Poesie generazionali


Scritta da: Violina Sirola
in Poesie (Poesie generazionali)

La fiaccola celeste

Il rosso del tramonto accende il fuoco
dietro le sbarre l'ombra, nella mente
incatenato il tarlo
scava all'indietro inutilmente.
Nel gioco serio si rischia la candela
rulla il tamburo la roulette gira
il colpo non esplode manca il soffio.
Buon compleanno amore.
D'amore la morte si traveste cresce l'ombra
accende la passione a mani spente.
Alchimia!
La storia si combina alla memoria, nei fuochi
d'artificio oltre le sbarre pellicola a colori
scorre l'infanzia.
Bianco e nero sentenza in primo piano.
In nome del popolo di Dio
"il carcere ostativo"
Le foto alla parete i visi cari
consumati di baci arsi d'amore.
Il rosso della sera accende il fuoco
oltre le sbarre un pipistrello vola le ali
batte a vuoto. Gira cade sale al soffitto
sale, chiude le ali e poi si lascia andare.
La luna viaggia in cielo taglia il buio.
Strisce d'argento sono appese a un chiodo
si schioda il pipistrello prende il volo
pende impiccato dal soffitto.
Il giorno è giusto il fuoco è spento
Catone oltre le sbarre inizia il viaggio
guarda verso la fiaccola celeste.
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    Scritta da: Mariella Buscemi
    in Poesie (Poesie generazionali)
    Più mi attecchisci al cuoio e più mi struggi.
    Distrugge l'artiglio di quest'odore nascosto,
    immaginifico,
    futuro.
    Impensato,
    pensabile.
    Deja-vu remoto, ma con valore oracolare
    che si stende come presagio sulla voglia,
    la mia malinconia.
    Come la ferita inferta
    per mano d'una spada sconosciuta,
    in nome di una qualche guerra,
    a difesa di una qualsiasi patria.
    E mi abito, spoglia,
    desiderio partoriente desiderio,
    mi son scoperta gravida,
    col ventre gonfio,
    d'un nascituro bisogno
    che spazzola i capelli alla mancanza
    che aggiusta la veste al vuoto.
    Che consuma ed incenerisce.
    - Fiammella -
    Attingo acqua da pozzi prosciugati.
    Senza origine.
    Senza meta.
    Seguo la direzione
    che giunge all'equatore.
    Allo zenit.
    Freccia d'Eros, sospinta da Zefiro,
    sulla spalla di Pothos.
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      Scritta da: Mariella Buscemi
      in Poesie (Poesie generazionali)
      Craving emozionale.
      Urgenza che mi s-corre sulla tensione del piacere.
      Esasperante prurito che pizzica le pareti dei miei vuoti.
      Io sono un "dipende".
      Assuefatta dal poco, dai limiti, dalla decenza, dal conosciuto, dal consueto, dal desueto.
      Tocca le mie leve interiori.
      Ancora una volta.
      In piena astinenza, ad intervalli regolari,
      percorsa dai tremori freddi della mancanza,
      le tue dita come siringhe di sostanze umorali,
      benefiche-malefiche.
      Mi servono dosi d'istinti, maggiori,
      che mi scorrano tra i capillari come coito cerebrale.
      Mi sclerotizzi i grumi, ostruenti,
      come fossi un attacco ischemico al cranio,
      seppellisci le mie implosioni
      sotto un ictus paralizzante,
      col cuore infartuato
      dalle corse compulsive delle mie ossessioni.
      Sei il rituale che lenisce le mie ruminazioni mentali.
      Un rigurgito da emozioni sature.
      Miscela perfetta.
      Ti chiudo gli occhi in faccia.
      Chè ti sento, prima di vederti.
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        Scritta da: Alessio D.
        in Poesie (Poesie generazionali)

        Noiosa

        Noiosa, scontata e ripetitiva.
        È questa la nostra relazione?
        Ho paura che questa stia diventando tutta una finzione,
        perché tu cominci a desiderare la vita di una diva.
        Adesso siamo lontani, non troviamo compromessi,
        forse perché ci sentiamo oppressi,
        schiacciati da questo continuo litigare,
        un costante vai a cagare!
        Speriamo sia solo un periodo,
        speriamo di non buttare tutto per un piacere effimero,
        sarebbe un pretesto un po troppo stupido
        per buttare nel cesso tutto quello che insieme abbiamo costruito.
        Composta lunedì 28 ottobre 2013
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          Scritta da: Stefano Medel
          in Poesie (Poesie generazionali)

