Poesie generazionali


Scritta da: alessandro82
in Poesie (Poesie generazionali)
La sinistra ha perso
e la destra ha vinto
eppure non c'è verso
non è cambiato il vento
i giornali son diversi
ma i contenuti uguali
senza il calcio siamo persi
in preda ai nostri mali
la sinistra difende il capitale
la destra lo combatte
ma tutto ciò non è reale
il futuro è da creare
poi arriva un movimento
che elimina la corruzione
le parole di un momento
l'ennesima finzione.
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    Scritta da: alessandro82
    in Poesie (Poesie generazionali)
    Com'è complicato
    creare un mondo nuovo
    per tutto quel che è stato
    non saper dove mi trovo
    riformare la realtà
    avere nuove argomentazioni
    il segreto della felicità
    e dare ad ognuno le chiavi delle sue prigioni
    gridando il mondo
    che la soluzione c'è
    sono iniziati ormai i lavori
    per un altro me.
    Com'è vicino il tempo
    della libertà
    se credi sia cambiato il vento
    quel vento nuovo
    ce l'hai già.
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      in Poesie (Poesie generazionali)

      Il particolare (Teodoro)

      Non posso far altro che vederti in un
      tempo improponibile, schivando le bagole
      delle donnette e gli spigoli dei mobili.
      Guardo l'orologio: le ore non si slegano
      il tempo è surreale nel segno di Dalì.
      Il gatto è a pancia in su.
      Addento una mela: sto elaborando il
      mio lasciapassare.

      Gli abiti in fila indiana m'appaiono come
      uniformi: con occhi e gesti nervosi li
      scompongo, le scarpe scappano poi
      entro in un taielleur.
      Lascio la città che s'arrovella.
      Scanso una lepre: la morte ride e passa,
      chiedo manforte all'aria e mi soffia sulla faccia.

      Sol'ora sono!
      Qui, con il mio particolare che semina la felicità.
      Composta mercoledì 9 febbraio 2000
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        Scritta da: Marta Emme
        in Poesie (Poesie generazionali)

        Acqua subitissimo!

        Desalinizzare, un impegno epocale
        e per lo sviluppo umano uno snodo
        centrale, perché dal mare siamo
        circondati, eppur, a morir di sete
        destinati. È una incongruenza
        da sanar con vera impazienza.
        La ricerca scientifica è la chiave,
        ma qui, nell'occhio, non c'è un
        fuscello c'è una trave. Con più
        di un telethon allor la si deve
        finanziare, con priorità assoluta,
        non si può indugiare. Perché
        il popolo da se stesso, soltanto,
        così, dalle mancanze della politica,
        si può affrancare. E questa è
        diventata legge in un mondo di
        chiassose fanfare* (partiti perdigiorno).
        Composta venerdì 9 giugno 2017
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          Scritta da: Asianne Merisi
          in Poesie (Poesie generazionali)

          Canzone e preghiera

          Siamo martiri sconosciuti per mano sconosciuta.
          Siamo vittime senza nome per mano di assassini sconosciuti.
          Siamo innocenze senza nome per mano di colpevoli ignoti.
          Siamo sacrifici di un Dio che non cerca morte,
          ma che l'uomo non sa servire.
          Sacrifici di uomini che si fanno scudo di un Dio che non conoscono.
          Ipocriti. Il coraggio non è uccidersi per uccidere,
          ma amarsi per vivere.
          Chi vuole distruzione pretende ritorsione.
          Il coraggio non è abbracciare una causa e uccidere in nome di essa.
          Ma l'intelligenza purtroppo per tali persone è venduta a caro prezzo
          e l'ignoranza travestita fa carnefici e vittime.
          Comprata al mercato nero degli interessi a tante cifre quanto le vittime,
          senza nome, di carnefici, sempre senza nome.
          Fasulli guerrieri, teli neri su visi prigionieri di odio.
          Abbracciati dalla gloria di un premio sconosciuto,
          per asservire l'odio che maschera l'oscurità delle intenzioni, mosso da fili sconosciuti.
          Adulatori di morte dove rifugiare il loro sacrificio,
          sanguinari soldati di lodi che non lodano e guerre che non finiscono.
          Nell'infinito campo di guerra per il supremo controllo delle menti,
          con strategie che camminano di pari passo al terrore.
          Non crolliamo su ciò che governa il loro potere ( "la paura" ),
          non lasciamo spazio a questo terrore,
          siamo figli di madri e padri che hanno donato coraggio
          e pace su acque limpide e non su fiumi di sangue, allattati di coraggio e libertà.
          Siamo figli della terra sulla quale viviamo,
          che vivono di speranze, di fantasie, di sogni sulla faccia,
          disegnando la realtà che non deve farci paura, ma regalarci vita.
          Un passo marcato, un passo leggero su strade da calpestare con orgoglio.
          Guerrieri, sì! Ma d'amore e non quello che ci ordinano i nostri simili.
          Quell'amore che ci dona l'anima che in noi soggiorna fino a che la vita ci dona vita.
          Guerrieri di luce che pretendono vita.
          Che generano vita pulita, dal telo nero di morte.
          Lontano dalla coltre, vicino al cuore di chi ha amore.
          Abbiamo cura di noi nel giusto e nel giusto amiamo.
          Siamo umani.
          Perché per questo e in questo noi siamo vivi.
          Sempre.
          Composta lunedì 5 giugno 2017
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            Scritta da: alessandro82
            in Poesie (Poesie generazionali)
            Elezioni anticipate
            il solito teatrino
            Roma e le sue partecipate
            si ruba dal vicino
            ecco la nuova sanità
            obbliga al vaccino
            italiano senza dignità
            è tutto un gran casino
            non ci sono più partiti
            nessuna ideologia
            ci rimangono i pentiti
            ad insegnar filosofia
            campiamo sull'immigrazione
            salviamo gli enti finanziari
            giochiamo sull'obbligazione
            sui rendimenti chiari
            la destra populista
            dice tutti a casa
            ci vorrebbe un'altra vista
            e far tabula rasa.
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              Scritta da: Marta Emme
              in Poesie (Poesie generazionali)

              Et mater est

              Par di veder una mucchina
              materna, dove attinger linfa
              preziosa* (sicurezza), ch'è quel
              che governa una storia di
              madre così sempre moderna.
              Ove trovi un legame profondo,
              ch'è il più forte del mondo.
              Che non tradisce neppur se,
              l'esser tuo, è immondo;
              perché, se può, una mucchina
              così ti rimette in pista,
              nonostante la tua imperdonabile
              svista. E se proprio la vuoi
              intenerire cerca d'esser sempre
              buono, senza esser fesso,
              nell'agire. Come di lei si può
              parimenti dire.
              Composta sabato 20 maggio 2017
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