Poesie generazionali


Scritta da: Susan
in Poesie (Poesie generazionali)
E poi vi sono
quei momenti in cui,
vorresti dormire,
e restare in quel sogno,
in quel sogno
che hai creduto,
che lo sentivi tuo,
vorresti non svegliarti
per restare
abbracciata a
quel sogno,
che aveva un nome,
il tuo,
per tenerlo stretto
ancora un po',
solo qualche attimo,
per non sentire
quel dolore,
che graffia in profondità
su graffi ancora vivi
nell'anima che
vorrebbe ancora
sognare.
per non morire!
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    Scritta da: Patrizia Romagnoli
    in Poesie (Poesie generazionali)

    Sei tra le nuvole del cielo, Pietro

    E ci saluti piano piano
    la tua voce è nel nostro cuore,
    e da lassù ti ascoltiamo come il vento
    che passa lontano
    e il tuo sorriso è:
    come una luce nel cuore di chi ti ama.
    E soffre
    ma tu sei lassù e vivi vivi per chi ti vuole bene
    e tu sei l'angelo del vento
    dei tuoi sogni
    e riscaldi il cuore
    ciao pietro...
    Composta martedì 29 giugno 2010
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      Scritta da: Patrizia Romagnoli
      in Poesie (Poesie generazionali)

      Vorrei un sogno io e te

      Vorrei una sera.
      Passarla insieme a te
      Sotto una stella più bella
      Vorrei rivivere le emozioni di un semplice bacio,
      e di un abbraccio.
      Vorrei essere catturata dai tuoi occhi e dallo sguardo intenso.
      Vorrei essere sempre la tua attenzione sul mio cuore
      e sulla mia mente.
      Vorrei che le mie poesie dei miei sentimenti
      fosse catturata dalla tua voce,
      in una melodia di parole
      Vorrei
      Sogno io e te.
      Composta lunedì 5 luglio 2010
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        Scritta da: Patrizia Romagnoli
        in Poesie (Poesie generazionali)

        Ich liebe dich. Come il cielo ama il mare

        Ich liebe dich. Come il cielo ama il mare.
        Poiché esse raccoglie sempre le sue lacrime E le onde.
        Je t. Aime come la terra ama la luna
        che ti accosta vicino
        Eu amo voce come il sole ama la stelle,
        per brillare i tuoi occhi, nei miei occhi
        jag alskardej come amo ogni cosa nell'universo,
        perché il tuo volto brilla nella notte
        ti amo.
        Composta martedì 27 luglio 2010
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          Scritta da: Giancarlo Modarelli
          in Poesie (Poesie generazionali)

          Maria Mare

          Il nulla d'ieri nel nulla d'oggi mi rimanda!
          Maria, la tua voce rincorre l'unico desiderio veritiero.
          A desiderare è il mare che ricorre il vento.
          Una forte carezza di lietezza, di purezza, mi attrae la tua voce.
          Sopprimere sopravvivendo d'amore di sazietà abordabile.
          Mai avventarsi squilibrarsi deliberandosi della solitudine.
          Ogni desiderio rincorre per amore e, ogni amore nasce per desiderio.
          Composta domenica 20 ottobre 2013
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            Scritta da: Giancarlo Modarelli
            in Poesie (Poesie generazionali)

            Perché un uomo non ha una gonna

            Esibirsi e mai stupirsi con certezza di carezza chi t'apprezza?
            Come rifiutare l'uomo di una donna con la gonna?
            In ginocchio da lei ad occhio triste e raffinato pensiero.
            Pubertà congiunta dalla risata mescolata alla follia.
            Congiungersi riuniti dai partiti in miseria.
            Ma la donna di vergogna non indossa una gonna?
            Non si ferisce si esibisce quando si piscia di risate.
            Composta sabato 19 ottobre 2013
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              Scritta da: Mariella Buscemi
              in Poesie (Poesie generazionali)
              Descrivimi l'inverno dell'anima,
              i singhiozzi della nebbia,
              gli schiaffi del vento.
              Con questo silenzio di cui mi dipingo le labbra e che cola fuori lacrime, inumidendo le angosce ed i tormenti.
              Le tormente, fuori, le cime innevate dei polmoni, dentro.
              Ed il freddo sfida il Tempo che sa solo rubare
              come affetto da cleptomania.
              Cede il passo,
              cade sugli anni,
              la cera si scioglie,
              il cappio al collo,
              il ceppo tagliato.
              Non vedo angoli di paradiso
              e molti angeli sono spalle al muro
              con un'ala trafitta e ben piantata nell'intonaco,
              scegliere di strapparsi e fuggire, mutilati,
              in cerca di altri angeli con un'ala sola
              o rimanere lì, crocefissi,
              a preservare le piume che nessuno mai liscerà.
              In fondo al viale,
              tra i cancelli cigolanti,
              i rami spogli,
              il gelo e le ghiande,
              io, mutilata,
              ho incontrato te, mutilato.
              E se ti mancheranno le parole per descrivermelo,
              io te lo musicherò quest'inverno,
              con i violini e le cetre
              e le viole ed i gelsomini che, a dispetto,
              san di primavera,
              ad addolcire le tue amarene amare,
              a sentire il tuo cuore che fa più cuore col mio,
              trattenerci con la ricerca ossessiva dei baci,
              mentre ci sbilanciamo sui precipizi.
              E lasceremo le paure a far mucchio di niente,
              ché niente sono loro,
              se non per star lì, sullo sfondo,
              in bassorilievo.
              Anche le pietre hanno cambiato posto
              per lasciare più spazio alle nostre ombre,
              adesso, unite.
              - dita pudiche -
              - capricci osceni -
              Sei un uomo solo,
              ma sento dieci bocche e venti braccia.
              Stringimi più forte, ché l'inverno è freddo.
              Spiove.
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