          La mia città

          La mia città,
          un po' balorda,
          un po' antica,
          dove tutto cambia lentamente,
          e le vie sono piene di ricordi e memorie;
          città,
          coi suoi lampioni,
          il traffico incasinato,
          il mio piccolo mondo,
          a cui sono legato,
          come un gatto randagio,
          più legato al posto,
          e che alla gente;
          tante facce,
          pochi amici;
          via vai;
          la piccola città,
          un po' grezza,
          un po' provinciale.
          Composta lunedì 28 ottobre 2013
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            Scritta da: Irene Barbagallo
            in Poesie (Poesie generazionali)
            Silenzio, amico fiducioso e fidato,
            tu, con brezza tenue e leggera,
            soffi sull'essere mio pensoso
            e rendi il tuo nulla discreto,
            cuscino di freschi ed odorosi lini.
            Di tenerezza e cura amorevoli
            colmi l'assenza di quiete
            e crei barriere al male di vivere
            placando le ansie ed i timori.
            Tu non menti né tradisci né inganni
            e con mitezza e dolce concordia
            consoli l'anima mia guerriera.
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              in Poesie (Poesie generazionali)

              Chi sei per me

              Tu sei per me la nuvoletta bianca
              che soffice e lontana
              aspetta il bacio del vento;
              la perenne fontana d'ambrosia.
              Sei d'argento la brina
              ch'adorna l'erbetta con mille goccioline di brillanti.
              Sei la fata turchina che serio e geloso
              serbai con rispetto
              nel verde cassetto dei miei sogni.
              I diamanti del mondo, il mistero del cuore,
              sei le perle del mare.
              Sei la dolce canzone d'amore
              che pura e celeste
              m'investe con voci d'incanto.
              Sei il pianto del sole che lieve e dorato
              s'adagia sul bianco deserto di neve.
              Nel parco stregato: un'orchidea celeste,
              nel cielo dorato: la veste dell'Eterno,
              per il mio cuore ardente: un tempuscolo d'eternità.
              Composta venerdì 29 novembre 1957
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                Scritta da: Giancarlo Modarelli
                in Poesie (Poesie generazionali)

                Perche' son malato

                Riemergo dopo una lunga malattia, malattia di nostalgia.
                Rinascere a poco a poco dopo essere risorto dopo morto.
                Piangevo digiunando dandoti ragione d'avermi convinto e dipinto.
                Sottratto dalla realtà la fedeltà d'essere felice.
                Amico mio perché m'hai tradito?
                M'hai rinnegato!
                Avvertivo il silenzio di solitudine e di rabbia calpestata.
                Pubertà d'orgoglio e di gioventù bruciata.
                Essere e non essere mai più tintinnato.
                Composta domenica 27 ottobre 2013
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                  Scritta da: pox
                  in Poesie (Poesie generazionali)
                  il cielo quella sera era un florilegio di stelle! Gli piacque
                  pensare che ognuna di esse eternizzasse un amore passato.
                  Ognuno quindi elevando il suo sguardo al firmamento avrebbe
                  potuto riconoscere quelle che erano le proprie stelle...

                  Nella vita occorre cogliere l'attimo, non nel senso di essere istintivi o impulsivi nelle scelte, bensì nel senso di essere decisi, tenaci, prendersi ciò che si vuole quando si presenta l'occasione, in quanto quello che è possibile oggi può non esserlo domani...

                  Si inaridisce l'inchiostro dell'anima
                  e la nostalgia dei ricordi ti travolge,
                  e ti chiedi se c'è un perché,
                  e nel frattempo un altro pezzo di te
                  si spegne
                  e così che piano piano si muore dentro...

                  Quando dagli occhi scendono solo lacrime,
                  quando il cielo dei sorrisi non ricopre le tue giornate,
                  quando il fato o un Dio crudele ti portano via
                  chi ti ha dato la vita e chi le stava dando senso,
                  allora la strada si fa dura... il cuore soffre in silenzio
                  e il silenzio diventa rumore...
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                    Scritta da: Manuela Bibi
                    in Poesie (Poesie generazionali)

                    Sostienimi

                    Quando al mattino apro gli occhi, ho subito bisogno di te:
                    sostienimi.
                    Quando lascio il nido per entrare nel mondo, ho bisogno di te:
                    sostienimi.
                    Quando il passo è rallentato dalla fatica, dal dolore, dai dubbi, dalle paure, ho bisogno di te:
                    sostienimi.
                    Quando devo far coraggio ad un'anima sofferente, sento che mi stai sostenendo: sei sempre presente e per questo ti ringrazio.
                    Composta domenica 27 ottobre 2013
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