Sulla sua tomba un grappolo nutrito non ha quel vecchio, ma soltanto un rovo ed un pero selvatico che stringe le labbra dei viandanti e inaridisce la gola per la sete. Tuttavia, se qualcuno si reca alla sua tomba, preghi per Ipponatte perché dorma e perché sia gentile finalmente.
Sgambettano i bambini davanti all'onda ma sono troppo piccoli e leggeri appena usciti dal paradiso terrestre. Il mistero sta in questa totalità non guarda in faccia nessuno e sacrifica anche gli ultimi agnelli resta la palma si piega e si rialza un turista nuota, un altro galleggia senza vita.
Non era un sogno ero di nuovo nella città che mi tenne nelle sue viscere un decennio nella città che rodeva il meglio del mio corpo passeggiai lento lungo il mare le notti salii su alla Rocca ero qui di nuovo, giravo trasparente come se fossi nuvola qui ho sprecato i miei anni spossati che senza forza alcuna e senza potere avevo consegnato alla voluttà.
Tutto quello che passa per le tue mani ha una dolce impronta un senso giusto un sapore di semi si riscatta dall'onta del suo essere plumbeo ogni ruga si spiana sull'arco della fronte chi da te si diparte a te ritorna come un pane sparito rifiorito nel forno.
Queste tue mani a difesa di te: mi fanno sera sul viso. Quando lente le schiudi, là davanti la città è quell'arco di fuoco. Sul sonno futuro saranno persiane rigate di sole e avrò perso per sempre quel sapore di terra e di vento quando le riprenderai.
Non ho distolto il gesto d'una mano timida e bugiarda e senza forza come già stanca che voleva respingere la mia e che poteva soltanto per soffocar la mia preghiera premere più forte le mie labbra contro un cuore turbato.