Poesie d'Autore


Scritta da: Giorgio De Luca
in Poesie (Poesie d'Autore)

Una voce s'eleva

Una voce s'eleva.

Dolore è il nome,
Speranza il cognome.

Madre Natura,
travestita da boia,
colpisce nel sonno,
sbriciola case.

Gli angeli,
il viso tra le mani,
mostrano le ali ferite.

Un cane scava
tra le rovine,
cerca il suo padrone.

Trovano rifugio
tra le braccia
del silenzio
i sopravvissuti.

Sgomenti guardano
l'orologio del campanile
fermo alle 3,36.

La sera s'avvicina,
non ci sono stelle,
non c'è la luna.

Una gelida carezza
di vento solleva
piccoli granelli
di polvere.

Una voce s'eleva.
Composta mercoledì 24 agosto 2016
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    Scritta da: Mariella Buscemi
    in Poesie (Poesie d'Autore)
    Dev'essere stato un ricordo, l'ultimo sussulto
    e le dita che battono sui tasti
    come fosse una marcia di pensieri in fila
    sul filo della bocca chiusa.
    Ci vuole il latte alle mandorle per certe cose della mente
    – mi dico; lo direi anche a te se ci fossi –
    credo tutto sia in eredità.
    Dallo splendore alla paura,
    dal coraggio alla disfatta,
    dal misfatto alla tragedia,
    dall'ansia al riso immotivato.
    Ho visto molte cose in questi giorni appena trascorsi.
    Conchiglie grandi così.
    E onde.
    Onde alte così.
    I miei occhi e le sue mani.
    Forse, il possibile è da aspirare lungo un tiro di sigaretta
    e per il probabile giro bene il caffè così sa più dolce.
    Mi mancano quattordici pagine per finire il libro,
    poi, magari, ne scrivo uno io.
    Sta bene questo nuovo vaso all'angolo della stanza.
    L'altro è ancòra vuoto.
    Mi sento andare verso un rassicurante autunno.
    Più mio.
    Questo è quanto.
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      Scritta da: Antonio Belsito
      in Poesie (Poesie d'Autore)
      Si aprono cieli di spensieratezza
      in un universo ove non manca la tristezza
      e s'illuminano volti
      come fossero stelle
      e si accendono occhi
      mentre brillano comete
      tra le più belle.
      È l'incanto della fanciullezza
      di quella genuina giovinezza
      in cui al mondo si da il proprio nome
      al sole si lascia l'incanto
      la luna diventa pavimento
      e si tende la mano
      o basta un solo dito
      per disegnare l'infinito.
      E sono corse abbracciati al vento
      mentre i capelli volano in silenzio
      e le ginocchia si sbucciano
      ridendo
      e il cuore si dona
      si butta
      si tuffa
      salta
      affanna
      si nasconde
      e ritorna sudato di felicità
      perché lo sguardo rivolto al cielo
      diventa il sogno più bello
      d'ingenuità
      e inciampare
      è solo un gioco
      come l'alternarsi
      del giorno e della notte
      del caldo e del freddo
      dell'azzurro e del grigio
      così si nuota nella tempesta più bella
      si supera l'uragano più intenso
      si accarezza il deserto
      si vola come gabbiano
      cadiamo e ci rialziamo
      perché la paura più grande
      è chiudere gli occhi
      e non (poter) sognare.
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