Poesie generazionali


Scritta da: Caraddia
in Poesie (Poesie generazionali)

Distanze apparenti

A separarci
la vastità del tirreno cobalto
e delle brulle coste smeralde
che di napoleone furono madri.
Ci divisero le pianure
estese ai piedi del gennargentu
che paternamente ombreggia
su un'isola che rifugge la sua patria.
Ma non poterono allontanarci
né le acque impetuose
che investono i traghetti
alle bocche di bonifacio
né l'orgoglio dei sardi
con le loro sabbie color del granito
a nulla valsero i chilometri
che la fisica impose tra di noi
eravamo come i gemelli monozigoti
per la cui empatia
tutti ardono di un'invidia atroce.
Veloci
come le mani di un pianista
irrequiete sull'ebano di una polonaise
così ci affrettavamo
a trasmetterci quotidiane emozioni
puerili pensieri
filosofie mai scritte
soavi canzoni
che i nostri piedi ballavano
a ritmi susseguenti.
Prima un do,
ecco un fa diesis,
ed infine spunta un sol.
Incuranti del vasto tirreno
e delle napoleoniche coste
dipingemmo su un pentagramma
la melodia della nostra distanza.
E a nulla servì
il pianto
della nobile arte del nostro peso.
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    Scritta da: Caraddia
    in Poesie (Poesie generazionali)

    Sotto i miei vestiti

    Sotto quei vestiti,
    trionfi di stoffe partenopee e arabeggianti,
    ho tessuto le trame del mio lungo viaggio,
    ho intrecciato lunghi fili
    di speranze,
    di gesti audaci di cui ero inconsapevole
    e tuttora lo sono.
    Ho cucito pazientemente una tela,
    rendendo il mio corpo a guisa di una Penelope
    in trepidante attesa di un Ulisse lontano.
    Ho composto così la mia Odissea,
    io sola su un'imbarcazione malmessa
    con vele dai colori tenui,
    e lacerate in più punti.
    E ogni giorno
    ho aggiunto toppe a quelle vele
    le ho rese possenti,
    resistenti alle intemperie,
    all'acqua salata del mare,
    ai milioni di Cariddi che vorticavano sotto di me.
    Sono stata timoniere di questa zattera
    abbracciata dall'acqua e dal vento,
    ma mai ho ceduto
    mai per un solo istante ho abbandonato i remi
    all'oscuro destino dei fondali.
    Sotto quei vestiti
    rattoppavo le mie vele,
    ricomponevo le pertiche che tenevano insieme
    gli assi del mio catamarano,
    tessevo le trame del mio lungo viaggio
    e dell'audacia cibavo il mio spirito.
    Sopra le vesti
    crescevano le onde dei miei ricci indomiti
    e le lasciavo libere di posarsi,
    di contemplarsi nel loro groviglio creativo,
    e quante volte ho districato i nodi
    ed essi si riassettavano.
    E quante volte ancora,
    nella mia nostalgica traversata
    ho stretto le mani in grossi pugni,
    e se ora li dischiudo
    guardo languida ciò che nelle palme è sopravvissuto.
    Nodi attorcigliati ma fulvi,
    stoffe consunte ma brillanti,
    trucioli di legno imbalsamati di salsedine
    ma vivi e orgogliosi di quanto hanno solcato.
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      Scritta da: Ayesha
      in Poesie (Poesie generazionali)

      Resisterò al passaggio del sole?

      Sono una stella
      fragile e malandata
      dal fato trasportata
      sulle ali dell'amore,
      affascinata dall'attimo
      che i secoli bramano
      così intensamente.

      Sono una stella giovane
      che ha imploso per se stessa
      tutta la forza del cuore
      per donare all'eternità
      la luce riflessa
      che da lontano illumina
      i nostri volti nel torpore
      delle tenebre.

      Allora mi chiedo,
      resisterò al passaggio del sole
      che un giorno m'ha baciato
      soffiando la mia anima
      al vento
      un canto fresco
      di scintille nel buio?

      Resisterò, oh amore?
      O m'avvio anch'io
      alla corsa nel cielo
      delle stelle cadenti
      orbitanti nel nulla
      tra i neuroni del pensiero
      intrappolate nella luce
      della tua ragnatela?

