Sinfonia italiana in cinque parti, con un'epigrafe e dediche
V
Pozzuoli - Ischia Porto
A Gleb Šul'pjakov
Colui che questi versi compose senza penna viaggiava a bordo dell'"Amleto", traghetto pingue e pensieroso, nel dormiveglia ossessionato dal problema tormentoso, ma il baffuto capitano impartiva ai marinai saggi comandi, netti e ben scanditi; una mano sul timone, e nell'altra la sua bella.
Dove portava questo viaggio né lungo né breve? – Dagli ischieti ad Ischia la rotta era questa: piegando verso destra, dapprima costeggiando, poi per il mare aperto, in grembo alla divinità che cambia sesso, e le cui lodi cantano gli amanti della salamoia in ogni angolo della terra.
"Canta, Attis! canta, Cibele! bevi, o Sole, bevi, o Luna! " – l'onda spumeggiava e bianca ribolliva; dal fondo del mare i pesci un po' sorpresi seguivano con lo sguardo la chiglia che solcava i flutti: perché questo coltello incide il vello pecorino generando tremito, strepito, e stridore?
Così si rituffarono, non bastò loro un'ora e mezzo per rivelarmi qualche cosa sull'isola dei tre vulcani che si stagliava non lontano –, ma il Signore, spalancato il cielo, fece udire la sua voce – a parole non si può ridire com'avvampai e mi sentii gelare: veramente "Pater noster" non è lo stesso che "Otce naš".
Questa penna è per l'amore che non scriverai quest'abbraccio è per gli abbracci dell'abbandono questo sguardo è perduto prima di vedere questo sogno vale i sogni che non ti sogneranno questa penna dovrà sempre scrivere da sola.
Che lascia all'amico una ragazza tedesca prima di ritornare a casa? Una maglia Replay consunta, ma tremendamente amata, una bottiglietta con un resto di profumo Calvin Klein "one" (unisex). Un indirizzo: una certa strasse. Lei amava passare ai McDonald's per prendere i frappè alla vaniglia. Sull'autobus notturno ascoltava col suo lettore cd Nick Cave e Suede. Era indipendente e non le piaceva quando la lasciavano passare avanti o la guardavano troppo fissamente. Presto lavorerà nel più grande albergo di Lipsia, dove all'inizio dovrà fare pratica al ristorante, poi alla reception. E solo tra un paio di anni passerà a studiare managment e comincerà a lavorare come amministratrice in uno degli alberghi oppure aprirà persino un suo ristorante. Il suo amico russo, evidentemente, non potrà recarsi a Lipsia, perché nei prossimi mesi lei sarà tremendamente impegnata col lavoro. Lei ha gli occhi castani con un goccio di verde, un taglio di capelli molto grazioso. "Non mi sposerò mai", diceva lei. "Farò un bambino e lo alleverò da sola". L'ha portata via una corriera alle 12: 00 con destinazione finale Stoccarda. Scenderà a Berlino e prenderà un treno per Lipsia. Arriverà, laverà i vestiti, chiamerà le amiche. "Ho avuto un boyfriend russo per un'intera settimana". "Ma che dici! ". La maglia Replay, il profumo Calvin Klein, l'indirizzo: una certa strasse.
Rose spinose e cavolo stantìo sententie vecchie e sangue di bucato venneno in visione a un soldato perché 'gli avea beúto vin restio, e poi gli venne di giostrar disio ma è gli pareva esser apuntato da un notaio ch'avea il fucile allato, ché di non fare sgorbi era botío. Ancora una cutrettola lo venne a minacciare a letto colla coda e nello elmetto gli lanciò tre penne: è cadde per paura della proda e per la gran percossa tutto svenne, tanto cadde da alto in terra soda. "Credi che 'l mondo goda – disse il soldato – se 'l cervel non erra quattro braccia è dal letto insino in terra.
Nelle sere d'estate andrò per i sentieri, pizzicato dal grano, pestando i fili d'erba; ne sentirò, sognante, il fresco sotto i piedi. E al vento lascerò bagnare la mia testa.
Non dirò più parole, non farò più pensieri: ma un amore infinito mi salirà nel petto, e andrò molto lontano, sarò come uno zingaro, come con una donna per i campi contento.
Tutti i corpi che ho toccato, che ho visto, che ho preso, che ho sognato, tutti addensati nel tuo corpo. O, tu carnale Diotima nel gran simposio dei Greci. Se ne sono andate le flautiste, se ne sono andati filosofi e poeti. I begli efebi dormono già lontano, nei dormitori della luna. Tu sei sola nella mia preghiera innalzata. Un sandalo bianco dai lunghi lacci bianchi è legato alla gamba della sedia. Sei l'oblio assoluto: sei il ricordo assoluto. Sei la non incrinata fragilità. Fa giorno. Fichidindia carnosi scagliati dalle rocce. Un sole rosa immobile sul mare di Monemvasià. La nostra duplice ombra si dissolve alla luce sul pavimento di marmo pieno di cicche calpestate, coi mazzetti di gelsomini infilati negli aghi di pino. O, carnale Diotima, tu che mi hai partorito e che ho partorito, è ora che partoriamo azioni e poesie, che usciamo nel mondo. Davvero, non scordare quando vai al mercato di comprare mele in abbondanza, non quelle d'oro delle Esperidi, ma quelle grosse e rosse che quando affondi nella polpa croccante i tuoi splendidi denti resta impresso, come l'eternità sui libri, pieno di vita il tuo sorriso.