Poesie generazionali


Scritta da: Enzo Di Maio
in Poesie (Poesie generazionali)

Media "Manzi" 3^ d

Quanri ricordi porta su il passato
per colpa di un vecchio diario ritrovato.
Jacovitti era firmato, se non lo avevi
potevi considerarti uno sfigato.

Jacovitti, un nome assai famoso,
era il disegnatore del "Il Vittorioso".
Dentro c'erano vignette, consigli
e barzellette.
Ancora oggi le ricordo quasi tutte.

Scuola Media "Manzi" 3^ D,
sezione non proprio benvoluta,
da tutti gli altri era temuta.
Ultimo piano, in fondo ad un corridoio stretto,
dopo di noi c'era solo il tetto.

Ci avevano isolati, non tanto per punizione
ma per assicurare agli altri
la giusta protezione.

Quanto tempo ormai è passato,
ma tutto è chiaro in mente,
come fosse appena vissuto.

Silvio, Mario, Piero, Giordano,
quel matto del Savini e poi il Fumini,
che parlava strano, era Ternano.
E le ragazze, Anna, Patrizia, Anna Maria,
Ornella e poi Daniela, senza far torto alle altre
certamente la più bella.

In tutti suscitava pensieri ed emozioni
ed è pensando a lei che, nel chiuso del tuo io
partivano le prime e sempre più frequenti
masturbazioni.

Nello studio non è che fossi un gran portento,
forse un po' scarso e, alle versioni di latino,
salando, preferivo sempre il biliardino.

Un giorno fui anche espulso,
fù una cosa ingiusta e deprimente poiché,
ancor oggi lo giuro, ero innocente.

"Leggi la poesia a pagina trentotto",
ed io, sicuro, inzio e, ad alta voce declamo:
"Il beccamorto".

Esplose tutta la classe in un sol boato,
una gran risata che arrivo sino al vicino porto.
Solo la Prof. non rideva ma, rossa e paonazza,
strillava e urlava come una pazza.

Evidentemente qualcosa era andata storta
tanto che mi ritrovai fuori dalla porta.
Solo dopo seppi che un poeta idiota
aveva inteso declamar versi in onor di un frutto
che sembra si usi per far profumi
e grattugiarne la buccia sul risotto.
Il nome era "bergamotto".

Fatto sta che tutto fu preso
come una bravata e, a casa,
rischiai pure qualche mazzata.

Ora tutto è diverso,
è passato tanto tempo
e il mondo sembra falso,
anche l'amore tra ragazzi ha cambiato nome.
Ora si chiama semplicemente sesso.