      Brillerò ancora
      di luce propria
      dopo aver sbiadito
      le mie fiaccole nel buio
      come una pittrice
      che dipinge la propria tela.
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        Scritta da: Caraddia
        in Poesie (Poesie generazionali)
        Di cosa mi innamoro?
        Di un disegno
        di un racconto
        di una lingua
        di una bocca
        di una fellatio
        di una storia
        che sta per terminare
        di un abbandono
        dell'odore di pulito
        di mia madre
        di una sigaretta non fumata
        della cenere
        di uno striscio di sangue
        o di pittura
        di un gradino troppo alto
        di una strada sdrucciolevole
        di un segnale
        di un esercizio
        che mi fa sudare
        dell'umidità di un bacio
        della freddezza di una parola
        di uno scherzo
        di uno squirting
        di un capello appena caduto
        di un colore
        di un'immagine distorta di me stessa
        di te.
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          Scritta da: Ayesha
          in Poesie (Poesie generazionali)
          Ha un volto il destino
          un volto il caso
          di ceramica le pareti
          del nostro cuore
          accecato dai lumi
          affogati nella palude
          siamo inondati
          dalla resina dei loro occhi.
          Così la retina dei nostri sguardi
          è nebbia
          come il fato e il destino
          sono sabbia trasportata dal vento
          senza centro, le polveri instabili
          avanzano incostanti
          verso un orizzonte immaginario
          verso la riva dei nostri confini.
          Aspettiamo solo di varcare la soglia
          e schiarire le iridi
          alla vista della notte
          per portare al giorno
          il consiglio dell'alba
          e al sole
          i racconti della luna.
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            Scritta da: Ayesha
            in Poesie (Poesie generazionali)

            Come una sirena

            Togli i peli dalla lingua
            e dimostra
            che sai davvero
            vociferare
            le parole del vento
            come desideri
            resta in ascolto
            e muovi la volontà.
            Muovi i passi
            tracciati dal tempo
            come una sirena
            che non lascia orme,
            seppellisci le sabbie
            nel baratro del cuore
            e insisti
            fino a che la tramontana
            arrivi fino a lì
            nel punto più profondo
            a farti respirare
            nonostante le acque.
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              in Poesie (Poesie generazionali)

              Sentimento

              Mi disarmo di un rancore per un amore disgraziato,
              mutato nel tempo e le stagioni, malato.
              Speranze spente, cadute, come foglie in autunno,
              insieme a brandelli di un'anima precipitata nel fango.
              Tra pungenti parole e fredde lame nel petto
              ecco trascorrere l'inverno.
              Sotto una coltre lastra di ghiaccio a proteggere il mio cuore cullandolo, riposo.
              La primavera ora ha rimosso l'ultima patina di gelo
              e un cuore nuovo ritorna a battere.
              Un cuore di donna, cuore guerriero.
              Mi armerò di fiori e colorerò il cielo.
              Disseterò la mia anima di acqua e di luce,
              volgendo sempre lo sguardo al sole,
              armata di calore e di amore come un girasole.
              Composta venerdì 30 maggio 2014
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                Scritta da: Ayesha
                in Poesie (Poesie generazionali)

                Come una sirena

                Togli i peli dalla lingua
                e dimostra
                che sai davvero
                vociferare
                le parole del vento
                come desideri
                resta in ascolto
                e muovi la volontà.
                Muovi i passi
                tracciati dal tempo
                come una sirena
                che non lascia orme,
                seppellisci le sabbie
                nel baratro del cuore
                e insisti
                fino a che la tramontana
                arrivi fino a lì
                nel punto più profondo
                a farti respirare
                nonostante le acque.
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                  Scritta da: Ayesha
                  in Poesie (Poesie generazionali)

                  Lo senti il tuo sguardo?

                  Lo senti che la terra sta tremando?
                  Lo senti il tuo sguardo
                  che in ritardo
                  si accende alle spalle
                  e tu non lo vuoi vedere?
                  Nel silenzio della notte
                  piangi le grida del mondo
                  ma tu non t'accorgi
                  che non stai vivendo
                  un attimo di quel dolore
                  perché se accendi la candela
                  a tanto male
                  corrisponde tanto amore
                  e ti libreresti in aria
                  con i pesi del tuo intelletto
                  guarderesti il tuo specchio
                  che è il volto del tuo silenzio,
                  di bianca seta l'iride
                  che dall'alto t'osserva
                  e dentro te porta il cielo
                  e tutte le stelle che scruti
                  scrutano te dall'interno.
                  La vedi, la luce che ti chiama?
                  È un cero a forma d'albero
                  il tuo corpo un tempio
                  il tuo cuore una radice
                  che come un muto girasole
                  riflette l'anima della luna
                  e attende l'avvento del sole
                  per portarti dove l'uomo non vuole
                  e impreziosire il tuo sentire
                  di sentieri senza fine.
                  Lo vedi il principio?
                  È dentro te l'inizio
                  infanga il tuo percorso
                  per costruire ali di vetro
                  resistenti alla tempesta del tempo
                  e in un angolo di cuore
                  lavora al tuo avvento
                  che vuoi prendere il timone
                  e salpare in mare aperto
                  a cercare le sirene
                  che ti guidino alla resa
                  che la natura ti chiede
                  o impone
                  è lei che ti cerca
                  oh madre terra
                  ti invita
                  a renderti sacro.
                  Lo senti che la terra sta tremando?
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