Poesie generazionali


Scritta da: Andrea Azzetti
in Poesie (Poesie generazionali)

Amore

Cos'è "Ti amo"? Un sentimento, una parola che ha e non ha più valore come una volta, troppo usata, troppo detta o semplicemente
dipende solo da chi la dice!?

È un sentimento che non ha nessuna parola per spiegarlo!?

E se dovessimo dare un colore?
Beh, non si può dare un colore, li ha tutti.

Io personalmente, non so cos'è "ti amo" o meglio pensavo di saperlo ma oggi no! Non so cos'è
non so dove parte, che strada percorre e non so dove arriva.

No! Non sono in crisi tutt'altro, tutt'altro amore mio perché pensavo di sapere e invece non so e quando non sai ti chiedi
cos'è l'amore?

Ho amato, sono stato amato, pensavo di essere amato e amo più di prima, e poi, dove va dov'è la sua fine, forse non
ci sarà mai la fine per amare.

Perche Amore è...
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    Scritta da: molly72
    in Poesie (Poesie generazionali)

    Sognami

    Mi sono persa dentro il tuo abbraccio
    insieme al tuo profumo
    ho voglia di fare e dare coccole
    le nostre mani che si cercano e si stringono
    i nostri sguardi s'incontrano
    parole mai pronunciate
    e poi tanti sorrisi... i baci mai dati
    ma ora chiedo sognami
    almeno per una notte
    e nei miei sogni starai con me
    insieme e vicino al mio cuore che ha bisogno d'amore.
    Un bacio amor mio.
    Composta lunedì 20 aprile 2009
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      Scritta da: Kagib
      in Poesie (Poesie generazionali)

      Poco spazio

      Così è l'amore,
      ti avvolge e trascina,
      come un fiume in piena
      si espande... rompe gli argini.
      Ma se quest'amore è soffocato,
      se non puoi esprimerlo
      o non riesci ad esprimerlo,
      allora lui si fa spazio dentro te,
      ti consuma lentamente,
      e si può anche sparire
      ... per troppo amore.
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        Scritta da: Ida Pupillo
        in Poesie (Poesie generazionali)

        Vite spezzate

        Non ancora ventenne, poco più di un ragazzino,
        osservi il cielo da quella piccola finestra sbarrata
        che divide a metà anche lo spiraglio di un'allegra
        giornata di sole.
        Figlio di un'infanzia negata e di una tradizione sbagliata
        ti nascondi dietro quella maschera che rivela il viso
        impavido celando le paure e le angosce di un adolescente
        colpevole di essere nato ai margini della società.
        Trascorri le ore guardando quella finestra
        e immaginando una vita che non ti appartiene,
        ti immedesimi in qualche viandante,
        giochi a fare il duro ma ti commuovi incrociando
        lo sguardo innocente di un bambino.
        Additato e condannato da chi non sa ma ti guarda e va.
        Ti imponi e lotti dentro quelle mura ma poi ti
        accorgi che la vera lotta deve ancora cominciare!
        Al di là delle sbarre c'e indifferenza, rancore, intolleranza
        e allora spaesato e sconfortato ti chiedi se non sia meglio
        rifugiarsi dietro quella piccola finestra sbarrata
        nell'attesa che un arcobaleno dipinga quelle squallide mura
        e con la sua magia variopinta spezzi le catene dell'omertà.
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          in Poesie (Poesie generazionali)
          Ho sognato di te
          Non capita spesso ma stanotte si...
          Ho sognato di te

          Dove sei amore mio?
          Puoi vedermi dal tuo mondo?
          Puoi sentirmi dal tuo mondo?
          Torna da me
          Se il tuo mondo esiste... troverai il modo

          Forse ti ritroverò negli occhi di un altro
          e quando quegli occhi mi guarderanno come tu guardavi me
          Solo allora saprò che sei tornato.
          Composta sabato 28 novembre 2009
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            Scritta da: Davide Bidin
            in Poesie (Poesie generazionali)

            Verrà un giorno

            Verrà un giorno
            Grondante di pioggia battente
            Divampante di fatuo calor
            Tremante il grembo materno
            Il crepuscolo arriverà

            Verrà un giorno
            Quando l'altrove ci chiamerà
            e tutti andrem per mano
            Senza paura nel cuore
            Senza speranza negli occhi

            Verrà un giorno
            Non luttuoso
            Ma mirabile estatico
            Sarà il mattino che conosciamo
            Quando la sfera oserà fermarsi

            Il destino è promessa
            Come l'uomo che fin dal primo
            Infantil passo sbadato
            Sa del suo mortal fato
            Così Mnemosine morrà quel dì

            e allora vedremo in noi
            Non nubi oscure
            Non ombre immateriali
            Ma il calore e chiarore
            Degli attimi che han reso vivi

            Verrà quel giorno
            e nei nostri occhi si scorgerà
            Tutta l'essenza che al padrone abbiam rubato
            Grideremo il nostro istante gioioso
            Con la follia del silenzio

            Verrà il giorno
            Le cui tremuli menti
            Che un dì vollero perdere
            Lo scorrere della sabbia
            Taceranno

            Tempo piangerem quell'attimo
            Nel ricordo
            Il ricordo
            Di aver provato a ingannare
            Senza saper che lui solo... ci ha ingannato.
            Composta venerdì 9 ottobre 2009
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              Scritta da: Jack Newhouse
              in Poesie (Poesie generazionali)
              Io e te, mano nella mano, due cuori, due anime. Voglia di sognare, perenne speranza di imparare a volare, ottuse illusioni di amicizia e d'amore, molto uguali e poco diversi. Un caso, un'uscita, fraintendimenti, intervalli, incontri... e adesso? Insieme... non l'avrei detto mai, e tu? Grazie sono felice di esserci, lieto di averti.
              Composta mercoledì 18 novembre 2009
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                Scritta da: Nadia T.
                in Poesie (Poesie generazionali)

                Il vento delle ragazze

                Era là in fondo alla strada, dopo la curva, la piazza:
                meta obbligata, contatto col mondo,
                legame di considerazione, seduzione totale.

                C'erano sedie impagliate, sgangherate
                davanti a porte con le volte,
                donne con il ricamo in mano sedevano raccolte.

                Sotto pergole d'edera ve n'erano altre
                dove oziavano uomini,
                tra odor di ristretto e nazionali
                giocavano a carte.

                L'aria stagnava nella piazza
                ed il tempo passava lento.

                Ma dalle case vicine
                scoppiettare di risa si alzava,
                s'insinuava nell'aria, diventava vento.

                Era attesa di un giorno,
                desiderio appagato, impazienza vincente.
                Era sfida, era audacia,
                era anelito di cambiamento.

                Poi, da spiragli di porte,
                da cortili assolati,
                sospinte dal vento che eccita i sensi
                e spalanca coscienze,
                le ragazze, dentro jeans affusolati,
                lavati e stropicciati,
                volavano verso la piazza.
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