Poesie d'Autore


Scritta da: Fabio Stancari
in Poesie (Poesie d'Autore)

Pace interiore

Mentre il vento spinge
e l'onda
culla il mare
l'azzurro pensiero
mi accompagna.
Un arcobaleno
tinteggia l'imbrunir
della sera.
Lontani monti
sovrastano questi versi
e narrano
di nuovi occhi
che gaudenti
più non piangono.
Un sorriso pervade
pace interiore trascendentale.
Composta domenica 10 aprile 2016
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    Scritta da: Gabriella Stigliano
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Al fanciullo Elis

    Quando il merlo nel nero bosco chiama, Elis
    questo è il tuo tramonto.
    Le tue labbra trincano la frescura della azzurra sorgente.

    Lascia, quando la tua fronte lieve sanguina,
    le antiche leggende
    e l'oscuro significato del volo degli uccelli.

    Ma tu con tenui passi entri nella notte
    piena di tralci purpurei
    e tu più bello muovi le braccia nell'azzurro.

    Un roveto risuona
    dove sono i tuoi occhi lunari.
    Oh, da quanto tempo, Elis, sei morto!

    Il tuo corpo è un giacinto
    in cui un monaco immerge le ceree dita.
    Una nera caverna è il nostro silenzio.

    Ne fuoriesce talvolta un mite animale
    lungamente abbassa le pesanti palpebre.
    Sulle tue tempie sgocciola nera rugiada,

    L'ultimo oro delle tramontate stelle.
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      Scritta da: Eugenio La Sala
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Li fiori

      Li fiori son tanti e stanno nei campi
      a prender il sole e mille colori,
      essenze, profumi, ostili veleni,
      insetti fecondi fan loro la corte;
      ma quanti ne vengon di giusti principi
      poggiati a terra da gambi forzuti?
      I petali lievi non tutti li hanno,
      le tinte lucenti goderle non tutti,
      pistilli dolciastri di calde stagioni
      chi prende, chi giova, qual fiore riceve? Finisce dipinto un fiore leggiadro,
      oppure in mazzi per spose novelle; marmoree lodi di fiori compagne,
      ma molti vi sono che bocca si scioglie.
      Io vedo soltanto tantissimi fiori:
      effimeri sono fuggendo lontano.
      Composta sabato 30 aprile 2016
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        Scritta da: Mariella Buscemi
        in Poesie (Poesie d'Autore)
        Della poesia nuda
        mi è rimasto il mare
        e il cibo dei granelli di versi umidi
        oltre la riva delle parole
        sul significato delle maree
        l'orizzonte lontano
        la pelle vicina
        noi al porto
        l'acqua ai polmoni
        le emozioni taciute
        tonnellate di detriti da tutti i moli dei ricordi:
        io annaspavo.
        Centinaia di correnti
        mille passi
        e sarebbe servito solo nuotare come pesci
        muti
        in branco da due
        uno e io
        tu e me
        e tanta acqua
        lì, al mare
        sulla poesia nuda.
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          Scritta da: Dylan
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Alla mia Gioconda

          Dall'anima, nel quadro antichi
          pittori osservano il continuo
          muoversi delle genti nel loro
          tempo immutabile.
          Su di me sento il tuo sguardo.
          Vedo fuoco nel sorriso
          tuo, nel aprir e chiuder gli occhi
          miei. La scienza tanto splendore non
          potrà mai donarti, quanto il mio cuor.
          Sovrasti silenziosa le folli
          che il tuo sguardo immortale incanta.
          Lieta ti addormenti ogni sera
          nel silenzio, e nella coscienza di
          lontani fuochi, il tuo poeta si
          inchina. Il ricordo non vive
          nel quadro, né in me, ne nel tempo.
          È solo nel muoversi dell'universo
          che il tuo ricordo ascende tra
          le stelle.
          Composta domenica 13 settembre 2015
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            Scritta da: Dylan
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            La città incantata

            Vieni da me amante mia, vita
            vieni da me artista, mia madre.
            Vieni ubriaca d'amore nella notte
            tra le mie strade lasciati andare, mira.
            Soffermati nel mio caffè letterario.
            Ascolta il sussurro della mia anima
            la città incantata è tuo mio fiore.
            Nel scendere l'ombra dolce ti chiamo
            mio amor.
            Ormai la notte è tra i tetti di parigi e
            tra i scorci di Montmatre. Ecco la mia
            mano giunta nella tua nel brivido del
            primo eterno amore.
            Vieni da me amante mia, vita
            vieni da me artista, mia madre.
            Il mio cuore ti sta aspettando
            nel quadro della mia voce. Ti amo.
            Composta lunedì 10 agosto 2015
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              Scritta da: Antonio Prencipe
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Di che morte sopravvivere

