Poesie generazionali


Scritta da: Fragolosa67
in Poesie (Poesie generazionali)

Esistenza

Ombre tombali scorrono da tetri anfratti.
Furtive scivolano e si annidano dove l'oscurità assoluta regna.
Sss. Taci! sospetta è la nostra presenza!
Solo topo di grigio striato può correre e squittire beato.
Qui dove la terra sprofonda, le porose zolle son calde e coprono il fuoco.

Viscere accese ardono eterne
Un altro sole fa nascere il fiore ed ogni bene.
Di frutti mi pascio ma di sotto ho altro.
Radici trovano un fiume dove bevono insetti, vermi e muffette.

Quiete raggela.
Cuoce la carne, l'ossa si secca e terra diventa.
Polvere, soltanto polvere la vita mi chiama.
Scampate la mia notte per oggi Signore.

M'addentro sicura con timore nel cuore
forse destino mio non vuole comprendere
cose a lungo evitate e l'inganno
di vivere quanto un giorno del fato.

Serpente mi striscia e mi strangola il braccio.
Non è velenoso ma sì pauroso.
Fuggire non oso e non provo rimorso se l'addento di netto
e rompo il suo petto.

Se muore il tiranno d'arguzia mi pascio e prendo la corsa
per l'altra volta.
Tre sono i giri e al quarto mi siedo
nel quinto non oso camminar desto e fiero.

La morte è l'inganno di tutta la sorte.
Di cose che nascono e poi se ne vanno.

Fuggire è diverso da dire...
Spavento mi prende e cado su veniali apparenze.
Cos'è tutto questo?

Un bozzolo che schiude ali argentate con polvere bianca
che cade poi rallenta le ali.
È la vita?

Per lei l'uomo è eterno.
Riposa e ritorna un giorno per cento in un tempo infinito.
Allora sorrido.

Mariposa non sono io il tuo Dio.
Mortale io nacqui e lentezza di massa mi diede cent'anni.
Mille di cento io cosa vedo?

Amate redenti e gioite per ora
perché il sole che alto si leva
si oscura la sera.

Male, bene, essere e andare
oltre l'azzurro oceanico tempo vile è l'inganno.
Non posso portare il mio fagotto e
l'affetto di chi cammina al mio fianco o poco più indietro.

Lungo è il viaggio alla mia età subisco l'affanno.
Pesante è la schiena e non riconosco la luna la sera.
Stanco è smunto dimentico tutto.

Mi imbocca consorte.
Chiudo per sempre a tutti le porte.
Sbarrate i miei occhi.
Composta venerdì 6 giugno 2014
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    Scritta da: Ayesha
    in Poesie (Poesie generazionali)

    Memento

    Nel temporale di un attimo
    ti ricordo
    che hai una pena da scontare
    hai abbracciato l'alba
    prima che il tuo cuore
    salpasse in mare
    ed il fruscio degli alberi
    si è accorto del tuo gesto.

    Ti ricordo
    nelle vesti candide della bianca luna
    che hai un silenzio a cui obbedire
    che sei ancor preda dell'illusione
    mentre l'eco della realtà
    bussa alle tue finestre
    e tu sembri non ascoltare.

    Ti ricordo,
    piccola mia,
    che la vita vera
    è un lampo a ciel sereno
    che la serenità è solo
    il pallore di un'ombra irrivelata.

    Ti ricordo ancora
    che la notte
    vuole scoperchiare i tuoi dissapori
    farne magia e indiscussi onori
    di un seme regnante
    in una terra senza padrone.

    Ti ricordo
    che solo il tuo amore
    può raggelare la coperta di stelle
    e farla sciogliere come neve al sole
    illuminando il cuore sacrificato
    al pensiero dell'immensità.

    So che hai paura
    piccola mia
    ma ti ricordo
    che il cielo dell'illusione
    sta coprendo
    il deserto della realtà
    di fuochi fatui
    come questa poesia
    e l'oro colato potrebbe
    svanire nell'unzione della vita
    e portarti via
    rubando l'alba e la notte
    della tua esistenza.
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      Scritta da: Ayesha
      in Poesie (Poesie generazionali)

      Dimenticanza

      Sospesa su un filo di erba
      elettrico come la spina
      della mia coscienza
      procedo avanzando cauta
      danzando come una ballerina,
      incurante dell'abisso
      e della verità ch'esso cela.

      Le mie mani cullano il vento
      il mio viso si presta
      al sorriso dell'alba
      le mie guance arrossiscono
      come un tramonto
      ed io forgio il mio cielo
      sulla pietra di questo stelo
      mentre sprofondo aldilà del velo;
      e guardo il cielo
      e l'immensità ch'esso rivela
      un dipinto di migliaia d'anni luce su una tela,
      che rapisce la perfezione e lentamente la incatena
      per render la bellezza una schiava che si dimena
      tra i lineamenti del tempo.

      Sconfitta nel silenzio
      vado incontro a smarrimento
      di una cellula di luce ritrovata
      e mi perdo tra le grotte
      tra le ombre disperse
      alla ricerca dei suoi pezzi
      passando sui miei occhi
      il calice dell'oblio
      dimenticando per un po'
      che son già rinata.
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        Scritta da: Ayesha
        in Poesie (Poesie generazionali)

        Dimenticanza

        Sospesa su un filo di erba
        elettrico come la spina
        della mia coscienza
        procedo avanzando cauta
        danzando come una ballerina,
        incurante dell'abisso
        e della verità ch'esso cela.

        Le mie mani cullano il vento
        il mio viso si presta
        al sorriso dell'alba
        le mie guance arrossiscono
        come un tramonto
        ed io forgio il mio cielo
        sulla pietra di questo stelo
        mentre sprofondo aldilà del velo;
        e guardo il cielo
        e l'immensità ch'esso rivela
        un dipinto di migliaia d'anni luce su una tela,
        che rapisce la perfezione e lentamente la incatena
        per render la bellezza una schiava che si dimena
        tra i lineamenti del tempo.

        Sconfitta nel silenzio
        vado incontro a smarrimento
        di una cellula di luce ritrovata
        e mi perdo tra le grotte
        tra le ombre disperse
        alla ricerca dei suoi pezzi
        passando sui miei occhi
        il calice dell'oblio
        dimenticando per un po'
        che son già rinata.
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          Scritta da: Anna Rijtano Mallus
          in Poesie (Poesie generazionali)

          Avere accanto Lui

          Al tavolo di un bar
          m'immergo in cupi pensieri,
          angosce affollano la mente,
          rammentando ieri.
          Una moltitudine mi circonda, mi assale,
          la pena che mi opprime non ha uguale.
          Antiche amarezze, profonde delusioni,
          mi rendon sorda a rumori e suoni.
          Scruto nei cuori apparentemente sereni
          e li scopro di affanni e di tormenti pieni.
          Con invidia osservo la felicità altrui,
          ho un solo desiderio: avere accanto lui.
          Il cuore e gli occhi suoi per me vorrei,
          perché abbian fine i mali miei.
          Composta giovedì 30 novembre 2000
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            Scritta da: Lucia Quarta
            in Poesie (Poesie generazionali)

            Sarà un momento

            Questa crisi è un martello, da superare.
            Gli avvenimenti e le circostanze,
            della vita non ti faranno rimanere,
            seduto sui gradini.

            Ad aspettare un cambiamento
            del tuo cammino.
            Non permettere al passato,
            di rovinare il presente.

            Guarda avanti al futuro,
            guarda in alto al cielo.
            Domani sarà un giorno, migliore.
            Composta martedì 3 giugno 2014
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