E un adolescente disse: Parlaci dell'Amicizia. E lui rispose dicendo: Il vostro amico è il vostro bisogno saziato. È il campo che seminate con amore e mietete con riconoscenza. È la vostra mensa e il vostro focolare. Poiché, affamati, vi rifugiate in lui e lo ricercate per la vostra pace.
Quando l'amico vi confida il suo pensiero, non negategli la vostra approvazione, né abbiate paura di contraddirlo. E quando tace, il vostro cuore non smetta di ascoltare il suo cuore: Nell'amicizia ogni pensiero, ogni desiderio, ogni attesa nasce in silenzio e viene condiviso con inesprimibile gioia. Quando vi separate dall'amico non rattristatevi: La sua assenza può chiarirvi ciò che in lui più amate, come allo scalatore la montagna è più chiara della pianura. E non vi sia nell'amicizia altro scopo che l'approfondimento dello spirito. Poiché l'amore che non cerca in tutti i modi lo schiudersi del proprio mistero non è amore, ma una rete lanciata in avanti e che afferra solo ciò che è vano.
E il meglio di voi sia per l'amico vostro. Se lui dovrà conoscere il riflusso della vostra marea, fate che ne conosca anche la piena. Quale amico è il vostro, per cercarlo nelle ore di morte? Cercatelo sempre nelle ore di vita. Poiché lui può colmare ogni vostro bisogno, ma non il vostro vuoto. E condividete i piaceri sorridendo nella dolcezza dell'amicizia. Poiché nella rugiada delle piccole cose il cuore ritrova il suo mattino e si ristora.
Tutto ciò che vediamo è qualcos'altro. L'ampia marea, la marea ansiosa. È l'eco di un'altra marea che sta laddove è reale il mondo che esiste. Tutto ciò che abbiamo è dimenticanza. La notte fredda, il passare del vento sono ombre di mani i cui gesti sonol'illusione madre di questa illusione.
Lunghe, lunghe giornate. Il sangue implacato urta il sangue. Il nuotatore è cieco. Scende attraverso piani purpurei nel battito del tuo cuore.
Quando la nuca è tesa Il grido sempre deserto invade una bocca pura.
Cosí invecchia l’estate. Cosí la morte Circonda la felicità della fiamma che trema. E noi dormiamo un poco. La nota si Risuona a lungo nella stoffa rossa.
Parlammo sicuri tra belle acque bagnate da tamerici e accordammo parole, quiete le nostre mani – ricche in oro estorto – e le fronti alte e assolate dalle molte ore trascorse. Dicevamo quello che non volevamo dire e tacevamo le intenzioni amare; immensamente gentili, noi – i mortali, i non amati – vegliavamo su rispettabili leggi umane. Cosí, vedevamo cavalcare Ciro il nobile, l'eletto, prudente sin dall'infanzia. E noi, corruttibili e accecati dalla bellezza del suo aspetto, muti e silenziosi dietro lo scudo di suo fratello Artaserse.
Per quanto brutte ci sembrassero le iguane abbiamo poco da temere da quei rettili erbivori.
Spesso ci sforziamo di scartare l'infausto dal sublime tramite i sensi. C'è sempre stato in noi un fiacco dilettantismo di fronte alla grazia piú che risoluta con cui, ignorando noi, fu creato il mondo.
Antes de despedirme tengo derecho a un último deseo: generoso lector quema este libro no representa lo que quise decir a pesar de que fue escrito con sangre no representa lo que quise decir.
Mi situación no puede ser más triste fui derrotado por mi propia sombra: las palabras se vengarno de mí.
Perdóname lector amistoso lector que no me pueda despedir de ti con un abrazo fiel: me despido de ti con una triste sonrisa forzada.
Puede que yo no sea más que eso pero oye mi última palabra: me retracto de todo lo dicho. Con la mayor amargura del mundo me retracto de todo lo que he dicho.
En el jardín que parece un abismo la mariposa llama la atención: interesa su vuelo recortado sus colores brillantes y los círculos negros que decoran las puntas de las alas.
Intersa la forma del abdomen.
Cuando gira en el aire iluminada por un rayo verde como cuando descansa del efecto que le producen el rocío y el polen adherida al anverso de la flor no la pierdo de vista y si desaparece más allá de la reja del jardín porque el jardín es chico o por exceso de velocidad la sigo mentalmente por algunos segundos hasta que recupero la razón.
Ha llegado la hora de retirarse estoy agradecido de todos tanto de los amigos complacientes como de los enemigos frenéticos ¡inolvidables personajes sagrados! Miserable de mí si no hubiera logrado granjearme la antipatía casi general: ¡salve perros felices que salieron a ladrarme al camino! Me despido de ustedes con la mayor alegría del mundo.
Gracias, de nuevo, grazias reconozco que se me caen las lágrimas volveremos a vernos en el mar, en la tierra donde sea. Pórtense bien, escriban sigan haciendo pan continúen tejiendo telarañas les deseo toda clase de parabienes: entre los cucuruchos de esos árboles que llamanos cipreses los espero con dientes y muelas.