              Un giorno dovrò decidere
              di che morte sopravvivere
              e fioriranno nuvole
              nei vasi pieni di sangue
              delle mie vene negre di solitudine.
              Un giorno forse riuscirò ad amare
              la gente con cui condivido l'ossigeno,
              un giorno riuscirò perfino a sopportarne
              l'odore struggente con cui osservano
              la mia ombra mentre i miei occhi
              con fare schifato prova per loro
              enorme disprezzo.
              Un giorno odierò di meno il mondo,
              forse riuscirò a non vomitare
              quando uno di loro mi saluta
              o mi tocca i pensieri con fare amichevole.
              Odio la maggior parte degli esseri umani
              e quasi sempre fingo di amarli perché
              è più semplice sorridere a ciò che
              è vivo soltanto per consumare le suola
              delle proprie scarpe che dissanguarsi
              l'anima in ricordo del loro volto sfigurato.
              C'è gente che mi odia a cui dovrei sparare
              ancor prima di donargli le spalle
              ma anche allora non valgono
              il proiettile che serve per salvarle,
              che ad ogni mio passo maledice
              lo battere lento del mio cuore,
              vorrebbe vedermi leccare il fango
              che sporca quest'anima stracciata
              ma io vivo di poesia,
              non sono un barista o uno chef
              di cui l'unica virtù è accendere un fornello
              o preparare un bicchiere di vino.
              Non servo caffè e non preparo scotte pietanze,
              la mia vita vale molto di più
              non la umilio servendo ai tavoli
              o pelando patate.
              Morire sapendo che la notte prima
              ho preparato un cocktail o una spaghettata
              per quelli come me è deplorevole,
              preferisco lo struggente sanguinare
              ogni fottuta notte su un foglio bianco
              con l'inchiostro al posto della saliva
              e le mani che sudano dolore e salvezza.
              Composta giovedì 4 giugno 2015
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                Scritta da: Mariella Buscemi
                in Poesie (Poesie d'Autore)
                Ai piedi stanchi delle stelle
                ho gettato sassi in mari di nuvole
                e l'anima mi è apparsa un trionfo di tonfi e cerchi
                come grande cielo in mistero di abissi
                diluita in spuma
                è così intimo il mio buio
                che si rimane sfrattati nella me più disabitata
                e non è dato possedere neppure una stanza sfitta
                ché le porte mi stanno tutte sulla pelle
                in fila come i pori
                a indicarne il congedo e l'esilio
                sono presenza solo a me stessa
                all'appello del sentire
                -del sentirmi-
                con la mano alzata
                come allieva impreparata
                piena di lumicini timidi e tremanti.
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                  Scritta da: Mariella Buscemi
                  in Poesie (Poesie d'Autore)
                  Casuali,
                  a rotolarci sulle vite
                  e i passati negli occhi
                  con il coraggio di dirci battuti
                  registrandoci i battiti
                  e gli affondi
                  di notte.
                  Dispari a cercare equilibrio e misura
                  sul fianco per tenerci presenti
                  promesse di pelle
                  e sporchi fino alle confessioni
                  tra le macchie dell'errore
                  si scorgono i pori.
                  Come se il tuo fosse sonno
                  e la mia morte.
                  Non curo il pavimento sul quale poggiamo
                  le anime sono altrove
                  a guardarsi
                  in nome di questo nostro addio.
                  Non avrai altro desiderio all'infuori del mio.
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                    Scritta da: Alexandra Romano
                    in Poesie (Poesie d'Autore)

                    Napoli

                    Napoli,
                    il cui tesoro è il mare,
                    che chi passa non può non notare.

                    Napoli,
                    il cui tesoro è il panorama,
                    l'ideale per chi ama.

                    Napoli,
                    la città della bontà e dell'amore,
                    che chiunque visita non se ne può non innamorare.

                    Napoli,
                    artefice di una prelibatezza infinita:
                    la pizza margherita.

                    Napoli,
                    una meraviglia del mondo,
                    più bella d'un incanto.

                    Napoli,
                    chiunque verrebbe qui,
                    e non se ne andrebbe più.
                    Composta domenica 31 maggio 2015
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