi
Pratei, di dolci rivi,
Che i verdi poggi, e gli alberi
Soavemente avvivi
Con gli armonici versi
Da fresche tinte aspersi,

Odi un poeta giovane,
Che il genio che l'ispira
Devoto siegue, e libero
Percote ardita lira,
E cò suoi canti vola
Al suo gentil Bertòla.

Fra campestri delizie
Tranquillo e lieto io vivo.
E col pensier fantastico
Tra me canto e descrivo
Sì vaghi paeselli,
Che ognor sembran novelli.

Pingo; ma resto attonito
Allor che su i tuoi fogli
Veggo fiorire, e sorgere
Pianto e marini scogli,
Che sembrano invitarmi
A sacrar loro i carmi.

Da me s'invola subito
Il mio picciol soggiorno,
E sol veggo Posilipo
E il mar che vanta intorno
Di Mergellina il lido
Ameno più che Gnido.

Estatici contemplano
Tuoi campi i cupid'occhi:
O come allor nell'anima
Sento beati tocchi,
Che mi dicono ognora:
Sì dolce vate onora.

Salve, dunque, del tenero
Gesnèr felice alunno!
Il lor poeta adorino
D'aprile e dell'autunno
Le Grazie e i lindi Amori
Coronati di fiori.

Il lor poeta adorino
Le serpeggianti linfe,
E dai monti scherzevoli
Scendan le gaje Ninfe,
E alternin baci in fronte
Al tòsco Anacreonte.

Ed io tesso tra cantici
Ghirlandetta odorosa
Non d'orgogliosi lauri,
Ma sol d'umida rosa,
E il capo ombreggio al molle
Abitator del colle.

E in cor brillante io dico:
Questa dona Natura
Al suo più ingenuo amico,
Ch'ella d'altro non cura:
Da lui schietto-dipinta
Di fior va anch'ella cinta.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)
    Volta il cavallo, e ne la selva folta
    lo caccia per un aspro e stretto calle:
    e spesso il viso smorto a dietro volta;
    che le par che Rinaldo abbia alle spalle.
    Fuggendo non avea fatto via molta,
    che scontrò un eremita in una valle,
    ch'avea lunga la barba a mezzo il petto,
    devoto e venerabile d'aspetto.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)
      Forse era ver, ma non però credibile
      a chi del senso suo fosse signore;
      ma parve facilmente a lui possibile,
      ch'era perduto in via più grave errore.
      Quel che l'uom vede, Amor gli fa invisibiIe,
      e l'invisibil fa vedere Amore.
      Questo creduto fu; che 'l miser suole
      dar facile credenza a quel che vuole.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)
        Pieno di dolce e d'amoroso affetto,
        alla sua donna, alla sua diva corse,
        che con le braccia al collo il tenne stretto,
        quel ch'al Catai non avria fatto forse.
        Al patrio regno, al suo natio ricetto,
        seco avendo costui, l'animo torse:
        subito in lei s'avviva la speranza
        di tosto riveder sua ricca stanza.
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          in Poesie (Poesie d'Autore)
          Non mai con tanto gaudio o stupor tanto
          levò gli occhi al figliuolo alcuna madre,
          ch'avea per morto sospirato e pianto,
          poi che senza esso udì tornar le squadre;
          con quanto gaudio il Saracin, con quanto
          stupor l'alta presenza e le leggiadre
          maniere, e il vero angelico sembiante,
          improviso apparir si vide inante.
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            Scritta da: Silvana Stremiz
            in Poesie (Poesie d'Autore)
            E fuor di quel cespuglio oscuro e cieco
            fa di sé bella ed improvvisa mostra,
            come di selva o fuor d'ombroso speco
            Diana in scena o Citerea si mostra;
            e dice all'apparir: - Pace sia teco;
            teco difenda Dio la fama nostra,
            e non comporti, contra ogni ragione,
            ch'abbi di me sì falsa opinione. -
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              Scritta da: Silvana Stremiz
              in Poesie (Poesie d'Autore)
              Ma non però disegna de l'affanno
              che lo distrugge alleggierir chi l'ama,
              e ristorar d'ogni passato danno
              con quel piacer ch'ogni amator più brama:
              ma alcuna fizione, alcuno inganno
              di tenerlo in speranza ordisce e trama;
              tanto ch'a quel bisogno se ne serva,
              poi torni all'uso suo dura e proterva.
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                Scritta da: Silvana Stremiz
                in Poesie (Poesie d'Autore)
                Pur tra quei boschi il ritrovarsi sola
                le fa pensar di tor costui per guida;
                che chi ne l'acqua sta fin alla gola
                ben è ostinato se mercé non grida.
                Se questa occasione or se l'invola,
                non troverà mai più scorta sì fida;
                ch'a lunga prova conosciuto inante
                s'avea quel re fedel sopra ogni amante.
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                  Scritta da: Silvana Stremiz
                  in Poesie (Poesie d'Autore)
                  Con molta attenzion la bella donna
                  al pianto, alle parole, al modo attende
                  di colui ch'in amarla non assonna;
                  né questo è il primo dì ch'ella l'intende:
                  ma dura e fredda più d'una colonna,
                  ad averne pietà non però scende,
                  come colei c'ha tutto il mondo a sdegno,
                  e non le par ch'alcun sia di lei degno.
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                    Mentre costui così s'affligge e duole,
                    e fa degli occhi suoi tepida fonte,
                    e dice queste e molte altre parole,
                    che non mi par bisogno esser racconte;
                    l'aventurosa sua fortuna vuole
                    ch'alle orecchie d'Angelica sian conte:
                    e così quel ne viene a un'ora, a un punto,
                    ch'in mille anni o mai più non è raggiunto.
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