Poesie generazionali


Scritta da: Mariella Buscemi
in Poesie (Poesie generazionali)
Ho un eccesso d'anima pericoloso
che rigurgita da cartilagini e giunture
stringe sui gomiti
e strozza l'aria per fuoriuscire
come in una gravidanza desiderata
che mette a frutto il frutto
e vede molto
e sente intenso
ed usa il silenzio per dire troppo
e rifiuta per accettare
e muore per vivere
e striscia per riposare
ché non gli è concessa tregua
se non il finire.
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    Scritta da: dantino
    in Poesie (Poesie generazionali)

    Solo la morte

    La terra che cammino è la stessa di sempre
    dal sasso miliare al torrente, fino all'ultima pertica
    la stessa, che l'aratro sorrise e divise in rughe profonde
    in nobili vene, dove scorre a fiumi
    il sudore di umane persone
    di animali, di rami piangenti, che paiono
    fermi a meditare
    la guardo, la osservo
    vedo pensieri camminare e braccia forti
    ascolto il rumore e il respiro
    quando piove, il canto dell'erba si fonde e profuma
    io... a volte ci penso
    che è tomba di miliardi di corpi
    di ferite profonde, di ansimi e gioie, di orgasmi
    che riposano in sospiri fecondi senza alcun mutamento
    si posano, come foglie
    le ore di stanco e trascinato passaggio
    il tempo del nostro passaggio sofferto
    è la terra, è di tutti
    siamo unici, vivi
    vegetali, animali, batteri
    vivi, sulla stessa identica zolla terra
    ho visto ricchi e poveri, nella stessa chiesa pregare
    ricchi e poveri, nello stesso ospedale dolersi e patire
    sedevano accanto, inspiegabilmente diversi
    ho visto nello stesso giardino
    animali e piante, vivere in pace
    oltre... uomini farsi la guerra
    "solo la morte"
    respiriamo la stessa aria
    avremo la stessa coperta di terra
    solo la morte ci è cara
    meditiamo
    "solo la morte"
    Composta martedì 24 giugno 2014
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      Scritta da: Gerlando Cacciatore
      in Poesie (Poesie generazionali)

      Comiato

      Quando entrai in questo ente,
      ebbi una brutta sensazione,
      cioè, quella di trovarmi di fronte a tante persone
      false dall'animo cattivo.
      Nel tempo mi sono in parte ricreduto,
      e lentamente,
      ho separato le anime a mio parere belle da quelle poco belle.

      Pertanto (nel congedarmi da questo Ente)
      alle anime belle porgo il mio saluto
      e non faccio nessun augurio,
      perché ciò che avrei potuto
      augurarle ce l'hanno già.

      Alle anime poco belle
      auguro di prendere consapevolezza
      che agire con giustizia non è un disvalore,
      bensì uno dei pochi valori fondamentali,
      che portano alla felicità dell'anima
      e al buon vivere civilmente.

      Albert Einstein diceva: -
      non cercare di diventare
      un uomo di successo,
      ma piuttosto un uomo di valore.

      Inoltre sento il dovere di aggiungere
      che, con i soldi ti puoi comprare,
      sicuramente, l'effimera felicità
      e qualche volta anche la salute,
      ma la vera felicità dell'anima
      e il buon vivere civilmente
      la puoi acquisire operando con giustezza.

      P. s. L'ingiustizia non paga;
      al contrario,
      prima o poi ti presenta il conto.
      Composta giovedì 2 dicembre 2010
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        Scritta da: Astroboy81
        in Poesie (Poesie generazionali)

        Perché sei tu

        Perché sei tu che illumini le mie giornate,
        sei tu che stendi un dolce velo sulle mie notti,
        tu che entri nei miei sogni e ne diventi la protagonista

        perché un tuo sorriso è una medicina contro tutti i miei mali,
        un tuo sguardo è capace di sciogliere ogni mia tristezza,
        un tuo abbraccio riscalda il mio corpo e la tua voce fa battere il mio cuore

        perché sei tu,
        semplicemente tu,
        che mi dai ragione di vivere,
        e per te io vivrei in eterno.
        Composta giovedì 10 febbraio 2011
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          Scritta da: Mariella Buscemi
          in Poesie (Poesie generazionali)
          Baciami le labbra
          e leggimi l'origine delle poesie
          versi malinconici sulla saliva
          bevimi per comprendermi
          fingere di morire
          e scoppiarmi
          e morirmi davvero
          addormentati e restami
          in un angolo rotondo
          risalimi lungo la lana dei capelli
          copriti il collo delle trecce sfatte
          teniamoci strette le tracce addosso

          Sa d'essenza di fresie la stanza buia
          e la notte scura
          dei rossi respiri
          frangere fioco riverbero esterno
          come di luna che scruta
          le seriche pelli sgualcite
          dalle mani fameliche
          dal fiato affannato
          al respirare placato
          stanco
          lento
          costante
          fino al giorno.
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            Scritta da: Marta Emme
            in Poesie (Poesie generazionali)

            Disincanto

            Dunque era vero l'inganno.
            Per questo sapevo
            che amarti più non potevo:
            in un attimo mi ricredevo...
            e crudo un dolore
            dritto colpiva nel cuore.
            Pur avvilita, pur piegata
            in un profondo torpore,
            non avrei portato rancore
            che bello splendevi nel Sole,
            irreale emblema d'amore.
            A te conduceva il motore, ° (cuore)
            così ardente
            che a tutte le cose infondeva calore.
            Ma ora si dissolve la nebbia
            e chiara diventa la direzione
            da impartire al timone
            della mia imbarcazione,
            nel cammino* (esistenza)
            di ricerca ed esplorazione
            che muta col tempo
            e con la stagione.
            E non conosce
            villana prigione,
            perché è tal la visione
            quando si ama
            con cuor di leone.
            Composta sabato 21 giugno 2014
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              Scritta da: Fragolosa67
              in Poesie (Poesie generazionali)

              Coscienza

              Coscienza ti ho perduta nella polvere
              sparsa dal tempo trafitto dai ricordi.

              Librata e poi caduta si è specchiata dentro me.

              Colpita sono da nefaste verità d'ipocrisia.
              Ardire di tradimenti per l'umane genti.

              Fra avvoltoi e mandriani per vacche da macello
              mi aggiro e spero giorni di democrazia.

              Popolo sovrano rifuggi dai barbari professori di saggezza
              dalle ampie tasche colme di destini derubati.

              Vite spese a costruire castelli per ricchi di guerra
              e giovane speranze senza verità.

              Qual è il futuro che oggi giace ma
              domani prepotente molti assale?

              Solo Giuda risponde aggirando le regole dell'infinito tempo.
              Composta mercoledì 18 giugno 2014
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