Francamente non scambierei con loro
un sol momento.
Ciò che provano loro è solo un fatuo godimento.
Gli manca una cosa basilare.
Il vecchio caro sentimento.
Composta martedì 19 novembre 2013
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    Scritta da: Susan
    in Poesie (Poesie generazionali)
    Lei era nulla nelle sue mani,
    nulla se non un burrattino, lui,
    le gestiva la vita,
    non vi era alcuna poesia tra di loro,
    nulla se non parole,
    parole senza senso,
    parole che non le
    permettevano di essere donna,
    cosa è che lei avrebbe voluto
    da questo dannato amore?
    Non aveva risposte,
    se non uno specchio,
    un maledetto specchio,
    che le teneva compagnia,
    si,
    compagnia ogni volta che
    lui si addormentava,
    dopo ore di tortura,
    le sue, di quell'uomo che amava,
    o credeva di amare,
    adesso si guardava allo specchio, e,
    quei capelli così un tempo
    belli adesso coprivano le sue
    ferite di sangue,
    i suoi occhi non avevano
    un bel colore erano viola,
    cercava di coprirli con con
    un vecchio trucco,
    che un giorno abbellivano i
    suoi occhi per lui,
    lo stesso trucco che le
    serviva adesso solo per
    coprire quei lividi,
    lividi troppo profondi,
    lividi che arrivavano sino all'anima,
    si guardava mentre lui dormiva,
    si mentre lui soddisfatto dormiva, e
    lei,
    lei cercava di non respirare troppo forte
    aveva paura si svegliasse,
    ed ingoiava quelle lacrime
    di sangue,
    amare amare come
    quel pugno che lui le aveva dato,
    lacrime che soffocavano nel suo ventre,
    paura paura di respira per non svegliarlo,
    paura di dormire,
    eppure aveva quella voglia
    di chiudere gli occhi e non svegliarsi più!
    Cos'è che la teneva in vita si chiedeva,
    suo figlio cosa avrebbe fatto senza di lei?
    ecco cosa le dava la forza,
    e fu allora si allora che si
    accorse che ne aveva
    abbastanza di quei lividi che
    voleva ricominciare a vivere,
    e chissà forse un giorno
    ricominciare ad amare,
    e fu allora che silenziosa
    prese quattro stracci,
    per lei ed il suo bambino,
    ed in silenzio senza quasi respirare,
    aprì quella porta, troppo chiusa,
    ed ora,
    Ora era libera,
    libera di essere,
    e di ricominciare a vivere!
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      Scritta da: Susan
      in Poesie (Poesie generazionali)
      Non voglio
      chiedermi
      se sarò felice
      o meno,
      ma viverti,
      viverti
      se fosse un
      attimo
      o per sempre,
      ma adesso non
      voglio chiedermi
      se sarò felice o meno
      con te,
      l'importante è
      essere noi,
      io e te,
      l'uno accanto
      l'altro,
      e forse troppo?
      È forse chiedere troppo
      vivere?
      Vivere il noi
      l'uno accanto
      l'altro!?
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        Scritta da: Susan
        in Poesie (Poesie generazionali)
        Intrappolata,
        intrappolata
        in un sogno,
        sogno
        inesistente
        se non nell'anima
        un anima irrequieta
        intrappolata
        in un sogno,
        un sogno
        fatto di illusioni,
        ed è questa l'amara
        verità,
        una verità che spesso
        fà paura alla paura
        stessa, ed io,
        mi ritrovo nella
        trappola,
        intrappolata
        in un sogno
        fatto di illusioni,
        intrappolata
        senza via d'uscita,
        in uno stupido
        sogno,
        chiamato
        amore!
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          Scritta da: Susan
          in Poesie (Poesie generazionali)
          Confusa,
          chiusa in me stessa,
          vivo un esistenza
          che non riconosco,
          non trovo
          un senso a questa
          vita
          che mi prende
          e mi butta giù
          in un mare
          di confusioni,
          confusa
          esistenza
          del senso del
          non senso,
          e vivo
          in limbo tra
          confusione,
          sogno,
          e realtà,
          io vivo,
          confusa
          da un senso
          che senso non ha,
          e mi perdo
          in questo vortice
          di emozioni
          che più di emozioni
          sanno di
          confusione,
          una grande
          confusione che vivo
          cercando un senso
          in un mondo che
          non ha senso!
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            in Poesie (Poesie generazionali)

            Cinque minuti in silenzio

            È calata la luna
            sopra un giorno di festa
            che è servito soltanto
            ai più vecchi
            e ai bambini
            per sentirsi diversi,
            e mangiare i biscotti.
            È calata la luna
            a raffrescare le ore
            a cambiare gli sguardi
            o far chiudere gli occhi.
            A far dire a qualcuno
            imprudenti – ti amo-.
            Ed intanto che penso,
            sul mio muro perfetto,
            è scomparsa la luna,
            è scomparsa la festa.
            Apro gli occhi,
            si è alzato il sole
            da una notte di luna.
            Composta lunedì 18 novembre 2013
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              Scritta da: Giancarlo Modarelli
              in Poesie (Poesie generazionali)

              Amo le farfalle

              Gesto di antica solitudine
              l'apice d'ascesa di montagna
              luci sprigionati di silenzi si addolciscono.
              Neve d'inverno deteriorano
              lo spazio luci d'inverno
              al tramonto sotto la neve.
              Preferisco averti accanto
              dalla porta al di dietro dietregiando.
              Farfalla abile vola via sorvolando
              le colline divino il celeste si veste dolcificandosi.
              Composta lunedì 18 novembre 2013
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