Poesie generazionali


Scritta da: Rosarita De Martino
in Poesie (Poesie generazionali)

L'albero della fede

Parto.
Arrivo in casa di preghiera.
Affido ai fratelli
valigia colma di speranza
e sola mi avvio
in cerca di spazi di silenzio.
Incontro gli alberi secolari
che svettano verso il siculo
cielo di cobalto, adorno
di spumose nuvolette.
Respiro la gioia,
respiro la pace,
contemplo la bellezza
ma non mi basta
perché vince la voglia
di assaporarla.
Mi addentro nel vialetto.
Un albero frondoso
mi attrae
in tutto il suo splendore,
lo raggiungo,
lo tocco,
l'abbraccio
e con gesto amico,
ne accarezzo
la corteccia rugosa
e... meraviglia!
capto un fremito
di gioia
e subito vi risponde il mio.
Mi perdo dentro
verde speranza
e, in dono di fede,
t'incontro Padre Creatore.
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    Scritta da: Mariella Buscemi
    in Poesie (Poesie generazionali)
    Questa tragica poesia
    mi rimane attaccata come cera che cola
    ustiona i mie tessuti
    segnandomi irrimediabilmente.
    La parola mi smarrisce
    perché è sempre lei a trovarmi
    in punta di pensiero
    un alito di memoria
    squarcia un cuore rotto
    e si rifugia in bocca
    e spiega il non detto
    e tace ciò che ho affermato ieri
    sputtana l'indicibile
    e mi mette alla gogna
    decapitandomi la reticenza
    e rotolando
    insieme alle chiome scomposte
    in ciocche d'emozioni.
    Recise.
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      Scritta da: Mariella Buscemi
      in Poesie (Poesie generazionali)
      Ci sono catastrofi personali
      che s'indossano al mattino
      e coprono ogni pezzo d'anima;
      guanti alle mani del dolore
      corsetti costrittivi all'imbocco dei respiri
      e maschere
      mille maschere che coprono l'altra faccia della luna
      la notte dopo dell'essersi fatta piena
      ché
      morente nel parto
      viene al buio
      rendendomi madre d'abominio.
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        Scritta da: Mariella Buscemi
        in Poesie (Poesie generazionali)
        La mutevolezza si schianta sui miei giorni
        e mi dà un nuovo scheletro
        dalle ossa decalcificate
        struttura improbabile
        gabbia d'un Io precario
        un Me indicibile
        che arranca su contorni sfumati
        - tratti tremanti di profili anonimi -
        e si porta dietro il dolore dell'indefinizione
        | sospensione
        limbo |
        intangibile
        trascendentale
        E mi ripiego nelle mie notti
        che non mutano mai.
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