Sorridi tu
sorridiamo insieme
perché l'angolo del cuore
quel diamante lontano anni luce
è comune
a tutti gli dei
che nel sonno non vedono
il volto smagliante
della propria verità.
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Sorridi tu
sorridiamo insieme
perché l'angolo del cuore
quel diamante lontano anni luce
è comune
a tutti gli dei
che nel sonno non vedono
il volto smagliante
della propria verità.
Ombre tombali scorrono da tetri anfratti.
Furtive scivolano e si annidano dove l'oscurità assoluta regna.
Sss. Taci! sospetta è la nostra presenza!
Solo topo di grigio striato può correre e squittire beato.
Qui dove la terra sprofonda, le porose zolle son calde e coprono il fuoco.
Viscere accese ardono eterne
Un altro sole fa nascere il fiore ed ogni bene.
Di frutti mi pascio ma di sotto ho altro.
Radici trovano un fiume dove bevono insetti, vermi e muffette.
Quiete raggela.
Cuoce la carne, l'ossa si secca e terra diventa.
Polvere, soltanto polvere la vita mi chiama.
Scampate la mia notte per oggi Signore.
M'addentro sicura con timore nel cuore
forse destino mio non vuole comprendere
cose a lungo evitate e l'inganno
di vivere quanto un giorno del fato.
Serpente mi striscia e mi strangola il braccio.
Non è velenoso ma sì pauroso.
Fuggire non oso e non provo rimorso se l'addento di netto
e rompo il suo petto.
Se muore il tiranno d'arguzia mi pascio e prendo la corsa
per l'altra volta.
Tre sono i giri e al quarto mi siedo
nel quinto non oso camminar desto e fiero.
La morte è l'inganno di tutta la sorte.
Di cose che nascono e poi se ne vanno.
Fuggire è diverso da dire...
Spavento mi prende e cado su veniali apparenze.
Cos'è tutto questo?
Un bozzolo che schiude ali argentate con polvere bianca
che cade poi rallenta le ali.
È la vita?
Per lei l'uomo è eterno.
Riposa e ritorna un giorno per cento in un tempo infinito.
Allora sorrido.
Mariposa non sono io il tuo Dio.
Mortale io nacqui e lentezza di massa mi diede cent'anni.
Mille di cento io cosa vedo?
Amate redenti e gioite per ora
perché il sole che alto si leva
si oscura la sera.
Male, bene, essere e andare
oltre l'azzurro oceanico tempo vile è l'inganno.
Non posso portare il mio fagotto e
l'affetto di chi cammina al mio fianco o poco più indietro.
Lungo è il viaggio alla mia età subisco l'affanno.
Pesante è la schiena e non riconosco la luna la sera.
Stanco è smunto dimentico tutto.
Mi imbocca consorte.
Chiudo per sempre a tutti le porte.
Sbarrate i miei occhi.
Nel temporale di un attimo
ti ricordo
che hai una pena da scontare
hai abbracciato l'alba
prima che il tuo cuore
salpasse in mare
ed il fruscio degli alberi
si è accorto del tuo gesto.
Ti ricordo
nelle vesti candide della bianca luna
che hai un silenzio a cui obbedire
che sei ancor preda dell'illusione
mentre l'eco della realtà
bussa alle tue finestre
e tu sembri non ascoltare.
Ti ricordo,
piccola mia,
che la vita vera
è un lampo a ciel sereno
che la serenità è solo
il pallore di un'ombra irrivelata.
Ti ricordo ancora
che la notte
vuole scoperchiare i tuoi dissapori
farne magia e indiscussi onori
di un seme regnante
in una terra senza padrone.
Ti ricordo
che solo il tuo amore
può raggelare la coperta di stelle
e farla sciogliere come neve al sole
illuminando il cuore sacrificato
al pensiero dell'immensità.
So che hai paura
piccola mia
ma ti ricordo
che il cielo dell'illusione
sta coprendo
il deserto della realtà
di fuochi fatui
come questa poesia
e l'oro colato potrebbe
svanire nell'unzione della vita
e portarti via
rubando l'alba e la notte
della tua esistenza.
Ho appena pensato
che il nulla mi attraversa
di respiri, senza riparo
e se questa non è poesia
allora insegnami a scrivere
con il flusso del vento.
Sospesa su un filo di erba
elettrico come la spina
della mia coscienza
procedo avanzando cauta
danzando come una ballerina,
incurante dell'abisso
e della verità ch'esso cela.
Le mie mani cullano il vento
il mio viso si presta
al sorriso dell'alba
le mie guance arrossiscono
come un tramonto
ed io forgio il mio cielo
sulla pietra di questo stelo
mentre sprofondo aldilà del velo;
e guardo il cielo
e l'immensità ch'esso rivela
un dipinto di migliaia d'anni luce su una tela,
che rapisce la perfezione e lentamente la incatena
per render la bellezza una schiava che si dimena
tra i lineamenti del tempo.
Sconfitta nel silenzio
vado incontro a smarrimento
di una cellula di luce ritrovata
e mi perdo tra le grotte
tra le ombre disperse
alla ricerca dei suoi pezzi
passando sui miei occhi
il calice dell'oblio
dimenticando per un po'
che son già rinata.
Sospesa su un filo di erba
elettrico come la spina
della mia coscienza
procedo avanzando cauta
danzando come una ballerina,
incurante dell'abisso
e della verità ch'esso cela.
Le mie mani cullano il vento
il mio viso si presta
al sorriso dell'alba
le mie guance arrossiscono
come un tramonto
ed io forgio il mio cielo
sulla pietra di questo stelo
mentre sprofondo aldilà del velo;
e guardo il cielo
e l'immensità ch'esso rivela
un dipinto di migliaia d'anni luce su una tela,
che rapisce la perfezione e lentamente la incatena
per render la bellezza una schiava che si dimena
tra i lineamenti del tempo.
Sconfitta nel silenzio
vado incontro a smarrimento
di una cellula di luce ritrovata
e mi perdo tra le grotte
tra le ombre disperse
alla ricerca dei suoi pezzi
passando sui miei occhi
il calice dell'oblio
dimenticando per un po'
che son già rinata.
Al tavolo di un bar
m'immergo in cupi pensieri,
angosce affollano la mente,
rammentando ieri.
Una moltitudine mi circonda, mi assale,
la pena che mi opprime non ha uguale.
Antiche amarezze, profonde delusioni,
mi rendon sorda a rumori e suoni.
Scruto nei cuori apparentemente sereni
e li scopro di affanni e di tormenti pieni.
Con invidia osservo la felicità altrui,
ho un solo desiderio: avere accanto lui.
Il cuore e gli occhi suoi per me vorrei,
perché abbian fine i mali miei.
Sei un raggio di sole
come quando si sveglia,
al mattino.
Una luce spendente,
illuminerà il viso e la mente.
Anche le stelle,
quando le vedi brillare.
La loro luce, entra fino al cuore.
I primi raggi di sole
li dedico a te mio dolce amore.
Questa crisi è un martello, da superare.
Gli avvenimenti e le circostanze,
della vita non ti faranno rimanere,
seduto sui gradini.
Ad aspettare un cambiamento
del tuo cammino.
Non permettere al passato,
di rovinare il presente.
Guarda avanti al futuro,
guarda in alto al cielo.
Domani sarà un giorno, migliore.
Respiro lungo, sottile, silenzioso.
Foglia che si posa leggera sul suolo
brezza fresca, leggiadra
felpato passo che affonda nella sabbia
e si perde fra rivoli d'acqua.
Nessuna orma di me ne ombra nel tuo cuore.
Sono andata via senza far rumore.