Poesie generazionali


in Poesie (Poesie generazionali)

Lo strabismo di Venere

Ho percorso molte strade nel viale della vita
e ho conosciuto bene l'altra metà del cielo
credevo quindi di non sorprendermi più da chi ha le lunghe dita...

Ma mi accorgo che il mondo femminile possiede ancora
delle sorprese impensabili, infinite, ed ognuna di esse
ha una peculiarità che la rende unica, sono vere specialità!

Ma quella che mi ha stupito più di tutte veramente lei è stata
Monica, una ragazza semplice, che ha uno sguardo fiero,
serio, quasi austero, che vende carta stampata...

Una moderna Monna Lisa con due magnifiche perle nere
ma ciò che la rende indubbiamente ammaliante
non è solo la bellezza che la natura gli ha donato a mani piene

Ma lo sguardo che possiede esprime il magnetismo di
una dea, un fascino che ti ipnotizza, come quello di Venere
insieme al suo sensuale e ineffabile strabismo!

Questa icona naturale è figlia della terra di Leonardo
erede del Ghibellin fuggiasco, e come lui è nata in riva all'Arno
e anch'essa possiede il dono del gattopardo!

Tale immagine intrigante è infine corredata da una voce
suadente, dolce è melodiosa, che ti avvolge come una carezza
affascinante e la senzazione che ti assale quando te ne vai
è che ti manca qualcosa, sicuramente la sua brezza!

Questo è il suo modo d'essere e ciò ti fa pronunciare il motto:
"Monica Grazie di esistere!
Composta sabato 9 novembre 2013
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    Scritta da: Sara Cicolani
    in Poesie (Poesie generazionali)

    Solo per riabbracciare te

    E ruberò stelle, luna
    il sole più bello,
    e la rugiada e l'aurora ruberò

    Sfiorerò i tramonti e gli arcobaleni
    illuminerò le tue notti insonni
    arriverò fin dove l'orizzonte
    non ti fa vedere

    E sorriderò, canterò
    ballerò per te
    e in punta di piedi ti amerò
    anche nei cieli più lontani volerò

    Tutto questo io farò
    solo per riabbracciare te
    amore.
    Composta lunedì 30 novembre 1998
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      Scritta da: Michele Gentile
      in Poesie (Poesie generazionali)

      Hanno ucciso tutti i poeti

      Da non crederci
      me l'ha detto Barbara,
      dopo l'ultimo cliente.
      C'era gente, si
      parecchia gente in strada
      impiegati, dottori, cravattari
      qualche spicciolo di sole
      un piatto di vongole e calamari.
      Io non volevo crederci
      me l'ha confermato Maddalena
      con l'ultimo cliente.
      C'era gente, si
      parecchia gente in piazza
      insegnanti, operai, palazzinari
      qualche spicciolo d'amore
      un piatto di carciofi e un paio di spari.
      Continuavo a dubitare
      mi ha svegliato Veronica
      prima che arrivasse il presidente.
      C'era gente, si
      parecchia gente a casa
      pensionati, poliziotti, cassintegrati
      qualche spicciolo di santità
      un piatto di minestra e un manipolo d'ingrati.
      Dio non voleva crederci...
      Composta venerdì 8 novembre 2013
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        Scritta da: Silvio Squillante
        in Poesie (Poesie generazionali)

        Paranoia e Paradiso

        Paranoia e paradiso
        chiuse in un tuo disegno,
        se sono qui da solo a fumare
        non è perché di te la compagnia disdegno,
        ma se mi stendo,
        non farò in tempo a rialzarmi
        per evitare di metterti di nuovo in un sogno.
        Qui senza difese,
        riesco a malapena a pensare
        a cosa mi fa più male
        dimenticarmi di me
        o incominciare a parlare.
        Ho ferito troppo persone
        ma sono di piu quelle che mi dicevano "di amare"
        ma son finite tutte
        in quel vizio che chiamano "dimenticare".
        Composta venerdì 8 novembre 2013
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          Scritta da: Silvio Squillante
          in Poesie (Poesie generazionali)

          Scrivimi se mi pensi

          Scrivimi se mi pensi,
          io da sempre riempio bottiglie vuote
          con messaggi senza destinatario,
          ma non baciarmi se mi ami
          ho poca fiducia nel futuro
          figurati in un nostro "domani".
          Lasciami qui, ancora un attimo,
          che cerco di dar forma al mio inferno
          il sole sulla pelle,
          l'inverno dentro,
          nel petto solo un cuore di ferro,
          solo un cuore di ferro.
          Usami se senti che ti sto usando,
          saremo pari,
          almeno fin quando c'accorgeremo d'amarci,
          sicuramente troppo tardi,
          come chi sente d'avere un cuore
          solo prima degli infarti.
          Composta venerdì 8 novembre 2013
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